giovedì 3 giugno 2004

03/06/2004 | La primavera argentina: società civile ed autogoverno


La primavera Argentina: società civile e autogoverno "Que se vayan todos", gridavano gli argentini riversandosi nelle strade e nelle piazze il 19 e 20 dicembre 2001, costringendo alla fuga il presidente. Era il desiderio espresso che articolava un blocco popolare, in quel momento in costruzione, e pochissimi dirigenti politici potevano transitare le strade senza ricevere il rifiuto di buona parte della società argentina. E' vero che all inizio , con la esplosione delle mobilitazioni di massa, tutto sembrava più facile ,ma questa sperimentazione di nuovi fenomeni e modalità d'aggregazione e autorganizzazione sociale ha percorso una tappa di accumulazione di potere popolare, e si manifesta in molteplicità di imprendimenti associativi di carattere non lucrativi ,che sorgono dalle pratiche della democrazia diretta delle assemblee di quartiere , piqueteros, cooperative di lavoratori d'aziende recuperate , di raccoglitori di riciclati di spazzatura ..fra alcune delle esperienze più conosciute .Tutte esperienze che si inscrivono e si collocano nell'ottica della costruzione di comunità libere e solidali, in una società alternativa al capitalismo e alle violenze neoliberiste. Il movimento sociale argentino sta crescendo verso l'interno, sviluppando le sue capacità, imparando a lavorare collettivamente e coinvolgendo persone e gruppi dei diversi settori sociali. Una piccola società nuova è nata nel seno dell'Argentina che affonda.. Tutto questo non è visibile ne interessante per i politici , accade in forma sotterranea , molecolare . Oggi , a più di un anno dal Governo Kirchner ,un bilancio veloce e sintetico della situazione, evidenzia che la devastante crisi della legittimità delle politiche neoliberiste non si riuscirebbe a comprendere senza gli accadimenti del 19 e 20 dicembre 2001. Si è fatto qualche passo avanti in materia dei diritti umani e depurazione delle Forze Armate e di sicurezza. Riprende la crescita economica ( quella dell'anno scorso una delle più alte del decennio) ma senza avanzare nelle politiche di ridistribuzione ( il 44 % della società sotto il margine della povertà) e i nuovi posti lavorativi creati sono totalmente precari. Non si è modificato per niente il modello distributivo delle entrate economiche che caratterizzò gli anni '90. In effetti, mentre aumenta in forma significativa il surplus fiscale, non c'è una chiara decisione di utilizzare tali risorse in più a favore degli investimenti per l'emergenza sociale ed occupazionale. Finita la luna di miele, dove sembrava non ci fossero né scontenti né conflitti, il governo affronta diverse sfide: pressioni da parte delle aziende privatizzate per ottenere l'aumento dei servizi, soprattutto gas e corrente elettrica che affligge i settori più popolari; il negoziato del debito estero, l'ALCA e anche il Mercosur con l’Unione Europea che rischia di essere attuato ancora prima dell’ ALCA. E’ molto preoccupante l’aumento della repressione nei confronti dei movimenti in questi ultimi mesi, settori della giustizia tendono ad agire come braccio repressivo nei confronti dello scontento sociale mentre il governo mantiene una falsa neutralità davanti a queste violazioni del diritto e delle garanzie delle persone. Questa scelta è posta in essere per occultare la miseria generata da un modello economico criminale, e quindi per impedire il legittimo diritto di tutti a protestare e ad autorganizzarzi per la sopravvivenza . I movimenti più vicini alle fabbriche recuperate ,come la Gatic e la Franco Inglesa i cui lavoratori sono stati gettati un’altra volta in mezzo alla strada dopo violenti sgomberi ,interpretano tutto ciò come un chiaro segnale di avvertimento generale : “fin qui siete arrivati….” Altri segnali negativi in tal senso arrivano dall’approvazione della riforma del Codice Contravencional che acutizza e legalizza la repressione poliziesca e istituzionale in atto e che nascondendosi dietro la problematica dell'insicurezza, perseguono in effetti la criminalizzazione della povertà con l’alibi dell’ordine pubblico per contrastare le domande di giustizia sociale, di democrazia e di autogoverno, colpendo i settori più vulnerabili che vivono, lavorano, circolano e protestano nella città : travestiti e donne che vivono della prostituzione, cartoneros (disoccupati che raccolgono carta e cartoni della spazzatura) , venditori ambulanti , piqueteros , artisti di strada, pensionati, studenti, immigranti , poveri , lavoratori e disoccupati in lotta. Una riflessione finale sull’attuale governo: è a conoscenza di tutti che il governo di N. Kirchner ha assunto come politica di stato la condanna della violazione dei diritti umani durante l’ultima dittatura militare e di dare impulso ad una politica della memoria; due delle più grosse battaglie della lunga lotta sviluppata dalle numerose organizzazioni dei diritti umani argentini. In questo modo il governo ha stabilito una grande differenza nei confronti dei due governi precedenti , fino ad arrivare al punto di chiedere perdono alla società in nome dello stato argentino, per la situazione d’impunità registrata durante i due precedenti governi “democratici”. Nonostante ciò questo importante salto di qualità non può e non deve condurre ad ignorare il contrasto esistente fra la politica di condanna per le violazioni dei diritti umani perpetrate dal terrorismo di stato negli anni ´70, e la attuale politica sui diritti umani dal presente e dal passato recente, Questa politica porta ad una pericolosa continuità con le precedenti amministrazioni , mantenendo nonostante tutto la sua matrice neoliberista e la criminalizzazione della protesta sociale , esprimendo la mancanza di volontà di rispettare fino in fondo la garanzia dei diritti. Di certo ,una riflessione sui movimenti argentini, porta a esprimere una sintesi positiva e ottimistica, poichè appaiono forme di autonomia mai viste prima., anche se la istituzionalizzazione di alcune realtà ha acuito una frammentazione latente fra i movimenti dove il governo ha avuto un ruolo non secondario. Non piangere per l'Argentina, pensiamo piuttosto a cosa possiamo imparare dall'Argentina , a come possiamo farne parte anche noi, ricordiamo i caserolazos, gli escrache (metodo di sputtanamento ai torturatori assassini dei 30.000 desaparecidos) di H.I.J.O.S , le assemblee di quartiere , i tanti giovedì delle " Madres de Plaza de Mayo", le fabbriche recuperate, i piqueteros. Il piquete è molto di più del blocco di strada , è la porzione visibile di una società alternativa che lotta e lavora con serietà e responsabilità per creare un'alternativa al capitalismo che non può sorgere che dalla base dall'autogoverno delle comunità , attraverso la resistenza e la creazione di un mondo nuovo qui e ora. Come Ya Basta abbiamo cercato di approfondire la situazione , di quell'interessante laboratorio sociale che è l'Argentina .Ed è così che nel 2003 ci siamo trasferiti nel sud della provincia di Buenos Aires , Solano, per incontrare il Movimento Lavoratori e Disoccupati (MTD) , il movimento piquetero, che ci ha fatto immergere in questa nuova esperienza di auto organizzazione sociale che si sta producendo e sviluppando: "un cuneo sovversivo dentro e contro la globalizzazione". Tutti i progetti svolti nel MTD, non funzionano solo con la logica di risolvere i problemi urgenti e immediati prodotti dalla grave crisi economico-politico-istituzionale, ma funzionano anche con l’intento di generare una società autonoma dalla piovra del mercato liberista, creando nel concreto economia e cultura alternativa e autogestita Come Ya Basta si è iniziato a proporre qui in Italia un sostegno concreto al progetto del “Centro di Salute Autogestito” aprendo così una comunicazione diretta con il movimento, questa iniziativa consiste nella costituzione di ambulatori popolari autogestiti dove si prevedono visite anche specialistiche ed esami di varia natura .E’ da circa tre anni che le donne del quartiere di Solano, lavorano per realizzare questo progetto che nasce dall’esigenza di creare un sistema articolato che consenta una copertura sanitaria di base alla popolazione di questa parte della provincia di Buenos Aires (o Gran Buenos Aires). Infatti nonostante le dichiarazioni teoriche, secondo cui l’accesso alla sanità sarebbe un diritto universale, oggi esistono profonde disuguaglianze. Questo progetto fa tesoro della concezione di autogestione ed autonomia che si costruisce dentro le forme di auto-organizzazione della società civile. La delegazione che stiamo preparando per la "primavera argentina", partirà l’11 ottobre 2004 e si recherà a Buenos Aires, per incontrare le realtà che ci accomunano nella solidarietà e nella resistenza, come prima tappa Solano, i fratelli e sorelle del MTD.