mercoledì 4 marzo 2009

Palestina:spettacolo teatrale "LA TANA DELLA IENA"


... in adesione alla Giornata Globale d’Azione per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni(BDS)dell'economia di guerra israeliana ,lanciata al WSF 2009 in Belém-Brasile...
Ya Basta!-csao tnt-Collettivo Studentesco Cortocircuito-Ambasciata dei diritti
al interno della Campagna Palestina Solidarietà organizzano http://yabastamarche.blogspot.com/

Domenica 29 marzo 2009 ore 18.15 al csa TNT lo spettacolo teatrale

"LA TANA DELLA IENA"
Storia di un ragazzo palestinese

dal libro "la tana della iena" di Hassan Itab

con Carlo Orlando

Nessuno racconta che un bambino di nove anni in Palestina
ha davanti a sé un solo destino: la guerra.
Nessuno racconta che a quell'età è già costretto a difendere
la propria terra, la propria libertà e la propria vita.
Con "La Tana della iena" Narramondo Teatro racconta
la storia di un bambino palestinese che lotta
.

È Hassan che ci parla dal carcere romano in cui è rinchiuso. Lo seguiamo in un viaggio a ritroso nel tempo, un viaggio che parte da quella bomba lanciata in via Bissolati che gli è costata diciott’anni di prigione, passa per la scuola militare, iniziata a nove anni, e si spinge indietro fino all’infanzia trascorsa nel campo profughi di Sabra e Chatila, dove nel 1982, grazie alla copertura dell’esercito israeliano, i falangisti uccisero sua madre e i suoi fratelli, insieme a migliaia di altri palestinesi.
Raccontare "La tana della iena" rappresenta una doppia sfida. Una sfida per il narratore, che deve vincere il disagio di raccontare una storia scomoda, la storia di un 'terrorista'. Una sfida per l’ascoltatore-spettatore, che viene messo, grazie alla narrazione secca e mai compiaciuta, davanti ad una storia che lo porta a mettere da parte i suoi pregiudizi.

30 Marzo 2009 Giornata Globale d’Azione per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), lanciata al WSF 2009 in Belém-Brasile


martedì 3 marzo 2009

Chiapas: Carovana "Donne in movimento"


Mamà Corral
Evento politico, sportivo, culturale e artistico
7 e 8 Marzo 2009
Oventik Chiapas Mx
Carovana "Donne in movimento"
Chiapas Messico ai primi di marzo 2009
"Porque si no lo hacemos, las que ya estamos en este mundo, que es un mundo donde todavía las mujeres no tenemos rostro, nombre ni voz para los capitalistas y neoliberales. Por eso, es la hora de ejercer y hacer valer nuestros derechos. Pero, para poder hacer todo esto, sólo se necesita tener voluntad, decisión, fuerza y rebeldía. Y no necesitamos pedirle permiso a nadie."
.....… anche dall’Italia inventiamo la nostra partecipazione nelle attività internazionali proposte dalle zapatiste. La caratterizzazione bio-politica dell’evento ci stimola e ci suggerisce l’idea di costruire, nei giorni precedenti l’incontro, in territorio zapatista (in luogo ancora da definire), un laboratorio politico-sportivo-culturale-artistico della delegazione, finalizzato alla preparaione delle nostre attività nell’evento.

Coordinamento carovana:
Ya Basta! Moltitudia, Roma

le donne zapatiste.. "ci sono cose che si chiedono e cose che si impongono . Noi chiediamo le condizioni materiale minime . Noi non chiediamo che ci diano libertà e rispetto. La nostra libertà e dignità è qualcosa che imporremo, le riconoscono o no i compagni o il governo.."
dallo sperduto angolo del sud-est messicano, il Chiapas... le zapatiste chiamano le donne per l’8 marzo a Oventik http://www.globalproject.info/art-18898.html
Le leggi delle donne zapatiste
Dietro ai volti zapatisti coperti da passamontagna che il primo gennaio del 1994 dichiararono guerra al governo messicano, non c’erano solamente tratti maschili .
Con sorpresa di molti, dietro ai passamontagna c’erano le donne indigene, che oltre alla lotta armata ne combatterono un’altra, quella per il riconoscimento dei loro diritti.
Poco dopo la dichiarazione di guerra da parte dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, le notizie sulla sollevazione indigena confermarono il gran numero di donne che militavano e partecipavano al movimento.
Le donne avevano propri motivi per impugnare sia le armi di guerra che le armi della parola. Cercavano un modo di combattere le diverse forme di violenza nei confronti delle donne, forme di violenza che aumentano quando si parla di donne indigene.
Il da farsi non era facile e le donne zapatiste iniziarono a stabilire la forma e la base di un documento che potesse rispecchiare le loro richieste e le loro necessità.
Fu incaricata una donna indigena tzotzil, Susana, a viaggiare per le varie comunità e a parlare con le donne. Dopo quasi un anno di discussioni e consensi, nel marzo del 1993, il Comité Clandestino Revolucionario Indígena (CCRI) approvò la Legge Rivoluzionaria delle Donne (Ley Revolucionaria de Mujeres).
In una lettera indirizzata al giornalista Alvaro Cepeda Neri, del quotidiano La Jornada, il 26 gennaio del 1994, il Subcomandante Marcos scrive che il CCRI discuteva delle Leggi Rivoluzionarie, e all’interno di queste c’era la Legge delle donne: “ A Susana toccò il compito di leggere le proposte che erano nate dalle idee di migliaia di donne indigene. Iniziò a leggere e più andava avanti con la lettura più l’assemblea diventava inquieta”. Aggiunge inoltre: “Susana non si arrese e continuò a inveire contro tutto e tutti: non vogliamo che ci obblighino a sposarci con chi non vogliamo. Vogliamo avere i bambini che noi vogliamo e che possiamo accudire (…) Le leggi delle donne che Susana finiva di leggere erano per le Comunità una vera rivoluzione”.
Occorre aggiungere che le Leggi Rivoluzionarie sono le leggi che regolamentano la vita degli zapatisti nelle comunità liberate.
Così la Legge Rivoluzionaria delle Donne fu pubblicata ne’ El Despertador Mexicano, organo di informazione dell’ EZLN, il primo dicembre del 1993, insieme con la Prima Dichiarazione dalla Selva Lacandona. Questi documenti uscirono anche, sullo stesso organo di informazione, il 1° gennaio del 1994, come parte del contesto più ampio delle leggi zapatiste.
Il testo che introduce gli articoli della legge dichiara che “ nella giusta lotta per la liberazione del nostro popolo l’Esercito Zapatista include le donne nella lotta rivoluzionaria a prescindere dalla razza, dalla religione, dal colore della pelle o dalla appartenenza politica, con l’unico requisito che anche le donne facciano proprie le richieste del popolo sfruttato e mettano in pratica e facciano mettere in pratica le leggi e le regole della rivoluzione.”Continuando poi così: “ inoltre considerando la condizione delle donne lavoratrici in Messico, si includono le loro giuste richieste di uguaglianza e giustizia nella seguente Legge rivoluzionaria delle Donne”
La legge contiene dieci articoli:
1) Le donne, non importa la loro razza, la loro religione, la loro appartenenza politica, hanno diritto a partecipare alla lotta rivoluzionaria nel luogo e nel ruolo determinato dalla propria volontà e capacità.
2) Le donne hanno diritto ad un lavoro e ad un salario equo.
3) Le donne hanno il diritto di decidere il numero di figli che possono avere e possono accudire
4) Le donne hanno diritto a partecipare agli affari delle comunità e a ricoprire cariche se vengono elette liberamente e democraticamente.
5) Le donne e i loro figli hanno diritto alla prima assistenza per quel che riguarda la loro salute e alimentazione.
6) Le donne hanno diritto all’educazione.
7) Le donne hanno diritto a scegliere il proprio compagno e a non essere obbligate, con forza, a sposarsi.
8) Nessuna donna potrà essere colpita o maltrattata fisicamente né da famigliari né da estranei. I crimini di tentato stupro o stupro saranno seriamente puniti.
9) Le donne potranno ricoprire incarichi di direzione nell’organizzazione e avere ruoli militari nelle forze armate rivoluzionarie.
10) Le donne avranno tutti i diritti e tutti i doveri indicate dalle leggi e dalle regole rivoluzionarie.
Dopo la sua pubblicazione, la legge e' diventata un punto di riferimento per il movimento femminile messicano e un passo importante nel riconoscimento dei diritti delle donne indigene.
Oggi si sa che le donne rappresentano quasi il 45 per cento delle basi dell’Esercito Zapatista, ribellione indigena che ha le sue origini nelle Forze di Liberazione Nazionale, che quindici anni fa si è fatto conoscere con la presa di sette municipi nello stato del Chiapas.
Comunque, lo stesso subcomandante Marcos disse “ il primo levantamiento (ribellione) del EZLN fu nel marzo del 1993 e lo diressero le donne zapatiste. Non ci furono perdite e vincemmo. Cose che succedono in queste terre”…

lunedì 2 marzo 2009

Palestina: Programmare il disastro


PESARO:

Mercoledi 1° aprile ore 21 - Sala Rossa Palazzo Comunale
video conferenza con Michel Warschawski

Campagna Palestina Solidarietà in adesione al BDS
www.fuoritempo.info/index.php?option=com_content&task=view&id=2378&Itemid=2196

Michel Warschawski fu tra i primi israeliani a rifiutare ripetutamente il servizio militare, e per questo più volte incarcerato.
Attualmente dirige l'Alternative Information Center di Gerusalemme.
Israele e la trappola identità :
Abbiamo tentato di dipanare la matassa dell’uso dell’identità ebraica nella costruzione dell’immaginario israeliano.
Lo abbiamo fatto con un’intervista a Avraham Burg, ex presidente della Knesset, il quale sostiene che la memoria dello Shoah abbia chiuso Israele in se stesso.
E con un colloquio con il pacifista israeliano Michael Warschawski e, infine, pubblicando un saggio inedito di Edward Said.