martedì 28 luglio 2009

24 luglio 2009 - ANCONA COME L’AQUILA DIFENDIAMO I TERRITORI IL PORTO È DI TUTTI

In occasione dell’iniziativa di solidarietà con l’Abruzzo organizzata per il venerdi 24 luglio al porto di Ancona dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza, noi associazioni di volontariato, studenti e singole soggettività vogliamo porre alla vostra attenzione alcune considerazioni che riteniamo importanti per il nostro vivere in comune.
Siamo gli stessi che il 9 luglio scorso abbiamo promosso e realizzato la giornata di mobilitazione al porto di Ancona nella quale 2000 persone sono riuscite a violare la zona rossa, oltrepassare le barriere che ci separano dall’intera area portuale per ridare dignità ad un luogo strappato alla città, da sempre considerato un bene comune.
L’abbiamo fatto stando al fianco delle comunità vicentine e abruzzesi, nel segno del protagonismo dell'autonomia e dell'indipendenza affermate dalle stesse per dire che i territori sono di chi quotidianamente li vive e che la trasformazione del presente oggi è possibile solo attraverso la presa di decisioni in comune.
Per questo oggi vogliamo ribadire che essere solidali con le comunità abruzzesi significa innanzi tutto sostenere le lotte per la ricostruzione al 100% portate avanti dai comitati, sorti per affermarsi protagonisti delle scelte politiche sui loro territori rifiutando le logiche impositive di chi sfrutta queste tragedie per innalzare la propria immagine e di chi vuole trarre benefici economici dalla ricostruzione.
Inoltre visto che si tira in ballo la solidarietà ci sembra doveroso ricordare la tragedia umanitaria di cui quotidianamente soffre il nostro porto.
Frontiera crocevia delle rotte della speranza di quei rifugiati che, fuggendo dalla fame e dalla guerra, si imbarcano lasciando il campo profughi di Patrasso, tentando di evitare i controlli di sicurezza e tentando di sopravvivere a condizioni estreme di un viaggio che per Zaher, per Amir e per tanti altri è finito sotto le ruote di un camion.
Queste vite umane chi li ricorda? Forse valgono di meno perché nate in un altro paese? Ci auguriamo che il Porto di Ancona diventi luogo di accoglienza e non di respingimenti violenti che come oggi accade nega il diritto di asilo ai molti che tentano di ricostruirsi la propria vita altrove.
Ci auguriamo che l’intera zona del porto possa essere utilizzata per molte altre iniziative di solidarietà, il più possibile aperta alla cittadinanza, e che non sia solo un luogo ad uso e consumo delle forze dell’ordine che costantemente la presidiano.
Aprire alla cittadinanza senza confini lo spazio negato del porto, perché ritorni ad essere un bene comune di tutta la città.
Dire basta alla vergogna dei respingimenti, per abbattere l'infrastruttura securitaria del nuovo razzismo aprendo le porte d'oriente alla libertà e ai diritti.

Ambasciata dei Diritti, Ass. Ya Basta!, Collettivo studentesco delle scuole superiori di Ancona, Polisportiva Antirazzista Assata Shakur, Osservatorio Faro sul Porto, alcuni cittadini e cittadine di Ancona.