sabato 4 giugno 2011

Freedom Flotilla per Gaza chiede sostegno














Molte navi della Freedom Flotilla 2, fra cui la “Stefano Chiarini”, sono all’ancora in alcuni porti della Grecia, pronte a partire. Le autorità greche frappongono continui ostacoli di carattere burocratico alla loro partenza, in conseguenza delle pesantissime pressioni esercitate dal governo di Israele.

Iniziamo a sollecitare le autorità della Grecia affinché non cedano alle pressioni israeliane... e consentano la partenza delle navi, anche in considerazione del fatto che il prolungarsi della loro permanenza nei porti sta rendendo possibile il lavoro dei sabotatori: dopo una nave greca, è stata sabotata la nave irlandese, che ha riportato seri danni.

Invitiamo tutte e tutti a scrivere all’ambasciata di Grecia in Italia, all’indirizzo gremroma@tin.it , a telefonare al n. 06-8537551 e ad inviare fax al n. 06-8415927. Proponiamo un testo base per le mail ed i fax:

A S.E. l’Ambasciatore di Grecia in Italia
Molte navi della Freedom Flotilla 2, fra cui l’italiana “Stefano Chiarini”, sono ormeggiate in porti greci, pronte a partire per portare solidarietà ed aiuti umanitari nella Striscia di Gaza assediata. Sembra che alcune autorità del Suo Paese stiano ostacolando, con vari pretesti, la partenza delle navi, le quali sono già state oggetto di sabotaggi, presumibilmente da parte di agenti israeliani che operano illegalmente nel Vostro Paese.
Le chiediamo di farsi nostro portavoce presso il Suo governo affinché consenta e faciliti la partenza delle navi della Freedom Flotilla 2, non ostacolando un’iniziativa umanitaria e non violenta, sostenuta da milioni di persone in tutto i mondo.
Distinti saluti,
(Nome, cognome, professione/incarico e città)

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Invitiamo anche a contattare le comunità greche in Italia, presenti in molte città, chiedendo loro di intervenire presso il governo di Atene e di partecipare alle manifestazioni che promuoveremo, nel caso il governo greco non risponda positivamente alle nostre legittime richieste.

Questi sono gli indirizzi ed i contatti delle comunità greche in Italia:

Comunità ellenica di Bologna
via Tosarelli 191
40050 Bologna,
Tel e fax 051782212 www.ellines.it

Comunità ellenica di Milano e Lombardia
via Daverio 7
20122 Milano
Tel e fax 0255190450
comunitaellenicadimilano@tin.it
http://www.comunitaellenicadimilano.it/

Comunità ellenica di Pavia
Piazza Vittoria 20D
Tel 038233561
fax 038233596

Comunità greco-orientale di Trieste
Riva III novembre, 7
34100Trieste
Tel040635614
fax040634830
email:comgrots@tin.it 
http://www.comgrecotrieste.it/

Comunità ellenica di Emilia Romagna
c/o Centro culturale “Casa s.Anna”
via Tosarelli 191 40055

Villanova di Castenaso-Bologna
Tel e fax 051782212
email:info@ellines.it
http://www.ellines.it/

Comunità ellenica di Parma
Via Dammenti,1 Poggio S.Ilario
43100 Parma
Tel e fax 0521830241

Comunità ellenica di Genova e Liguria
Via Casaregis 50 int.1/A
16129 Genova
Tel 335487861
email:etolia@tiscali.it
http://www.comunitaellenicadigenova.it/

Comunità ellenica della Toscana centrale
Via B.Latini,19R
50126 Firenze
Tel 055574948/0574571878
fax 0574583472

Comunità ellenica della Toscana tirrenica
Via Tommaso Rook 120
56122 Pisa
Tel e fax 050564167

Comunità ellenica di Roma e del Lazio
Via Cimarra,26C
00184 Roma
Tel e fax 064883112
email: info@comunitaellenicaroma.it
http://www.comunitaellenicaroma.it/

Comunità ellenica di Napoli e Campania
Viale Augusto,62 80125 Napoli
Tel e fax 0804322183

Comunità ellenica di Bari
Via Arco San Giovanni,1
70122 Bari
Tel 0804322183 fax 0804322155

Comunità ellenica di Brindisi e Lecce
Via Arco San Giovanni,1
701220 Lecce
Parrocchia di San Nicola dei Greci
Tel 083230687/306049

Comunità ellenica di Foggia e Capitanata
Via Raffaello,25
1045 Orta Nova(Fg)
Tel 0885787349
fax 0885791224

Comunità dei Greci Ortodossi in Venezia
Castello, 3412
30122 Venezia
tel. 041 5201146
fax 041 244 3048
http://www.ellines-ve.it/

Comunità ellenica di Palermo
Corso Vittorio Emanuele,48
90133 Palermo
Tel 091425225
fax 0918574873

giovedì 2 giugno 2011

Messico Dal Subcomandante Marcos: Lettera al Movimiento Ciudadano por la Justicia 5 de Junio.


ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
Messico, Giugno 2011

“El dolor nos recuerdaQue podemos ser buenos,Que alguien mejor nos habita,Que corre en noble sentido el río de las lágrimas.
Dolor llamamos al envés de la hoja de la risa,
A la tiniebla que queda al otro lado de la estrella
Que en tu frente tenía apacible nombre
Y orientaba nuestros pasos día a día.
Dolor es el combustible con que arde
La llama de recuerdos que ilumina
Una noche del olvido derrotado
Por el rayo de tu risa al revolar.
Dolor se llama el duelo
De vivir por tu memoria.”
Frammento di “49 Globos”.Juan Carlos Mijangos Noh.

Al: MOVIMIENTO CIUDADANO POR LA JUSTICIA 5 DE JUNIO, ai familiari dei bambini e delle bambine morti e feriti all’Asilo ABC il 5 giugno del 2009, ed a tutti coloro solidali con la loro lotta.
Hermosillo, Sonora, Messico.
Da: Subcomandante Insurgente Marcos.
Chiapas, Messico.

Scrivo a nome delle donne, uomini, anziani e bambini dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, per salutarvi ed esprimere il nostro rispetto ed ammirazione per la vostra degna lotta.
Non è facile tirar fuori parole dal dolore, noi lo sappiamo.
E dalla rabbia?
Dal sapere che i malgoverni ignorano di proposito il reclamo di giustizia?
Dal vedere come si manipola il calendario per simulare giustizia e per calcolare che la dimenticanza coprirà la morte? La morte assurda di 49 piccoli e le decine di feriti, bimbi senza altra colpa se non quella di essere nati in un paese dove il governo ha unito il nepotismo alla corruzione e all’impunità.
Poco o niente possiamo aggiungere a quello che le vostre degne parole hanno denunciato su quanto accaduto: la disgrazia che si abbatte su chi né l’aspettava né la meritava; l’irresponsabilità che l’ha favorita; la complicità di governi, legislatori e giudici; il continuo rimandare l’indagine approfondita. Ed i nomi e le immagini delle bambine e dei bambini, le azioni e le mobilitazioni per onorarli nel modo migliore, cioè, chiedendo la punizione dei responsabili, la giustizia per le vittime e l’adozione di misure che impediscano che la tragedia si ripeta.
Abbiamo saputo di tutto questo e di altro dalla vostra pagina internet (http://www.movimiento5dejunio.org ) e dal libro “Siamo noi i colpevoli” di Diego Enrique Osorno, che ricostruisce il rompicapo della tragedia.
La morte di una bambina, di un bambino, è sempre sproporzionata. Investe e distrugge tutto quanto le sta intorno. Ma quando questa morte è seminata e coltivata dalla negligenza e dall’irresponsabilità di governi che hanno trasformato l’inettitudine in affare, qualcosa di molto profondo scuote il cuore collettivo che in basso fa girare la pesante ruota della storia.
Dunque le domande crescono: perché? chi sono i responsabili? che cosa si fa affinché mai più si ripeta questa tragedia?
Ed è stato lil vostro impegno ciò che ci ha dato le risposte. Perché dall’alto abbiamo visto solo disprezzo, scherno, simulazioni e bugie.
La bugia è sempre un oltraggio, ma quando dal Potere si trama per nascondere a familiari ed amici, è una vergogna.
Là in alto non si sono pentiti. Non lo faranno. Invece di onorare i bimbi morti nell’unico modo che sarebbe loro permesso, cioè, attraverso la giustizia, continuano nei loro giochi di guerra dove loro vincono e tutti perdono.
Perché non è rassegnazione davanti alla morte quello che si predica da lassù. Quello che vogliono è il conformismo di fronte all’irresponsabilità che ha bruciato e ferito quelle vite.
Lontani come siamo, per calendario e geografia, non mandiamo parole di conformismo né di rassegnazione. Non solo perché né l’uno né l’altro possono far fronte alle conseguenze di questo crimine che ora compie 2 anni. Ma anche, e soprattutto, perché la vostra lotta ci suscita rispetto ed ammirazione per la vostra causa, per il vostro agire ed il vostro impegno.
Là in alto dovrebbero sapere che unisce non solo il dolore, ma anche l’esempio di lotta tenace che si muove in quel dolore.
Perché voi, uomini e donne portati dalla disgrazia in questa lotta, siete esseri straordinari che risvegliano la speranza in molti angoli del nostro paese e del pianeta.
Come sono straordinari quegli uomini e quelle donne che di nuovo, nella Carovana per la Pace con Giustizia e Dignità, ricordano a chi malgoverna, ai criminali ed al paese intero, che è una vergogna non fare niente quando la guerra si impossessa di tutto.
Da uno di questi angoli, dalle terre indigene del Chiapas, le zapatiste, gli zapatisti, vi guardiamo dal basso, sapendo che il dolore ingigantisce anche i passi se sono degni.
E queste righe che ora vi scriviamo, sono animate solo dal desiderio di dirvi una cosa:
Benedetto il sangue che ha dato la vita a queste bambine e bambini, e maledetto il sangue di chi gliel’ha tolta.
E dirvi di contare su di noi che, benché lontani e piccoli, riconosciamo la grandezza di chi sa che la giustizia si ottiene solo con la memoria e mai con la rassegnazione.
Forse un giorno verrete in queste terre. Qua troverete un cuore scuro che vi abbraccerà, orecchie attente per ascoltare, ed una storia pronta ad imparare da voi.
Perché le grandi lezioni, quelle che cambiano il cammino della storia, vengono esattamente dalle persone che, come voi e coloro che ora marciano, fanno della memoria la strada per crescere.
Con voi, e con chi ora marcia, potremo allora, insieme, voi, loro, noi, pronunciare parole dove il dolore sia una cicatrice che ci ricordi e ci impegni a che mai più si ripeta la disgrazia, e che finalmente termini il sanguinoso carnevale con cui in alto festeggiano l’impunità e la vergogna.
Mentre tutto questo accade, da qua continueremo ad ascoltarvi e ad imparare da voi.
Vale. Salute e che finalmente la giustizia avanzi in basso.
Dalle montagne del Sudeste Messicano.
Subcomandante Insurgente Marcos
Messico, Giugno 2011
Versione originale in Enlace Zapatista
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

Links Utili:
Movimiento 5 de junio
Enlace Zapatista

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Il vento nuovo dei giovani israeliani


Lettera aperta dei giovani israeliani originari dei paesi arabi e islamici ai propri coetanei in Medio Oriente e Nord Africa
(articolo ripreso da globalproject)

Noi, come discendenti delle comunità ebraiche del mondo arabo e musulmano, del Maghreb e del Medio Oriente, e come seconda o terza generazione di mizrahim in Israele, osserviamo con emozione e grande curiosità il compito cruciale che hanno assunto molti uomini e donne della nostra generazione all'interno del mondo arabo nelle manifestazioni e nelle proteste a favore della libertà e del cambiamento. Noi ci identifichiamo con loro, abbiamo fiducia che le rivoluzioni in corso raggiungano lo stesso successo ottenuto in Tunisia ed Egitto e proviamo dolore e apprensione alla luce delle numerose perdite in Libia, Bahrein, Yemen, Siria e altrove.

La protesta della nostra generazione contro l'oppressione, contro regimi repressivi e corrotti, e il suo appello al cambiamento, alla libertà, alla istituzione di governi democratici che permettano la partecipazione dei cittadini ai processi politici, rappresentano un momento drammatico nella storia del Medio Oriente e del Nord Africa, lacerato da generazioni tra forze diverse, esterne e interne, che hanno schiacciato i diritti politici, economici e culturali della gran parte dei loro cittadini.
Noi siamo israeliani e siamo i discendenti degli ebrei che vissero in Medio Oriente e in Nord Africa per centinaia e migliaia di anni. I nostri padri e le nostre madri hanno contribuito allo sviluppo di quelle regioni e ne hanno costituito una parte. La cultura dei paesi islamici e il sentimento multi-generazionale di appartenenza a quelle regioni sono componenti inscindibili della nostra identità. Noi ci sentiamo partecipi della storia religiosa, culturale e linguistica del Medio Oriente e del Nord Africa, per quanto possiamo sembrare i figli dimenticati di quella storia. In primo luogo, in Israele lo stesso Stato vede se stesso e la propria cultura come a metà strada tra Europa e Nord America. La situazione è inoltre simile nel mondo arabo che ha accettato più volte la dicotomia tra ebrei e arabi, nonché l'immagine degli ebrei come europei, e ha preferito reprimere la storia degli ebrei arabi considerandola un capitolo marginale o inesistente del proprio passato. Infine, è necessario ammettere, le stesse comunità mizrahi, a causa del colonialismo occidentale, del nazionalismo ebraico e di quello arabo, hanno spesso sdegnato il proprio passato condiviso coi popoli arabi. Molte volte abbiamo tentato di integrarci nelle correnti più forti nella società, cancellando o minimizzando l'importanza del nostro passato. La memoria e la consapevolezza delle enormi influenze reciproche tra la cultura ebraica ed araba è stata messa alla prova nelle ultime generazioni ma è tuttavia possibile vederne i segni in molti aspetti della vita tra cui musica, preghiera, lingua e letteratura.