venerdì 18 novembre 2011

MARCHE - SAVE SCHOOL NOT BANKS!




Profumo di crisi? #occupythefuture!

Marche - Save school not banks!








Giornata di mobilitazione studentesca diffusa anche nelle Marche quest'oggi.
Questa mattina ha iniziato il Collettivo Studentesco "Corto Circuito", organizzando lo sciopero in tutte le scuole della citta'.
Gli studenti si sono ritrovati in piazza della Repubblica dove ha preso via la manifestazione che ha percorso le vie del centro storico.
Attimi di tensione con le forze dell'ordine davanti all'ingresso del Liceo Classico, quando una delegazione di studenti e' entrata nell'istituto per invitare chi fosse rimasto ad aderire allo sciopero.
All'altezza del Viale della Vittoria il corteo composto da oltre 500 persone, si e' fermato e tutti si sono seduti per terra: assemblea e blocco del traffico per poi concludere la manifestazione nella piazza centrale della citta' rilanciando la mobilitazione per i prossimi giorni.



Ad Ancona, nelle stesse ore, il Coordinamento studentesco ha promosso un presidio davanti al palazzo della Regione Marche.
Gli studenti hanno circondato l'entrata della sede regionale con cavalli di cartone per chiedere interventi chiari sul terreno del diritto allo studio, su trasporti, edilizia scolastico, misure di nuovo welfare per precari e studenti.
Iniziativa riuscita, una delegazione dei manifestanti e' stata ricevuta dall'assessore competente e ottenuto l'apertura di un tavolo di confronto.
Nel pomeriggio la mobilitazione degli universitari.
Occupazione del palazzo del Rettorato a Macerata: "Profumo di crisi Save the school, not banks! #occupythefuture", questo lo striscione appeso alle finestre della sede universitaria.
Ribadita la contrarieta' all'aumento delle tasse, recentemente approvato, e l'opposizione a un nuovo governo che nasce nel segno degli interessi di quell' 1% che ha prodotto la crisi, nel segno dell'austerita' targata Bce e Fmi.
Sulla scia di un dragone ribelle, studenti e precari hanno invaso le strade della citta' e le facolta' dell'ateneo maceratese, portando avanti la campagna di comunicazione virale "Senza di noi la citta' muore" lanciata insieme agli universitari di Urbino.

domenica 13 novembre 2011

Messico - Prigionieri in Chiapas terminano lo sciopero della fame, ma continua la lotta per la loro liberazione


Indigeni dell’Altra Campagna
trasferiscono la protesta e bloccano le strade


 
 
 
 
 
10 / 11 / 2011

Tratto da La Jornada - Martedi 08 novembre 2011

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis., 7 novembre.
A quasi 40 giorni di sciopero della fame, e di fronte alla sistematica assenza di risposte da parte del governo del Chiapas, i detenuti hanno deciso di sospendere l’azione per il rischio in cui erano le loro vite, ed il presidio dei familiari degli indigeni ha trasferito la sua protesta alle porte della prigione di questo municipio.
Oggi, a mezzogiorno circa, decine di indigeni hanno bloccato la strasa San Cristóbal-Ocosingo, di fronte al Carcere N. 5.
Su un grande striscione che occupava la carreggiata, dietro una linea di rami di pino, si riassume la domanda chiave: “Libertà immediata per i nostri prigionieri”.
Gli otto reclusi della Voz del Amate, Voces Inocentes e Solidarios de la Voz del Amate, aderenti all’Altra Campagna, hanno fatto sapere i motivi della loro nuova azione. Hanno decio ieri sera e questa mattina l’hanno resa pubblica. Ciò nonostante, il governo statale si è affrettato a diffondere la notizia lasciando intendere l’esistenza di un qualche accordo. Facciamo dire, per esempio, a Juan Collazo Jiménez, che partecipa alla protesta, che questa mattina è stato punito con la cella di isolamento, nudo, dal comandante della prigione di Motozintla, come ha denunciato suo padre, Salvador Collazo. “Adesso non sei più in sciopero”, gli hanno detto.
Il motivo per cui i detenuti hanno sospeso lo sciopero sono altre: “Per le complicazioni delle nostre condizioni di salute fisica dovute ai 39 giorni di sciopero della fame per esigere giustizia, mentre il governo ha ignorato le nostre richieste e le istanze del popolo, comunichiamo che ieri 6 novembre alle ore 20:00, a causa della gravità delle nostre condizioni di salute prima che si arrivasse all’irreparabile, abbiamo sospeso lo sciopero della fame, ma non vuole dire che desisteremo dalla lotta; al contrario, lotteremo con più forza fino a vincere questo sistema”.
E precisano: “Abbiamo desistito perché alcuni compagni stanno molto male ma non abbiamo sospeso lo sciopero della fame in cambio di quello che dice il governo, perché noi continueremo a lottare in vita, perché finché c’è vita ci sarà la possibilità di lottare per la giustizia e il benessere di tutti, ma non lo faremo come vorrebbe il malgoverno, continueremo invece ad esortare il governo ad intervenire al più presto per la nostra liberazione, per ridarci la libertà che ci il governo ci ha rubato”.
I reclusi del Carcere N. 5 insistono anche sulla liberazione di Collazo Jiménez ed Enrique Gómez Hernández, anche loro in sciopero a El Amate.
“Esortiamo inoltre il governo federale di Felipe Calderón Hinojosa ad agire per la liberazione immediata del compagno Alberto Patishtán Gómez, prigioniero politico della Voz del Amate”.
Infine, invitano le organizzazioni nazionali ed internazionali che li hanno appoggiati “a continuare a chiedere giustizia, perché la nostra lotta non è finita”.
Alle ore17 il blocco è stato tolto dagli stessi indigeni, che per tutto il giorno sono stati controllati, ad una certa distanza, dai veicoli della polizia statale e municipale, che non è intervenuta.
Questa notte, al presidio ancora in corso delle famiglie nella piazza della cattedrale, si discuteva sui passi da fare di fronte all’indifferenza del governo ed al “il tentativo di divisione che ha messo in atto annunciando di voler rivedere i casi di solo otto dei detenuti in sciopero, visto che sono 11; non cita Juan Collazo, Enrique Gómez né il professor Alberto Patishtán”.
Oggi è partita dal Chiapas per Guasave, Sinaloa, una commissione di familiari ed avvocati per fare visita al professore nella prigione federale, dove è in isolamento da due settimane fa, ha informato sua figlia Gabriela Patishtán Ruiz.

(Traduzione “Maribel” - Bergamo)
leggi la lettera dei prigionieri politici che annunciano la fine dello sciopero della fame su Enlace Zapatista