mercoledì 10 febbraio 2010

Sadam: centrali, riconversioni e giocatori di ruba-mazzo


La destra politica ed imprenditoriale ha un programma di governo per il nostro Paese e per le nostre città fatto di centrali nucleari, inceneritori, turbogas, rigassificatori, centrali a carbone, “grandi” opere ad alto impatto ambientale (TAV, Ponte sullo stretto, Quadrilatero), escavazioni selvagge e condoni per gli abusi edilizi. Nelle Marche il PDL si è già dichiarato favorevole alle due nuove mega centrali API (oltre 600 MW di potenza), ha sostenuto la realizzazione della Quadrilatero e preme per stravolgere il PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale) che attualmente esclude la realizzazione di grandi impianti di produzione energetica. Nella nostra città le stesse forze politiche ed imprenditoriali vestono l'abito degli ambientalisti e si oppongono alla realizzazione di una centrale di modestissime proporzioni (11MW) e di basso impatto ambientale. Dov'è il trucco?
Salute e posti di lavoro in questo gioco contano meno che niente. La centrale SADAM è solo l'occasione per una vasta operazione politica che ruota tutta intorno ad un'unica questione: il governo della città ed i vantaggi che se ne possono trarre. Il PDL punta alla crisi di giunta e nel frattempo conquista visibilità e spazi politici in un'inedita mascherata movimentista; dentro al PD il conflitto tra diverse componenti ha trovato l'occasione per tentare qualche regolamento di conti; ex politicanti dediti al riciclo (non dei rifiuti ma delle proprie carriere) prefigurano listoni civici dove aspirare a qualche poltrona (come già successo a Monsano); imprenditori locali mirano a tenersi il business dell'energia tutto per sé facendo di una rivendicazione sociale una battaglia di mercato; comitati di varia natura e pseudo centri sociali plaudono alla destra in Consiglio Comunale ed organizzano convegni in sale concesse dall'hotel “Federico II”.
Contro la Turbogas ci siamo battuti fino in fondo, anche quando i riflettori erano spenti ed i militanti dell'ultima ora se ne erano tornati a casa. Eravamo e siamo convinti che una centrale da 125 MW dovesse essere respinta mentre gran parte di coloro che oggi “santificano” su 11 MW l'hanno voluta ed hanno votato una Convenzione che svincolava la centrale dalle sorti dello zuccherificio. Per questa nostra convinzione abbiamo fatto cortei, occupazioni, blocchi stradali, ricorsi. Ma la partita di “ruba-mazzo” che si gioca oggi sulla centrale SADAM è un'altra cosa ed è un tavolo al quale non vogliamo sederci.
Movimenti e ceto politico sono due cose ben diverse. I movimenti producono conflitto e nel conflitto non si chiedono le tessere. Ma quando si fanno conferenze stampa con i capo-gruppo consiliari del PDL, si perseguono alleanze con il ceto politico della destra xenofoba, razzista e nuclearista, si sfrutta l'interessato omaggio di una visibilità tutta e solo mediatica e si usano le piazze per riti sciamanici, non c'è movimento ma populismo all'interno del quale, come sempre, la destra guadagna la propria egemonia.
La crisi globale è un fatto concreto che travolge la vita di migliaia di persone. Dentro una crisi di simili proporzioni la battaglia contro l'attuale modello di sviluppo deve essere calata dentro la realtà materiale, senza doppi fini e falsi ideologismi. La centrale SADAM rappresenta un modello di gestione e produzione energetica che non condividiamo: pensiamo, però, che in un momento così difficile le sue modeste proporzioni non valgano la perdita di 160 posti di lavoro e che siano altre le vere priorità ambientali che dobbiamo affrontare con rigore e senza mediazioni.
Il vero problema non è la centrale ma l'utilizzo di olio alimentare per la produzione di biodiesel. Un problema che deve essere affrontato attraverso una modifica generale della normativa nazionale ed europea in tema di bio-carburanti. L' obbligo di produzione di biodiesel da un lato ed il libero impiego di olii alimentari dall'altro fanno di tale normativa una tenaglia che stritola qualsiasi ipotesi di soluzione sostenibile sia sul piano ambientale che sul piano etico. Confinare il problema alla riconversione Sadam rischia di essere l'ennesima finzione ad uso e consumo delle piccole coscienze. E' necessaria, invece, una battaglia di ampio respiro per rovesciare l'assetto normativo vigente e per imporre, anche attraverso le istituzioni locali ed il Piano Energetico Regionale, “clausole etiche” sull'utilizzo delle materie prime.
La partita di "ruba-mazzo" che si gioca oggi sulla centrale SADAM per quanto ci riguarda è inaccettabile. Siamo sempre stati in prima fila nella difesa dell’ambiente e del territorio, mettendo in gioco volti e corpi: ma lo abbiamo sempre fatto senza doppi fini e non abbiamo mai accettato di essere strumento di operazioni che nascono dal ceto politico del centro-destra e si legano a specifici interessi imprenditoriali. Né burattini né burattinai.
Centro Sociale Autogestito Tnt