mercoledì 12 ottobre 2011

Chiapas: familiari dei prigionieri politici in sciopero della fame sottoposti a continue minacce


Dall’8 ottobre i familiari di alcuni prigionieri politici aderenti alla Otra Campaña si trovano in presidio permanente nella piazza principale di San Cristóbal de Las Casas (Chiapas). Sono circa quindici persone, tra loro molti bambini, che resistono giorno e notte malgrado le continue piogge e il freddo di questi giorni. Il presidio permanente è in appoggio alle richieste dei loro cari detenuti, che si trovano in sciopero della fame dal 29 di settembre, esigendone l’immediato rilascio. Queste persone si trovano in carcere ingiustamente e sulla base di false accuse: il vero scopo del Governo del Chiapas è intimidire e mettere a tacere, attraverso la detenzione o la minaccia di detenzione, le proteste di chi lotta contro le sue politiche.
I familiari dei prigionieri politici stanno ricevendo continue minacce di sgombero. Il motivo principale è che lunedì 17 ottobre, in un tendone allestito nella stessa piazza, inizierà il Vertice Internazionale sul Turismo d’Avventura, che porterà persone di tutto il mondo a San Cristóbal de Las Casas. Il centro della città è stato completamente restaurato in vista di questo incontro, e difficilmente il Governo permetterà che i familiari dei prigionieri politici rovinino la bella festa con la loro presenza.
Per maggiori informazioni: http://chiapas.mediosindependientes.org/

martedì 11 ottobre 2011

a cura di Infomigrante ESC, Roma - LAMPEDUSA - ISOLA DI PERMANENZA TEMPORANEA

"Lampedusa, Isola di permanenza temporanea", è un video reportage realizzato da Esc-Infomigrante Roma nel quale si racconta la prima fase di un'emergenza auto-prodotta dal governo a Lampedusa, in occasione degli sbarchi seguiti all’ondata di nuova libertà di circolazione e desiderio di futuro dei giovani provenienti dal Nord Africa. Le immagini, risalgono ai giorni in cui la Campagna Welcome è stata presente sull’isola per monitorare e documentare la situazione, all’incirca fino all'arrivo e al comizio di Silvio Berlusconi.

Nonostante si siano ormai da tempo spenti i riflettori, oggi la situazione è tutt'altro che conclusa. Sull'isola continuano a sbarcare centinaia di migranti a cui il governo risponde esclusivamente attraverso politiche repressive. Diversamente dalla prima fase, il livello di esasperazione si è risolta, questa volta, con cariche violente da parte della polizia nei confronti dei tunisini e lanci di pietre contro quest'ultimi, da parte dei lampedusani. Ancora una volta una finta emergenza attraverso cui sperimentare nuove pratiche di limitazione della libertà personale rinchiudendo centinaia di persone in cerca di libertà all'interno di “galere galleggianti” in violazione di qualsiasi diritto.
Allo stesso tempo la “questione tunisina” non può dirsi conclusa neanche per coloro ormai presenti da più di sei mesi sul territorio italiano e a cui nel mese di settembre è stato rinnovato il permesso di soggiorno temporaneo. Ancora una volta il problema è stato semplicemente spostato più in là, e l'unica “accoglienza” che l’Europa ha messo in campo è la certezza della precarietà e la probabilità della clandestinità. Sono di questi giorni le notizie relative alla possibile fine del conflitto in Libia e saranno presto noti anche gli esiti delle elezioni della nuova Tunisia democratica.

Il Mediterraneo può ancora diventare lo spazio della libertà e dell’accoglienza degna