domenica 17 luglio 2005

17/07/2005 | Fine dell'allerta rossa. Parte "L'Altra Campagna"


CHIAPAS - Con gli ultimi comunicati diffusi tra il 14 e il 15 luglio, l'EZLN annuncia la cessazione dell'allarme rosso e la riapertura dei Caracoles in tutto il territorio zapatista. Nel testo del Subcomandante Marcos l'annuncio dell'avvio di una serie di riunioni tra quanti, aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, intendano portare avanti "L'Altra Campagna" all'interno della situazione politica messicana. - Vai allo speciale L'Ezln apre una "nuova fase" - Gli ultimi articoli dai corrispondenti de "La Jornada" in Chiapas conlasexta@revistarebeldía.org). Indubbiamente può essere che alcune organizzazioni non hanno ancora preso decisioni sulla Sesta o stanno aspettando di vedere se López Obrador offre loro una candidatura, o di vedere se Cárdenas esce dal PRD o si candida per un altro partito; o può essere che alcune persone la stanno ancora leggendo o aspettano che gli arrivi, ed allora non riescano a mandare la loro parola prima del giorno 31 di luglio. Non c'è da preoccuparsi, in qualsiasi momento possono unirsi al lavoro sulla strada verso cui stiamo andando. Bene, ma con chi manderà a dire, al più tardi il 31 luglio, che è assolutamente deciso, in primo luogo noi ci riuniremo con questi per incominciare a definire accordi sul piano di "L'Altra Campagna". Queste riunioni si terranno nel mese di agosto e parte di settembre, perché non ci riuniremo tutti in una volta, ma prima con alcuni, poi con altri, e alla fine con tutti. Questo avverrebbe in Chiapas, in alcune delle comunità zapatiste che accetteranno di accoglierci per questo lavoro. Abbiamo scelto il fine settimana perchè non siate costretti a mancare dal vostro lavoro... o non molto. Dunque, il calendario che proponiamo è il seguente (attenzione: può subire cambiamenti, ma vi avviseremo in tempo): . - Organizzazioni Politiche di Sinistra: arrivo venerdì 5 agosto, riunione sabato 6 agosto e partenza domenica 7 agosto. . - Organizzazioni Indigene e Popoli Indios del Messico: arrivo venerdì 12 agosto, riunione sabato 13 agosto e partenza domenica 14 agosto. . - Organizzazioni sociali di Sinistra: arrivo venerdì 19 agosto, riunione sabato 20 agosto e partenza domenica 21 agosto. . - Organizzazioni Non Governative, artistiche, culturali, gruppi, collettivi, eccetera: arrivo venerdì 26 agosto, riunione sabato 27 agosto e partenza domenica 28 agosto. . - Donne, uomini, anziani, bambini e bambine, a titolo individuale, familiare, di comunità, strada, quartiere, o vicinanza: arrivo venerdì 2 settembre, riunione sabato 3 settembre e partenza domenica 4 settembre. . - Altri (cioè quelli che non hanno potuto partecipare a nessuna degli appuntamenti precedenti): arrivo venerdì 9 settembre, riunione sabato 10 settembre e partenza domenica 11 settembre. Noi calcoliamo che, col vento a favore, potremmo già emettere una dichiarazione pubblica congiunta (cioè non più solo l'EZLN, ma di tutti quelli che si sono messi d'accordo) il 16 settembre. Con questa dichiarazione pubblica e già con una commissione di tutti quelli che entreranno nell'attività, continueremmo a riunirci con gruppi e persone cheaderiranno a questa iniziativa. Bene, vi stiamo avvisando per tempo affinché continuiate a vedere e preparare come nominare delegati o rappresentanti, il costo del viaggio, il soggiorno, la coperta, il telo di nailon (sta piovendo molto e pioverà ancora di più), la torcia, le pile, gli stivali per il fango, i documenti, il quaderno e la penna per prendere appunti e così informare puntualmente i vostri compagni, eccetera. Vi chiediamo il favore di portarvi qualcosa per il la vostra alimentazione che preparete voi stessi, per non essere di peso nelle comunità che, generose come sempre, ci accoglieranno. Ed alle organizzazioni, gruppi e collettivi chiediamo di non venire tutti in una volta, ma di nominare alcuni o alcune per questo lavoro, in modo che si possa discutere e prendere accordi, perché se siamo in troppi diventa un chiasso e ci perdiamo via a discutere, ed i politici la fanno finita con il nostro paese prima che noi ci siamo messi d'accordo per impedirlo. E a tutti e tutte chiediamo di mettercela tutta perché abbiamo qualcosa da perdere: la Patria. Bene. Salute e che il cuore batta dove già si trova, cioè, a sinistra. Dalle montagne del Sudest Messicano Per la Commissione Sesta del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale Subcomandante Insurgente Marcos Messico, Luglio 2005 - Comunicato del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale 13 luglio 2005 Al popolo del Messico Questa è la nostra parola: Primo. L'EZLN ha designato una commissione della sua direzione affinché s’incarichi di tutto quanto in relazione con le attività per portare avanti la Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona ed affinché lavori, in maniera congiunta e rispettosa, con le organizzazioni, i gruppi, i collettivi e gli individui che si uniranno a questa nuova iniziativa civile e pacifica in Messico. Secondo. La Sesta Dichiarazione è chiara nei suoi contenuti e propositi, per cui è stata compresa dai suoi destinatari. Solo i politici e gli impresari messicani hanno dimostrato di non aver capito nulla e non hanno perso l'occasione di cadere nel ridicolo. Terzo. L'EZLN ha letto, con rispetto ed attenzione, le diverse analisi scritte su questa iniziativa. Ringraziamo chi ha avvertito dei rischi e pericoli ed ha dato la sua opinione e consiglio sulla migliore rotta e sui passi da intraprendere per andare avanti. Inoltre, l'EZLN ha preso nota delle molte adesioni che ci sono giunte da diversi canali. Quarto. Per ordinare e sistematizzare tutto questo, in accordo con la rivista messicana di sinistra Rebeldía, l'EZLN avvisa che le adesioni, le disponibilità a lavorare congiuntamente, i commenti positivi e negativi, le critiche costruttive e distruttive, appoggi, rifiuti e ripudi, alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona dovranno essere inviati ai seguenti indirizzi di posta elettronica. Per aderire alla Sesta Dichiarazione e per collaborare attivamente, congiuntamente con l'EZLN nel progetto per una Campagna Nazionale con un'Altra Politica, per un Programma Nazionale di Lotta di Sinistra ed una Nuova Costituzione, l’indirizzo di posta elettronica è conlasexta@revistarebeldía.org. Vi chiediamo il favore di inserire qualche vostro riferimento per comunicare con voi, mantenervi informati di tutto e per potervi invitare alle riunioni ed attività che si realizzeranno. Per tutto quanto è contro la Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, l’indirizzo di posta elettronica è contralasexta@revistarebeldia.org. Tutte le opinioni contrarie saranno lette ed analizzate con serietà. In generale, per qualunque informazione, consultare la pagina web: www.revistarebeldia.org. Quinto. La commissione dell'EZLN incaricata del lavoro per il compimento della Sesta Dichiarazione stenderà, il primo agosto 2005, un primo elenco delle persone e delle organizzazioni di sinistra che si uniranno a questo lavoro per realizzare con loro una serie di riunioni di discussione e di lavoro, programmate per gruppi e comunicate col dovuto anticipo. Sesto. Chiediamo rispettosamente alle organizzazioni politiche e sociali, indigene, non governative, culturali, artistiche, scientifiche, di genere, omosessuali, lesbiche, transessuali, ognuno-come-gli-pare, gruppi, collettivi e qualunque altro tipo di raggruppamento di nominare i loro delegati o rappresentanti per assistere a dette riunioni di lavoro. Democrazia! Libertà! Giustizia! Dalle montagne del Sudest Messicano Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale Messico, Luglio 2005 "La Jornada" dai suoi inviati in Chiapas - da "La Jornada", 16 luglio 2005 La JBG Camino del futuro riapre le sue strutture CON FESTE E BALLI GLI ZAPATISTI CESSANO L'ALLERTA ROSSA Anche i consigli municipali riprendono le attività HERMANN BELLINGHAUSEN La Garrucha, Chis. 15 luglio. Con feste e balli le comunità della selva tzeltal hanno cessato l'allerta rossa. La giunta di buon governo (JBG) "Camino del futuro", oggi ha riaperto le sue strutture ed i quattro consigli municipali ricevono di nuovo nei loro uffici. La musica è durata tutto il giorno. In realtà, la festa era iniziata già da ieri, giovedì. Effettivamente ha "svegliato" la comunità, capoluogo del municipio ribelle Francisco Gómez, a conclusione di diverse settimane di ritiro della popolazione e chiusura del caracol "Resistencia hacia un nuevo amanecer". All'altezza del villaggio, la strada sterrata è piena di gente e veicoli, come i dintorni del centro di governo autonomo. Un mare di tende di náilon (plastica), rudimentali tende a montagna, circonda la spianata centrale trasformata oggi in pista da ballo. Qui si sistemano i visitatori. Lo spirito è di festa. Le ragazze risplendono cosicché i ragazzi non possono far altro che invitarle a ballare. Era da molto tempo che il sottoscritto non vedeva tanti bambini scatenati in una celebrazione zapatista. Gli uomini salutano e sorridono. Alla festa partecipano almeno un migliaio di indigeni provenienti dalle diverse regioni che compongono questo caracol, i municipi San Manuel, Francisco Villa, Francisco Gómez e Ricardo Flores Magón. Sembra che anche negli altri quattro caracoles si stiano svolgendo feste simili. Per questa notte si aspetta di ricevere un messaggio della giunta zapatista. La "commissione di vigilanza del buon governo" riceve La Jornada nel suo ufficio e concede l'autorizzazione a parlare con la JBG. A pochi metri, un murale occupa la facciata di legno di una seconda sede di questa commissione: un grande occhio presenta ai suoi lati sole e la luna, e da una milpa verde germogliano due mani che lanciano grani gialli di mais. Al centro, sulla porta, si legge: "Per tutti tutto." Realizzato da indigeni e da un collettivo della società civile che si firma solo come Errore! Tabellone non definito, il murale rivela un concetto della "vigilanza" abbastanza originale. Come sua facoltà, la JBG, con la riserva che gli è abituale, dice al sottoscritto che la festa che si sta svolgendo nel caracol, per adesso è "tutto quella che gli zapatisti di qua hanno da dire." Nel pomeriggio, in maniera molto selvaggia e propiziatoria, arriva un forte acquazzone che mette a dura prova l'efficacia dei "tetti" di náilon e per un attimo interrompe le cumbias e le linee elettriche. Si teme che vada via la luce (cosa che succede quasi ogni giorno) ma mi raccontano che nemmeno questo ha fatto interrompere il ballo ieri sera, che poi è durato fino a tardi. La musica ritorna non appena spiove e poco dopo tutti ballano. Una pietra sul cammino. Un bambino piccolo agita una straccio arancione all'inizio di una curva pericolosa della strada che attraversa Huixtán. Molto piccolo, forse di sei anni. Solo. I veicoli diminuiscono la velocità. Metri più avanti, la madre del bambino, con i capelli annodati a coda di cavallo sulla testa, come un alto ciuffo, con la metà sinistra del corpo curava suo figlio e gli faceva segni. Con l'altra metà di sé controllava l'estremo opposto della strada, un rettilineo. Nello stesso tempo, guardando davanti, conversa con suo marito, forse gli dà indicazioni. L'uomo, un contadino tzeltal in apparenza molto povero, brandisce con forza un maglio che picchia contro una roccia abbastanza grande da bloccare tutta una corsia della strada San Cristobal de las Casas-Ocosingo. Lo smottamento è avvenuto ai bordi della sua casa ed egli ha compreso che rappresentava un serio pericolo per gli automobilisti. Il compito di frantumare l'immensa roccia sembra titanico, forse impossibile. I pezzi che stacca il maglio sono piccoli. Questo Sisifo ha deciso di non spostare la pietra. Da solo non ce la farebbe. A differenza del personaggio mitico, il suo progetto è rompere la roccia, rimuoverne poi i pezzi, e così ha fatto. Questo piccolissimo e fragile nucleo familiare ha messo a rischio la pelle per preoccuparsi degli altri. Nessuno ha ordinato loro di farlo. Nessuno li paga. L'incidente illustra molto bene il modo con cui gli indigeni affrontano i problemi che sono loro ma anche degli altri. Quando non importa l'affiliazione religiosa né i contenuti politici del loro pensiero per capire quello che è di tutti ed assumersene la responsabilità che compete. - da "La Jornada", 17 luglio 2005 Annunciano che ora le basi vigileranno sul lavoro delle JBG FESTEGGIATA TUTTA LA NOTTE LA FINE DELL'ALLERTA ROSSA Gli zapatisti anticipano che come parte della nuova fase di lotta porteranno il loro messaggio ad altri gruppi in condizioni vulnerabili HERMANN BELLINGHAUSEN La Garrucha, Chis., 16 luglio. Ieri sera, nel caracol "Resistencia hacia un nuevo amanecer" c'erano solo due modi per interrompere il ballo: un altro acquazzone, o l'energica apparizione della giunta di buon governo (JBG) "Camino del futuro" per rivolgere "alcune semplici e brevi parole" alle basi di appoggio dell'EZLN ed alla società civile. "Il motivo della nostra festa è per la fine dell'allerta rossa, perché avevamo chiuso i nostri uffici per prevenire qualunque tentativo del governo di attaccare i nostri fratelli mentre facevamo la nostra consultazione". Verso mezzanotte, "la compagna Carla" ha preso il microfono dei musicisti per parlare a nome della JBG, facendo riferimento al risultato della consultazione, dove i popoli zapatisti hanno deciso di "formare una coalizione di organizzazioni nazionale ed internazionale." A partire da oggi, ha aggiunto, "nei caracoles le basi di appoggio vigileranno affinché il governo autonomo compia il suo dovere. In 12 anni la nostra organizzazione ha fatto progressi. Siamo maturati. Abbiamo anche dialogato con il governo. E per questo abbiamo ottenuto gli accordi di San Andrés." Davanti ad un migliaio di indigeni, illuminati da luci sparse, la giunta zapatista ha dichiarato che, nonostante gli sforzi dei popoli, "i padroni ed i potenti hanno ucciso il dialogo". Carla, madre di famiglia ed ora governante zapatista, ha segnalato che, come prodotto della consultazione e dei cambiamenti della sua organizzazione, gli zapatisti d'ora in poi porteranno la loro parola in molte parti. "Andremo a parlare con tutti i settori non protetti e sfruttati. Con loro chiederemo il compimento dei 13 punti che hanno dato origine alla nostra lotta." Ha segnalato: "Non importano le conseguenze che potranno avere le nostre nuove azioni. Insieme avremo la forza." Poi ha preso la parola "il compagno Gustavo" che ha ripetuto il messaggio in tzeltal, in termini più coloriti e dettagliati, facendo riferimento al tradimento dei tre poteri dell'Unione e dei partiti politici ed al viaggio che effettueranno prossimamente gli zapatisti nei diversi stati della Repubblica. Un altro membro della JBG, di buon umore, con tutta l'ironia tzeltal, ha detto per concludere il breve evento politico: "Ora che sapete perché c'è la festa, festeggiamo fino a che il corpo ce la farà e credo che sarà fino all'alba." E così è stato. Le cumbias sono durate la notte intera, e così le coppie che ballavano e appena s'è fatto chiaro, quasi senza soluzione di continuità, i motori dei primi camion si sono messi in moto. E dal ballo al camion, senza dormire, centinaia di indigeni hanno preso le strade della selva. Impercettibilmente, come per magia, si sono tolte le tende dell'improvvisato accampamento ed al sorgere del sole rimanevano solo alcuni bastoni nel fango e gli ultimi gruppi di famiglie e giovani, accorsi alla riapertura del loro caracol, in attesa della partenza dei loro veicoli. Nello stesso tempo, iniziavano ad arrivare i gruppi di società civile interessati ai progetti dei municipi autonomi, ed i primi campamentisti. Uno di loro ieri sera, quando la festa durava già da molte ore e non sembrava essere prossima alla fine, così commentava: "Non posso immaginare una festa di questo tipo, con musica ed allegria, ed inoltre dove tutti bevono alcool. Sarebbe completamente diversa." Per incominciare, nessuno sarebbe arrivato vivo all'alba. E questi zapatisti sono tutti arrivati all'alba, pronti a tornare alle loro comunità nelle altre valli da qui ai Montes Azules, alcune a più di sette ore di viaggio. Alcuni in auto, altri a piedi in montagna. Quando Carla nel suo discorso citava la possibilità di essere attaccati e ribadiva quanto detto nei recenti comunicati del CCRI-CG dell'EZLN, circa i rischi che significa questa nuova tappa della lotta zapatista, non diceva parole solo per dirle. Secondo una folto numero di testimonianze raccolte da La Jornada nei giorni scorsi, tutto indica che su diverse regioni indigene del Chiapas ribelle si aggira un nuovo fantasma di contrainsurgencia paramilitare (direttamente legato alla struttura del PRI) che in alcune parti delle valli e della zona nord minaccia già in maniera esplicita le comunità ribelli. E' notevole che festeggino oggi le loro strutture di governo, con evidente allegria, comunità indigene che, dopo molti anni di lotta, vedono che la lotta ancora continua. "E manca un chingo", diceva ieri sera un indigeno che commentava la questione. E per di più, lo diceva ridendo. (Traduzione Comitato Chiapas “Maribel” – Bergamo)

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