mercoledì 31 agosto 2005

31/08/2005 | Il movimento argentino e il "prete piquetero"


MARCHE - Un profondo legame unisce le realtà di autorganizzazione sociale in Italia e nelle Marche al movimento piqueteros argentino. Un rapporto nato dal lavoro in comune condiviso in questi anni e culminato con la carovana organizzata dall'ass. Ya Basta! in Argentina nell'ottobre scorso. Questa volta è il movimento ad invitare qui in Italia Alberto Spagnolo, portavoce del Movimiento Trabajadores Desocupados di Solano ed ex-parroco della Chiesa di Nuestra Senora de Las Lagrimas (Solano). La sua presenza sarà occasione di incontro e confronto sulle attuali esperienze di autonomia e resistenza sperimentate in America Latina come in Europa. Laboratorio Sociale AQ16, via F.lli Manfredi, 14 (ex Foro Boario) - Giovedì 22 settembre, ore 21.00 Bologna presso il centro sociale TPO, viale lenin 3 per info: 051-5873066 yabasta.bologna@tin.it - Venerdi 23 settembre, ore 21.15 Rimini - vai all'articolo su GlobalProject presso il Laboratorio Occupato P.A.z. - via montevecchio, 7 info: 339/7688990 - 0541/751653 Come raggiungere il L.O. P.A.z. - Sabato 24 settembre, ore 18.00 Genova presso Palazzo Ducale (Piazza Matteotti 9) Incontro con Alberto Spagnolo e Don Andrea Gallo - Lunedì 26 settembre, ore 20.00 Monfalcone presso l'Officina Sociale - via Natisone, 1 - Martedì 27 settembre, ore 19.30 Trieste - vai all'articolo su GlobalProject presso la Casa delle Culture - via Orlandini, 38 ­ - I giorni 28,29 e 30 settembre Appuntamenti nel Nord-est - Giovedì 29 settembre, ore 21.00 Vicenza presso il Nuovo Capannone Sociale "Dall'argentina al Chiapas,come cambiano le lotte in America Latina. immagini e racconti." con: Alberto Spagnolo, Wilma Mazza e Giovanna Gasparello. - Venerdì 30 Settembre, ore 20.00 Treviso - vai all'articolo su GlobalProject all'interno di Bastion contrario: Festa del precariato sociale Treviso - Bastioni San Marco - Domenica 2 ottobre, ore 18.00 Roma - vai all'articolo su Altremappe presso il csa Corto Circuito - via Filippo Serafini, 57 Incontro con Alberto Spagnolo, Don Vitaliano Della Sala, Nunzio D'Erme con la partecipazione di Ya Basta! Marche Info: tel 06/7217682 Alberto Spagnolo, il «prete piquetero» del Movimento dei Lavoratori Disoccupati di Solano, Gran Buenos Aires Alberto Spagnolo ha 39 anni e nasce a San Fernando, Provincia di Buenos Aires, da una famiglia di lavoratori: la madre operaia tessile, il padre costruttore, nove figli in tutto e molti parenti con esperienze di militanza politica negli anni ’70. Nel 1983 iniziano i primi contatti con il mondo del cristianesimo di base e nel 1984 entra nel seminario di San Isidro, per due anni. Qui fa le sue prime esperienze con i sacerdoti che praticano la Teologia della Liberazione e dell’opzione dei poveri, che continua a Quilmes dove termina gli studi seminariali e nel ’95 si ordina sacerdote. “Tutti questi anni di seminario furono anni di lavoro e militanza, partecipai alle occupazioni delle terre ed al “consiglio degli insediamenti” per promuovere la resistenza contro gli sgomberi” (A. Spagnolo da una intervista di Ya Basta! Ottobre '04) Le prime occupazioni organizzate di terre statali, risalenti al 1981, quindi in piena dittatura, si svolsero a Quilmes ed Almirante Brown. La necessità di attendere ai problemi derivati dalla mancanza di alloggi condusse migliaia di famiglie, solitamente molte emigrate dalle province più povere dell’interno dell’Argentina, ad esercitare questa pratica, appoggiata allora dal clero locale. Questi primi movimenti ecclesiali di base facevano riferimento a Padre Berardo che, formatosi in Brasile, aveva conosciuto alcuni di quei movimenti che poi fonderanno l’MST, Movimento Sin Tierra. Tali pratiche furono presto imitate in altri municipi del Conurbano, soprattutto a La Matanza, e resta ancor oggi una pratica diffusa tra gli MTDs, in special modo quelli di Lanùs, l’MTD 26 di Giugno, l’MTR e naturalmente l’MTD Solano. Le occupazioni erano organizzate in modo da costituire degli insediamenti che rompessero con il degrado ambientale e sociale della “villa” o “favela”, che riproduce in modo caotico l’oppressione ed il disagio urbano: ad ogni famiglia spettava il medesimo lotto di terra e l’intero assembramento veniva progettato e concordato preventivamente in assemblea per evitare proliferazioni incontrollate di costruzioni e baraccopoli; venivano inoltre lasciati degli spazi pubblici, non occupabili, che costituivano gli agorà della comunità. Dalla fine anni ’80 gli elementi più compromessi con la Teologia della Liberazione vengono epurati e Spagnolo, nel ’95 diventa parroco di Solano, nel municipio di Quilmes: “Il panorama era desolante, fame, inondazioni, ospedali smantellati e noi ci mettemmo a lavorare e ci organizzammo.” (A. Spagnolo da una intervista di Ya Basta! Ottobre '04) La popolazione di Solano è di circa 150.000 abitanti in una zona di 18 km quadrati. Impossibile avere dati statistici ufficiali della provincia di Quilmes e ciò è indicativo dell’abbandono da parte dello Stato. Irregolare distribuzione d’acqua potabile e rischio di inondazioni di interi quartieri in periodi di grandi piogge; a questo panorama si somma la desolante presenza di centinaia di fabbriche inattive, abbandonate, conseguenza del processo di deindustrializzazione degli ultimi dieci anni. Le fabbriche che sono in funzione producono una considerevole quantità di residui altamente tossici. Come conseguenza di anni d’inquinamento si verificano gravi alterazioni della salute della popolazione, diventate ormai malattie croniche. Spagnolo partecipa alla nascita dell’MTD, Movimento di Lavoratori Disoccupati di Solano, sorto attorno al tessuto associativo della zona del quartiere San Martin ed ai residui dei conflitti innescati dagli insediamenti degli anni ’80. Alcuni dei barrios dove più forte è la presenza dell’MTD, San Martin Santa Rosa e La Sarita, sono proprio i vecchi insediamenti occupati dai movimenti ecclesiastici di base, di cui resta la tensione verso la sperimentazione di forme di democrazia diretta e di un’organizzazione politica radicalmente assembleare e partecipativa votata alla risoluzione dei problemi pratici ed antideologica. I primi spazi assembleari coinvolgono sia nuclei familiari indigenti e senza casa, sia lavoratori disoccupati, conseguenza della massiccia deindustrializzazione del distretto di Quilmes. “E’ difficile trovarsi d’accordo su ciò che ognuno progetta per il futuro, però è chiaro che non possiamo disperderci altrimenti ci indeboliamo. I compagni vengono da diverse esperienze e con differenti idee. Arrivavano persone influenzate da settori cristiani e compagni che avevano militato, ma la maggior parte non aveva nessuna esperienza con la politica che non fosse l’ andare a votare. Ci fu l’esempio dei piqueteros a Cutral Co e delle loro assemblee, ed abbiamo accolto questo modo di organizzarci all’ insegna dell’ orizzontalità. Molte esperienze rivoluzionarie sono state frustrate dalle direzioni che si ponevano sopra la testa della gente. Non vogliamo personalismi né leaderismi. Per questo sosteniamo l’orizzontalità, la democrazia diretta e l’ autonomia.” (A. Spagnolo da “A las calles” pag. 38) E' il 1997 e scoppiano le contestazioni contro la Presidenza neoliberista di Menem ed il clientelismo del potente Governatore della Provincia di Buenos Aires Duhalde, sull’onda della diffusione della pratica del “corte de ruta” (risignificazione del tradizionale picchetto, forma di lotta del movimento sindacale e operaio, nel blocco organizzato delle grandi arterie stradali nazionali e della circolazione delle merci, specialmente quelle legate al commercio internazionale del MERCOSUR e dell’ALCA, finalizzata a richiamare l’attenzione dei vertici politici nazionali e provinciali verso il dramma della disoccupazione, dell’esclusione e della povertà) nell’ intero Conurbano di Buenos Aires. Il movimento a Solano si concentra sull’esperienza dell’occupazione della chiesa parrocchiale Nuestra Senora de Las Lagrimas, ubicata in San Martin, da parte di famiglie indigenti e sfrattate, col consenso e la partecipazione di Alberto Spagnolo. L’occupazione diventa momento catalizzatore delle assemblee dei disoccupati, delle vertenze e delle lotte di quartiere per condizioni di vita più degne e della crescita di un diffuso rifiuto per le pratiche clientelari e corrotte dei punteros peronisti (rappresentanti e faccendieri locali dell’apparato di potere peronista). Dopo 2 anni la Chiesa viene sgomberata con la forza dalla polizia e Spagnolo allontanato dai vertici ecclesiastici nazionali ma il movimento continua a diffondersi. “Duhalde mi denunciò più volte di essere un istigatore di fronte ai Vescovi di Quilmes Jorge Novak y Gerardo Farrell che mi volevano obbligare a smetterla con i disoccupati e mi chiesero di far sgomberare la Chiesa. La mia risposta fu negativa e realizzammo un’ assemblea con 1500 persone per chiedere al vescovo perché obbediva a Duahlde e non alla propria comunità. Il Vescovo non ci rispose, la parrocchia restò occupata. Alla fine mi sospesero e sgomberarono la Chiesa.” (A. Spagnolo da una intervista di Ya Basta! Ottobre '04) L'MTD si definisce “movimento popolare, rivendicativo, sociale e politico, integrato da donne e uomini lavoratori disoccupati.” "In ogni quartiere che compone il nostro movimento si realizzano assemblee settimanali, essendo quello l’ambito di discussione e decisione per eccellenza. La nostra lotta è per Lavoro, Dignità e Cambiamento sociale. I nostri principi ed accordi organizzativi Autonomia, Democrazia Diretta e Orizzontalità. Per questo diciamo che il movimento non ha dirigenti e che non privilegia nessun compagno rispetto agli altri. LAVORO, perchè è ciò di cui ci privano e lo esigiamo come diritto improcrastinabile, perchè siamo parte della cultura del lavoro che con tanta lotta e sacrificio forgiarono i migliori uomini della nostra terra. DIGNITA', perché senza dignità non c'è futuro. Perché nonostante le difficoltà non perdiamo la nostra dignità, non ci arrendiamo e non ci consegniamo, poiché abbiamo ereditato la dignità dalle lotte storiche dei nostri antenati, e la manteniamo viva come principale bandiera verso il futuro che desideriamo per i nostri figli. CAMBIAMENTO SOCIALE, perché questo futuro degno dovrà essere costruito su una società degna e ugualitaria, e per questo si dovrà trasformare alla radice questo sistema nel quale, chiunque governi e qualsiasi programma si applichi, poco cambierà se non si elimina definitivamente lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. ORIZZONTALITA'. Nel nostro movimento non ci sono posizioni gerarchiche, si delegano ai compagni responsabilità che possono essere revocate dall'Assemblea, che è sovrana. Nessuno sta al di sopra di un altro. AUTONOMIA. E' uno dei pilastri di tutti i movimenti, conserviamo l'indipendenza dai partiti politici, centrali sindacali e chiese, per non rimanere impigliati in interessi estranei alle nostre autentiche necessità. DEMOCRAZIA DIRETTA. Le decisioni sono prese nell'assemblea di quartiere, che con il tempo diventano sempre più partecipative e assicurano il protagonismo della maggioranza." (da http://www.solano.mtd.org.ar/) L’MTD cresce attraverso le lotte per l’autogestione dei sussidi statali e provinciali per disoccupati (arriva a gestire oltre 1400 sussidi sebbene non tutti i partecipanti riescano a possederne uno e nonostante la volatilità e temporaneità dei sussidi stessi) che mandano in crisi l’apparato clientelare peronista, pur essendo uno tra i primi movimenti piqueteros a ravvisare in tale risorsa un limite e un rischio, l’eccessiva dipendenza dall’assistenza statale. Si inizia così ad utilizzare tali risorse per sviluppare un lavoro territoriale nei propri quartieri: l’MTD diventa una sorta di agenzia sindacale informale che si occupa di tutti i problemi inerenti i quartieri in cui opera, e quasi una sorta di municipio parallelo. Attualmente l’MTD detiene propri “galpones” (spazi d’incontro e di sviluppo delle iniziative del movimento) in 6 barrios (quartieri) compresi nella municipalità di Quilmes o nelle sue vicinanze: quello “storico” in San Martin, uno in IAPI, in Monteverde, uno in Berazategui (municipalità confinante), Santa Rosa nella municipalità di Florencio Varela, La Sarita. Altri 2 galpones, un tempo interni all’MTD Solano, Claypole e La Florida, hanno dato vita ad altri MTDs. La maggior parte dei laboratori produttivi del movimento si svolgono in 2 centri polivalenti delle Madres, uno in San Martin e uno in Rocanegra. Tra le attività portate avanti: occupazione di terre pubbliche per uso abitativo, edilizia popolare, gestione di orti e campi collettivi a uso coltivazione, allevamento di bestiame (suino, ittico, pollame…), serigrafia, artigianato di cucito e di lavorazione del cuoio, mensa popolare e assistenza alimentare infantile, panetteria, gestione di un bar e di un punto ristoro all'università di lettere e filosofia della UBA (università di Buenos Aires), strutture sanitarie di quartiere (farmacie, primo medicamento, corsi di formazione primo soccorso, salute mentale e terapia di gruppo…), ambiti di educazione popolare (alfabetizzazione, inglese, storia, filosofia, murga e arti popolari…), officina, manutenzione dei servizi elementari dei quartieri (sistema fognario, elettrico, stradale…). Ogni esperienza produttiva viene autogestita e discussa collettivamente nel tentativo di ricreare una cultura del lavoro non capitalista, scevra da forme di sfruttamento, tensione al profitto, separazione dal contesto locale e dalle necessità della comunità stessa. Il movimento dei lavoratori disoccupati di Solano è quello che più, al di là della grande eterogeneità e complessità dei movimenti di disoccupati argentini, tende a rifiutare barriere ideologiche e strumentalizzazioni politiche, consolidando ambiti reali di autorganizzazione di barrios e quartieri, assemblearismo, autogestione e orizzontalità, pratiche assolutamente democratiche. “Nei picchetti ci sono le nostre origini, anche se stiamo creando qualcosa di più dinamico, e questo è il dato interessante. C’è una nostra identità nel fare picchetti, però non è né definito né chiuso. Credo che sarebbe limitato se ci costringessimo solo nell’ identità piquetera” (A. Spagnolo da "Lettere di un piquetero tra gli zapatisti") L’MTD Solano si contraddistingue per il rifiuto della formalizzazione dei ruoli e delle forzature dei tempi in luogo del rispetto dei differenti gradi di partecipazione dei propri membri e delle diverse temporalità interne a ciascun movimento. L’MTD Solano non prevede "livelli bensì modalità diverse di impegno": “ci sono criteri organizzativi che sono collettivi. Per esempio c’è l’accordo che quanto otteniamo sia per tutti, però per tutti quelli che lottano. Si tratta di non generare assistenzialismo; non vogliamo formare una commissione che distribuisca le merci, e che poi la gente se ne torni a casa. No, qua si genera coscienza della lotta” (A. Spagnolo da “Hipotesis 871, mas alla del corte de ruta” pag. 71). Si approfondiscono le tematiche dell’autonomia e del lavoro territoriale in direzione dell’ “orizzontalità” e della creazione di forme di “sovranità non statale”. “Molti credono che la massa misuri il successo di un’esperienza organizzativa. Per noi è molto relativo: essere molti non significa necessariamente crescere; a Solano si invita ad un progetto. E’ un invito, non un’ imposizione, non prendiamo la gente come ostaggio con un piano “jefes y jefas”, o per un sostegno alimentare. E’ di più. E’ l’invito ad essere parte di un progetto che trascenda il rivendicativo. Una crescita di persone che vogliono ridurre il grado di dominio…in una relazione di dominio con la propria gente, o di condizionamento attraverso le proprie necessità non si può generare nessun cambiamento sociale.” (estratti dell’ intervista ad Alberto Spagnolo dell’ MTD Solano “Quelli che uscirono dalla Veron”, su http://www.lafogata.org/ del 3-11-03) Non si tratta tanto di costruire contropotere o potere popolare ma un antipotere qualitativamente diverso dal primo. La pratica dell’autonomia (verso la stato, i partiti, la Chiesa come verso le avanguardie politiche ed i conflitti egemonici) conduce al rifiuto di ogni inclusione possibile, di ogni velleità dialettica di confrontarsi col potere, di ogni necessità imposta dalla congiuntura e da temporalità esterne. Il quotidiano lavoro territoriale dell’MTD mira a generare una “situazione propria”, un mondo proprio agito dal punto di vista dei partecipanti al processo che, rifiutando ogni strategica determinazione politica proiettata al futuro, iniziano qui ed ora a costruire forme embrionali di una società diversa a partire dalla messa in questione e dalla produzione di nuovi valori sociali e nuove relazioni umane. Il 17 giugno 2001 la Gendarmeria reprime i cortes de ruta di Salta, Provincia del nord argentino, e dà vita ad una sorta di occupazione militare di General Mosconi con l’avallo del Governatore Romero e del Governo nazionale, le cui dichiarazioni (non si tratta di “un problema sociale ma di sicurezza”) sono amplificate dai media nazionali, cui si nega però la possibilità di seguire in diretta lo svolgersi delle operazioni. Un gruppo di piqueteros bonaerensi dell’MTR e degli MTDs tra cui è presente Alberto Spagnolo, il cui esempio sarà poi seguito da Hebe de Bonafini, riesce a raggiungere Mosconi ed a spezzare il piano di disinformazione. A ciò contribuiranno i piqueteros della Gran Buenos Aires con tre immediate giornate di mobilitazione in piena Capital Federal. Il 6 luglio si organizza il primo blocco coordinato degli accessi alla Capitale: vengono picchettati per una intera giornata l’ autostrada che unisce Buenos Aires a La Plata, il Puente Pueyrredòn, il Puente Alsina e Puente Vèlez Sarsfield. Altresì per la prima volta non si chiedevano sussidi di disoccupazione, le richieste erano esclusivamente politiche e cioè il ritiro della Gendarmeria da Salta. Nel febbraio 2003 Spagnolo partecipa ad una serie di incontri alla Università Mc Gill di Montreal in Canada, con altri rappresentanti dei movimenti sociali latinoamericani. Nel maggio dell’anno seguente è alla UNAM, la Università di Città del Messico, con Evo Morales, Raul Zibechi, Ana Esther Cecena ed altri. Subito dopo a Puebla tiene degli incontri con John Holloway e, finalmente, nel luglio del 2004 visita le comunità zapatiste del Caracol de La Realidad. Riguardo agli zapatisti dice: “Tra l’ altro non c’ è nessuna speranza né volontà di prendere il potere, vincere le elezioni o qualsiasi altra cosa. Non ci lasciamo distogliere da questo ed impieghiamo le nostre energie nei luoghi dove è possibile costruire. Il mondo sarebbe molto migliore se invece che a stare a pensare a come prendere il potere, si iniziasse a plasmare pratiche concrete. Se in Brasile un enorme movimento di sinistra come il PT non ha potuto imporre la sua politica, dov’ è in America Latina una organizzazione in grado di farlo? Non possiamo restare nella passività dell’attesa del Messia, di un capo o di un partito che prenda la situazione in pugno. Intanto, molte esperienze stanno dimostrando che molte cose si possono fare, che nulla è impossibile.” (A. Spagnolo da "Lettere di un piquetero tra gli zapatisti") «Oggi il movimento cresce, e non solo a Solano, e io sto lavorando in una fattoria con alcune terre occupate per produrre cibo per i nostri bambini ed i nostri anziani, contento di stare col popolo e non con gli oppressori, praticando l’ allegra ribellione » (A. Spagnolo da un'intervista di Ya Basta! Ottobre 04) - "Zapatisti e piqueteros argentini", di Gloria Munoz Ramirez (da La Jornada, 6 agosto 2005) - "Speciale Argentina - Progetto MTD Solano piquetero" Approfondimenti sul Mtd Solano e il movimento dei piqueteros in Argentina (a cura di Ya Basta!) - "Una proposta autonoma di salute" Il progetto di ambulatorio popolare sostenuto da Ya Basta! Marche. - "Diario Carovana Ya Basta! 2004" - Lo speciale sul viaggio in Argentina dell'ottobre scorso. - Visita il sito della rivista digitale La Fogata - Il sito del Mtd (Movimiento Trabajadores Desocupados) Solano - Il sito dell'Associazione Ya Basta! ____________________________________________________________________________________ Per informazioni e contatti sulle attività dell'Ass. Ya Basta! e la collaborazione con l'MTD Solano (progetto Centro di Salute Autogestito) Associazione Ya Basta! Marche Via Colocci 11, Jesi 60035(An) tel/fax: 0731/5060 e-mail: yabastamarche@libero.it http://www.yabasta.it/