venerdì 10 luglio 2009

Contro il G8, Senza Frontiere!

9 / 7 / 2009
Ancona: Bloccata la Nave dei Rimpatri, il corteo di 2.000 manifestanti entra nella zona rossa del porto
Poco prima del corteo, i movimenti bloccano le operazioni di una delle navi dirette a Patrasso
Aggiornamento ore 21:00 - Il corteo dopo aver occupato la zona rossa del porto ed aver simbolicamente rilasciato in mare dei fiori di loto, torna in piazza dopo aver trasformato in realta' ad Ancona una giornata senza frontiere e senza zone rosse.
Aggiornamento ore 20:30 - Il corteo di 2.000 persone entra nel porto, al di là nella zona rossa.
Oggi ad Ancona abbiamo abbattuto tutte le frontiere.
Aggiornamento ore 20:10 - 2000 persone in attesa di entrare dentro il porto.
Determinati ribadiscono che non c'è zona rossa e nessuna frontiera oggi ad Ancona.
Aggiornamento ore 20:05 - Il Corteo è in attesa di entrare dentro il porto.
In contemporanea alla manifestazione di Ancona, a Patrasso i movimenti ricordano l'orrore del campo lager e delle misteriose scomparse di tantissimi migranti.
Aggiornamento ore 20:00 - Il Corteo diventa sempre piu' grande mentre si avvicina al Porto.
Aggiornamento 19:50 - Il corso principale di Ancona e' occupato da oltre 1000 persone insieme per riaffermare che oggi è la giornata senza zone rosse e senza frontiere.
Aggiornamento ore 19:00 - Il Corteo comincia a muoversi per il corso principale di Ancona dopo che all'interno del porto il blocco degli attivisti è durato oltre un'ora.
Il corteo vuole entrare dentro il porto ed oltre le reti per ribadire che oggi è la Giornata Senza Frontiere.
Aggiornamento ore 18:40 - Nel porto di Ancona è in corso la conferenza stampa di fronte alla nave bloccata dagli attivisti delle Comunità Resistenti delle Marche, Ya Basta Marche e Ambasciata dei Diritti.
E' stato ricordato Amir, il ragazzo morto proprio in questo porto nel tentativo di sfuggire ai controlli di quello che è ormai uno dei bastioni della Fortezza Europa.
I movimenti ribadiscono l'apertura del territorio, che è ospitale e solidale con i migranti e con chi fugge da situazioni terribili come i conflitti che la guerra globale permanente scatena in tutto il mondo.
Ore 18:00 - In questo momento decine di attivisti stanno bloccando le operazioni di una delle navi della linea Superfast nel porto di Ancona, nell'ambito della giornata "Senza Frontiere" promossa dai movimenti marchigiani.
Il porto è circondato dalla polizia sin da stamattina, ma nonostante questa blindatura l'azione di blocco è pienamente riuscita.
La nave è una di quelle utilizzate dai migranti provenienti da Patrasso, in cui è presente un campo che accoglie migliaia di profughi in fuga dai teatri di guerra mediorientali e asiatici, che spesso trovano la morte cercando di sfuggire ai controlli e alla militarizzazione dei porti.
Chi viene scoperto infatti viene rimbarcato e rispedito indietro, senza alcuna procedura di verifica sul diritto d'asilo.
Tra pochissimo, alle ore 19 partirà la manifestazione in partenza da Piazza Roma sui diritti di cittadinanza per i migranti, la parola d'ordine con cui hanno scelto di attraversare il g8 dislocato, da Vicenza al No G8 romano.
Finirà di fronte alla sede della Polizia di frontiera, sempre nel porto della città di Ancona.
Partecipano le reti dell'Emilia Romagna, dell'Umbria, e gli studenti marchigiani dell'Onda, che chiedono anche la libertà dei 21 arrestati lunedì nell'ambito del'operazione Rewind.
Video corteo NO G8 in Ancona:

lunedì 6 luglio 2009

Giovedì 9 luglio diamo il benvenuto al G8!


Da Vicenza all’Aquila, da Roma ad Ancona, dal 2 al 10 luglio a contestare il G8 della crisi saranno le comunità che difendono i beni comuni dalla devastazione ambientale e dalle basi di guerra, che si battono per il reddito, il diritto alla casa, per estendere spazi di libertà contro i dispositivi autoritari.
Quelle comunità che vogliono riprendersi il diritto di decidere sul loro futuro, e rivendicare indipendenza e autonomia.
Quelle comunità che hanno intessuto reti solidali con le popolazioni abruzzesi colpite dal sisma che in quei giorni protesteranno contro la militarizzazione della gestione dell'emergenza e per un progetto di ricostruzione sociale dal basso.
Nelle Marche l'appuntamento é al Porto di Ancona, alle porte d'oriente dei nostri territori.
Porte che si vorrebbero chiuse al bisogno di libertà e dignità affidato al mare da migliaia di migranti.
Chiuse dalla frontiera della guerra all'umanità in fuga dall'oppressione e dalla disperazione.
Nel porto di Ancona ogni giorno si violano i più elementari diritti umani, si nega sistematicamente il diritto di asilo.
Ogni giorno, profughi e richiedenti asilo, uomini e donne che scappano dall'Afghanistan o dall'Iraq, vengono direttamente respinti dalla polizia di frontiera e reimbarcati nel viaggio di ritorno verso l'inferno del campo profughi di Patrasso. Uomini e donne che, come Amir, incontrano la morte soffocati nei container o schiacciati dai tir.
Giovedì 9 luglio vogliamo una Giornata Senza Frontiere:
una giornata per liberare il porto di Ancona dalle barriere e dalle gabbie dove si infrangono quei desideri di libertà e dignità che vengono dal mare.
Una Giornata Senza Frontiere per aprire alla cittadinanza senza confini lo spazio negato del porto, perché ritorni ad essere un bene comune di tutta la città.
Una Giornata Senza Frontiere per rivendicare l'indipendenza e l'autonomia delle comunità che vogliono rovesciare la crisi in opportunità di decisione comune sulla trasformazione del presente.
Una Giornata Senza Frontiere per dire basta alla vergogna dei respingimenti, per abbattere l'infrastruttura securitaria del nuovo razzismo aprendo le porte d'oriente alla libertà e ai diritti.
Ancona - Giovedì 9 luglio
Una Giornata Senza Frontiere
la Giornata Senza Frontiere avrà inizio con il concentramento della manifestazione alle ore 19.00 in Piazza Roma ad Ancona.
Comunità Resistenti delle Marche contro il G8
Ambasciata dei Diritti
Associazione Ya Basta! Marche
Il comunicato delle Comunità Resistenti delle Marche
Ancona, 9 luglio.
Per l'immediata liberazione di Marco, Anton e di tutti gli arrestati
La vasta operazione di polizia e magistratura che ha portato a perquisizioni in tutta Italia e a 21 arresti a carico di studenti e militanti dei centri sociali, ha colpito anche Marco e Anton, attivisti del Csa Oltrefrontiera di Pesaro, realtà storica delle reti di movimento nelle Marche.
Anton è attualmente agli arresti domiciliari, Marco è tutt'ora rinchiuso nel carcere delle Vallette.
Il salto di qualità nell'offensiva giudiziaria contro i movimenti offre la misura del restringimento dell'agibilità sociale delle garanzie democratiche in questo paese.
Un teorema insostenibile e un inconsistente impianto accusatorio, quelli costruiti dalla Procura di Torino sulle contestazioni studentesche del maggio scorso, per produrre arresti preventivi in relazione alla mobilitazione diffusa contro il G8.
Dove risulta evidente come la composizione dei soggetti individuati come responsabili ricalchi la mappa delle realtà sociali e studentesche protagoniste dei percorsi di mobilitazione.
Nelle università come nelle città e nei nostri territori, sono in tanti, studenti, precari, migranti, intere comunità che, contro la crisi, hanno scelto di difendere i beni comuni, hanno scelto di resistere e di riaffermare indipendenza e autonomia.
Chi crede che provocazioni e intimidazioni possano fermare tutto questo commette un grossolano errore di valutazione.
Lo dimostra la tempestiva reazione agli arresti in tutte le università italiane, lo dimostra la determinazione del percorso di contestazione diffusa al G8 inaugurato con la giornata dell'indipendenza di Vicenza.
Lo dimostrerà la stessa determinazione che le Comunità resistenti, gli attivisti dei centri sociali, gli studenti dell'Onda, porteranno in piazza anche ad Ancona giovedì 9 luglio per dare il benvenuto al G8 costruendo insieme la Giornata Senza Frontiere, contro la politica dei respingimenti e dei pacchetti sicurezza.
Per l'immediata liberazione di Marco, Anton e di tutti gli arrestati.
Comunità Resistenti delle Marche
Ambasciata dei Diritti
Ya Basta! Marche
Per costruire città senza frontiere, dall'Emilia Romagna ad Ancona
Contro il G8, stop ai respingimenti e al pacchetto sicurezza
Manifestazione ad Ancona, 9 luglio ore 19
Il 9 luglio la città di Ancona esprimerà la propria indignazione e rifiuto verso la violenza dei respingimenti illegali contro i migranti in fuga da terre martoriate da conflitti e povertà.
Il porto di Ancona, come altri luoghi che si affacciano sull'Adriatico, rappresenta oggi un nuovo territorio di quella guerra ai migranti che già si dispiega nelle acque del Mediterraneo e della Manica, nei deserti dell'Africa, nelle carceri della Libia e ovunque donne e uomini mettano in gioco le loro vite per sottrarsi ad ingiustizie ed affermare il diritto ad una esistenza degna.
Sulle navi provenienti da Patrasso arrivano ogni giorno ad Ancona migranti, spesso poco più che bambini, costretti a cercare in Italia uno spiraglio di umanità e futuro garantito dal diritto di asilo.
Convenzioni internazionali e qualche articolo di legge enunciano infatti tutele e diritti per chi cerca un luogo sicuro dove ripararsi da guerre, dittature ed occupazioni.
Ma anziché trovare accoglienza e protezione, i migranti sono accolti dai manganelli e dalla violenza della polizia di frontiera che li respinge in manette in Grecia, un paese che nega sistematicamente il riconoscimento dello status di rifugiato ed esegue deportazioni collettive verso la Turchia e verso l'Afghanistan, dove queste persone subiranno nuove torture e nuove violenze.
E' per sfuggire a questa crudeltà che i migranti sono disposti a legarsi sotto i tir, rischiando di finire sfracellati sull'asfalto, come è successo a Zaher, Amir e a tanti altri senza nome.
E mentre alle nostre frontiere si sbriciolano così gli ultimi brandelli del diritto di asilo, nei nostri territori facciamo i conti ogni giorno con il continuo restringimento dei diritti e delle libertà dei migranti, fino all'introduzione del reato di clandestinità che colpisce gli individui per una condizione subita ed imposta dalle leggi che, come la Bossi-Fini, impediscono di ottenere il permesso di soggiorno.
L'approvazione del Pacchetto Sicurezza interviene infatti in un contesto di enorme precarietà e sfruttamento delle vite dei migranti per sancire senza ambiguità che ogni presupposto di uguaglianza e democrazia è sospeso a discrezione del potere e dei suoi interessi, sostituito oggi con forme moderne ed articolate di apartheid, introdotte con abili campagne per aumentare la paura collettiva.
Restringimenti nell'accesso a diritti civili e servizi, permessi a punti, tasse di soggiorno, inasprimento dei criteri di ottenimento della cittadinanza italiana e ricongiungimenti familiari, insieme ad altri perversi ostacoli ad una serena vita quotidiana vanno a peggiorare ulteriormente la qualità dell'esistenza dei migranti, in una fase di crisi che espelle dal lavoro migliaia di persone privandole di reddito e di forme di tutela sociale.
Al contempo vediamo potenziato il sistema della detenzione amministrativa dei CPT/CIE - dove oggi i tempi di reclusione sono triplicati - anello strategico di una catena di controllo attraverso la quale gestire e governare i corpi in esubero, la manodopera divenuta inutile per il mercato ma preziosa per costruire l'immaginario della paura e del nemico su cui scaricare i costi della crisi.
Di ritorno dall'Independence Day di Vicenza, vediamo nella Giornata Senza frontiere di Ancona una risposta ai regimi di regolamentazione della mobilità delle persone teorizzati e praticati dai G8 e dai loro eserciti.
Contro le morti per frontiera, la proliferazione delle forme di controllo, la militarizzazione dei mari e delle città saremo alla manifestazione di Ancona per portare le lotte quotidiane che conduciamo nei nostri territori insieme ai migranti per l'accesso al reddito, alla casa, ai diritti, ai servizi, all'accoglienza reale e dignitosa per tutti, oltre che una pratica quotidiana di solidarietà e scambio su cui costruire comunità che sperimentano la nuova cittadinanza globale.
Stop ai respingimenti, chiusura dei CIE, libertà di movimento e diritti per tutti/e!
Gli Sportelli Migranti e le scuole di Italiano per migranti di Bologna, Reggio Emilia, Rimini e Parma*

*Centro Sociale TPO Bologna, Associazione Città Migrante Reggio Emilia, Lab Paz Rimini, Casa Cantoniera Autogestita Parma

Campagna Palestina Solidarietà: comunicato stampa conclusione boicottaggio Festival del Cinema di Pesaro













Il Festival del Cinema di Pesaro si è concluso e vogliamo rispondere a quelli che in questi giorni ci hanno criticato per il nostro appello al boicottaggio:
politici, semplici cittadini, critici cinematografici, partiti, ecc.

In linea di massima le critiche erano di tre tipi:
-- La cultura e il cinema non si boicottano perché sono una forma di comunicazione e dialogo tra culture ed è un modo per arrivare alla pace
-- Chi boicotta il festival del cinema per la presenza d’ Israele è un po’ razzista
-- I film presenti al festival del cinema sono di registi israeliani critici con il loro governo. Il festival presenta anche un film di un autore palestinese, quindi chi boicotta il festival non conosce la realtà israelo-palestinese e fa un clamoroso autogol.
Con ordine rispondiamo a tutti:
abbiamo ripetuto mille volte che il nostro non era un boicottaggio alla cultura ma, una forma di pressione sulle istituzioni israeliane.
In tanti hanno fatto finta di non capire e il ritornello è continuato, ben rappresentato dal “cinema che supera le barriere”.
Nei Territori Palestinesi Occupati però le barriere non sono di polistirolo ma di cemento armato, sono alte otto metri e i militari israeliani che le controllano sparano a vista.
Tra i tanti sostenitori del “cinema che supera le barriere” c’ è qualcuno che ricorda la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia che nel luglio 2004 ha dichiarato illegittimo il muro che Israele sta costruendo nei Territori Palestinesi Occupati?
Del resto è un vero peccato che di tanti estimatori del dialogo nessuno si è presentato all’incontro con Fida Qishta, cittadina di Rafah, che abbiamo organizzato il 25 sera nella sala del Consiglio Comunale. Eppure Rafah è gemellata con Pesaro.
L’accusa di razzismo nei nostri confronti è un insulto a cui rispondiamo con i fatti
Chi in questi giorni ha partecipato alle nostre attività è in prima fila nella lotta contro il razzismo strisciante che avvolge la nostra società.
Chi ha aderito al nostro appello usa il tempo libero per organizzare conferenze e seminari sui migranti, raccoglie fondi per associazioni che "resistono" nel sud del mondo, alcuni hanno fatto periodi di volontariato in mezzo mondo;
Chi ci chiama razzisti non ci conosce e farebbe bene a venire alle nostre iniziative prima di parlare.
L’ ultimo genere di critica riguarda la nostra ignoranza, non abbiamo capito che al festival sono stati presentati tanti film che provocano una giusta indignazione di fronte alle ingiustizie subite dai palestinesi.
Dario Fò durante un suo spettacolo diceva che l’indignazione di fronte alle ingiustizie è il ruttino della democrazia se non è accompagnata da un impegno reale per mettervi fine.
Per quello che ci riguarda non ci siamo svegliati quando abbiamo appreso della retrospettiva su Israele al festival del cinema.
Sono anni che lavoriamo sulla questione israelo-palestinese.
Abbiamo organizzato decine di dibattiti, seminari, proiezioni, mostre fotografiche;
abbiamo ospitato attivisti israeliani e palestinesi, docenti universitari, giornalisti, scrittori.
Conosciamo bene la realtà dell’opposizione israeliana, abbiamo ospitato a Pesaro
militari israeliani che rifiutano di servire nei territori palestinesi occupati e intellettuali, ci hanno raccontato le contraddizioni di uno stato democratico che occupa militarmente da 41 anni i Territori Palestinesi Occupati e che discrimina il 20% dei propri cittadini perché palestinesi.
Conosciamo chi realmente in Israele si batte per i diritti dei palestinesi, sono loro che ci hanno spinto e incoraggiato a portare avanti il boicottaggio come forma di protesta contro la politica coloniale israeliana.
Siamo parte di un movimento che raccoglie israeliani, palestinesi e attivisti internazionali, altro che razzisti, altro che malati di protagonismo che non sanno quello che fanno!
C'è un'unica strada: "Boicottare Israele"
Sabato 27 Giugno Il Manifesto :
La scrittrice canadese Naomi Klein, che si trova in Cisgiordania per presentare il suo libro "Shock Economy", a fianco dei palestinesi e dei pacifisti israeliani.Il boicottaggio non è, dice, contro lo stato ebraico in quanto tale ma contro le politiche di segregazione e occupazione dei suoi governi."
Il boicottaggio di Israele, ne sono convinta, è l'unico modo per poter accelerare la fine dell'occupazione delle terre palestinesi.
E' necessario riprendere la pressione internazionale che consentì di mettere fine all'apartheid in Sudafrica. A pensarlo sono anche tanti ebrei israeliani."
http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/in-edicola/numero/20090627/pagina/09/pezzo/253471/

La Campagna Palestina Solidarietà - Marche
costituita da associazioni e singoli che da anni lavorano per una pace giusta in Medio Oriente e contro l’occupazione israeliana, ringrazia tutti quelli che in queste settimane hanno lavorato al boicottaggio del Festival del Cinema di Pesaro e quelli che hanno aderito al nostro appello.
Sapevamo di non avere mai fatto nulla di simile ma, abbiamo cercato di fare del nostro meglio per dare voce al popolo palestinese.
Nella settimana del festival abbiamo fatto tre presidi e un dibattito pubblico, a tutte le iniziative hanno partecipato un buon numero di persone.
Abbiamo costretto gli organizzatori del festival a giustificare le loro scelte, certo il calendario del festival non è cambiato ma abbiamo fatto sentire la nostra voce e qualcuno si deve essere infastidito se ci siamo ritrovati a Pesaro una presenza di forze dell’ordine che non ricordiamo di aver mai visto prima.
Sicuramente abbiamo ottenuto tre risultati:
- abbiamo costruito una rete di rapporti con organizzazioni israeliane e palestinese attive nel boicottaggio d’Israele
- abbiamo dimostrato che anche in una piccola città si possono trovare modalità di boicottaggio della politica coloniale israeliana
- abbiamo contribuito a fare del boicottaggio una pratica diffusa.
Con la consapevolezza di avere ancora tanto da fare ma con la certezza di avere imboccato la strada giusta salutiamo e ringraziamo :

Comunità Resistenti delle Marche
Ya Basta Marche e Ya Basta Italia
Resistenza Solidale di Pesaro
Attivisti di Fuoritempo

Campagna Palestina Solidarietà