giovedì 10 novembre 2011

Rilanciare l'autunno, costruire l'alternativa


Rilanciare l'autunno, costruire l'alternativa






Mentre scriviamo la scena politica del paese sta mutando radicalmente: si tratta forse di ore, ma ciò che è certo è che il governo Berlusconi è stato sfiduciato. Innanzitutto da due anni di mobilitazioni sociali nelle fabbriche, nelle scuole e nel territorio, da 27 milioni di cittadini nei referendum. Di conseguenza, la presa d'atto della mancata pace sociale in Italia ha determinato lo scaricamento di queste ore da parte dei mercati finanziari e del G20 di Cannes. Questo mentre in Grecia Papandreou si dimette e apre la strada a un governo di unità nazionale, capace di fare le riforme economiche richieste dalla Bce e dal Fmi, per poi portare i greci alle urne. Chi sostituirà Papandreou? Con buona probabilità l'ex vice-presidente della Bce. Chi sostituirà Berlusconi? Monti? Non è escluso, anzi. Un governo tecnico che faccia le «scelte impopolari» richieste a gran voce da Bce e Fmi e ribadite dal presidente Napolitano: annullamento delle pensioni di anzianità e passaggio definitivo alla previdenza contributiva; flessibilità in uscita ovvero libertà di licenziare; privatizzazioni e liberalizzazioni; aumento delle tasse universitarie e accorpamento delle scuole, oltre che delle classi. Come ci spiega Ostellino, le ricette neo-liberali per uscire dalla crisi. Sarà un «governo del presidente» a decretare la fine del ventennio berlusconiano? Probabile. D'altronde - ce lo dice con il solito rigore Ilvo Diamanti - Napolitano è il solo leader politico che, nellla crescente sfiducia degli italiani nei confronti della democrazia rappresentativa, continua a godere di un largo consenso popolare.
In una lunga e appassionata riunione che si è tenuta domenica a Roma, Uniti per l'Alternativa è partita da qui, dalla necessità dei movimenti di respingere ogni ipotesi di governo tecnico o del presidente, le ipotesi, cioè, che pensano, come chiarisce Panebianco sul Corsera, di «mettere tra parentesi la politica». Vogliamo che Berlusconi se ne vada subito a casa e che ci sia modo, con la democrazia, di esprimere il desiderio di alternativa alle sue politiche e a quelle della Bce. È proprio la crisi del capitalismo finanziario che sta esplicitando l'incompatibilità tra quest'ultimo e le procedure democratiche. Sono i mercati finanziari a far fuori Berlusconi, sono la Bce e il Fmi, istituzioni non elettive, a «commissariare» le politiche economiche del nostro fragile paese. Affermare la democrazia contro la dittatura della finanza è oggi compito decisivo dei movimenti sociali, quei movimenti che non solo pensano a resistere, ma, resistendo, già immaginano una nuova società, un nuovo modello di sviluppo.
Per questo, dopo la battuta d'arresto del 15 ottobre romano, Uniti per l'Alternativa guarda avanti, alle nuove scadenze di mobilitazione che già si affollano nel mese di novembre, un mese che sarà finestra temporale di grandi scosse telluriche, nell'economia e nella politica. Guarda avanti, nella consapevolezza che i fatti del 15 non hanno frenato il desiderio di partecipazione delle centinaia di migliaia di persone che hanno affollato quella piazza con la manifestazione più grande del mondo.
L'11 novembre Occupy Wall Street ha lanciato una nuova giornata di mobilitazione transnazionale e dislocata contro la dittatura della finanza, quell'1% della popolazione mondiale che tiene in ostaggio il restante 99%. Uniti per l'Alternativa sosterrà le tante iniziative che si svolgeranno in Italia, in sintonia con quanto accadrà negli Usa e nel resto del mondo, dalle accampate ai flash mob, le tante forme, creative e conflittuali, che vogliono denunciare la violenza delle banche e degli hedge fund. Il 17 novembre, poi, ci saranno le tante piazze della mobilitazione studentesca. Studenti medi e universitari tornano in piazza contro le politiche di austerity, contro l'aumento delle tasse universitarie, per il rifinanziamento pubblico di scuola e università. Il 26 novembre, infine, sarà la volta della manifestazione indetta dal Forum acqua bene comune, in difesa dei risultati referendari del 12-13 giugno, per affermare i beni comuni (mobilità, saperi, servizi) contro le privatizzazioni imposte da Bce e Fmi.Uniti per l'Alternativa è uno spazio politico di movimento che connette reti studentesche e sindacalisti metalmeccanici, centri sociali e associazionismo ambientalista; non è uno spazio o un soggetto politico identitario. Per questo sosterrà le mobilitazioni di novembre a partire dal ruolo che i tanti soggetti che lo compongono esercitano già nei movimenti e nelle reti sociali. Non faremo spezzoni nei cortei ma saremo parte attiva, in tutta Italia l'11 e il 17, a Roma il 26, delle mobilitazioni e della loro preparazione.

*Uniti per l'Alternativa

Senigallia - La Comune di Piazza Roma


Centinaia di persone- trecento? Quattrocento? - hanno partecipato all’assemblea di Piazza Roma


Cittadini di tutte le età insieme a sindacati – confederali e di base – attivisti dei Centri Sociali delle Marche, del Comitato No Rigassificatore, del Coordinamento Acqua Bene Comune, dell’associazione Gratis, La Stanza e Domomia e partiti politici si sono stretti attorno agli occupanti di Arvultùra.
La piazza ha avuto due vittorie: la prima di fronte al clima di tensione crescente costruito dal Sindaco e dalla stampa locale, ha reso evidente una solidarietà di cittadini che non hanno avuto paura di prendere pubblicamente parola. La seconda la riaffermazione prepotente sull’agenda politica territoriale della difesa dei beni comuni. Soprattutto, di fronte all’accettazione bipartisan delle politiche di austerity.
Un pezzo di città con la propria presenza ha lanciato un messaggio politico preciso all’Amministrazione: dalla crisi non si esce svendendo i beni pubblici, ma valorizzandoli fuori dalle dicotomie del pubblico e del privato.
E’ questa la proposta dello Spazio Occupato Arvultùra, che non chiede aiuti e stampelle economiche ma spazi da poter aprire alla socialità, all’aggregazione, alla produzione culturale e politica.
L’Amministrazione deve prendere in seria considerazione la piazza di oggi e con essa l’idea di ridiscutere il bilancio, aprirlo al confronto e alla partecipazione della città. Possiamo costruire insieme un’alternativa alla svendita del patrimonio pubblico senza tagliare i servizi sociali. Possiamo insieme affermare un rifiuto ai dictat della BCE e dei costrittivi assestamenti di bilancio. A vincere non sarebbero solo gli occupanti, ma anche il Sindaco e la sua maggioranza. Vincerebbe la città!
Ora si plachino i pruriti di sgombero e le pose da sceriffi e si apra un tavolo di confronto sul come i cittadini possano riappropriarsi dei loro beni, a partire dalla garanzia degli occupanti di avere uno spazio e dalla definizione di “bene comune” degli immobili pubblici.
In piazza oggi però c’è stata anche una pessima sorpresa, un nutrito gruppo di “black bloc” in divisa da antisommossa con blindati e cani antidroga ha tentato di intimidire i cittadini riuniti in assemblea, che hanno risposto con una sonora risata e con un corteo che ha bloccato le strade del centro storico fino allo spazio occupato.

Come recitava lo striscione in piazza:
Resisteremo un minuto più di voi!

Spazio Occupato Arvultùra

martedì 8 novembre 2011

ASSEMBLEA DI MOVIMENTO - Venerdì 11 Novembre ore 21.00 - II Circoscrizione di Ancona - Via Scrima 19


Continuiamo, dopo la manifestazione di Roma, sul percorso iniziato il 6 Ottobre
Venerdì 11 novembre assemblea ad Ancona -
II Circoscrizione, Via Scrima 19 (Piano San lazzaro) ore 21.00


Il 6 Ottobre ci siamo ritrovati in tanti alla Casa delle Culture di Ancona.
Si trattava di promuovere nel migliore dei modi la partecipazione alla manifestazione del 15 a Roma e verificare la disponibilità di dare vita ad un percorso territoriale condiviso e partecipato, fuori dalle etichette di organizzazione, sulle questioni che la crisi ci impone di affrontare.
Quasi tre ore di confronto, tanti interventi, tutti nel rispetto reciproco della varie posizioni e delle culture presenti, hanno portato alla individuazione di quattro punti su cui lavorare: la difesa del lavoro a partire dalla vertenza dei lavoratori della Fincantieri; il rilancio della mobilitazione contro il rigassificatore di Falconara come paradigma della questione energetica e della necessità di un nuovo modello sociale ed economico; la ripublicizzazione della gestione del servizio idrico per difendere la vittoria referendaria e rilanciarla, guardando alla scelta virtuosa del Comune di Napoli; la lotta alla precarietà come elemento unificante dei vari segmenti lavorativi sempre più spinti nella marginalità e nella povertà diffusa, per il diritto al reddito.
Il 15 a Roma le Marche hanno partecipato con una presenza massiccia, ricca quanto articolata, ad una giornata che ha visto sfilare centinaia di migliaia di persone rappresentative di una moltitudine che in tutto il mondo si sta opponendo alla macelleria sociale delle elite finanziarie e dei governi.
Il fatto che gruppi assolutamente minoritari abbiano voluto imporre al corteo pratiche non condivise e che l’inaccettabile reazione poliziesca ha di fatto reso impossibile raggiungere Piazza San Giovanni, non può in alcun modo cancellare la grandezza della manifestazione romana.
Lo provano i numeri e la qualità delle numerose assemblee che si sono tenute questi giorni anche nelle Marche, dalle quali è emersa la volontà di riprendere le indicazioni individuate il 6 ottobre, la determinazione a riportare nei nostri territori i contenuti espressi il 15 a Roma.
Per questo coloro che hanno promosso l’assemblea del 6, riconvocano un nuovo incontro venerdì 11 novembre alle ore 21.00 Presso la sala della II Circoscirzione di Ancona, in Via Scrima 19 (zona Piano San Lazzaro) per discutere insieme come proseguire nel percorso iniziato. Sempre nel rispetto reciproco, nello spirito con cui in tutto il mondo, da mesi, sta crescendo un nuovo movimento globale.

lunedì 7 novembre 2011

Senigallia (An) - Nasce lo Spazio Occupato Arvultura


SPAZIO OCCUPATO ARVULTùRA

Difendere il pubblico per costruire il comune





 
 
 
 
“La differenza tra cercare contratti e stringere mani,
oppure spingere compatti per stringere contatti umani”.
(Brokenspeakers - La cosa nostra)


Esiste un’evenienza meteorologica particolarmente pericolosa specie nelle coste marchigiane a nord di Ancona.

Quando al mattino verso le otto invece che cessare il vento di terra si fa più caldo e secco, significa che sta tirando il “garbino”, il vento da sud, sud - ovest che sul Tirreno corrisponde al Libeccio. Dunque se il garbino soffia a raffiche quasi nessuno dei marinai più accorti esce in mare, anche se il cielo è sereno e il mare fino a mezzo miglio dalla costa è calmo e particolarmente trasparente.
Infatti, prima o poi compare all’orizzonte verso nord una linea scura, la tressa, e poi all’improvviso - quando il mare si fa bianco di schiuma - il vento non aumenta gradatamente ma si scatena all’improvviso. E’ la rivultùra, dai pescatori ancora più dialettizzata in “arvultùra”.
Che il vento stia cambiamo lo abbiamo visto e vissuto nelle piazze italiane di quest’ultimo anno, dal 14 dicembre del 2010 al 15 ottobre del 2011. Piazze aspre, dure e irruente, ma desiderose di riprendersi in mano ciò che è stato tolto: il presente, il futuro, la possibilità di poter autodeterminare con dignità la propria vita. Piazze irrappresentabili dall’attuale compagine politica sia quella seduta in parlamento sia quella che corteggia i movimenti per entrarci.
Il vento sta cambiando anche qui, a Senigallia. Lo vediamo nella crescita delle persone che partecipano alle assemblee, che vengono ai cortei, che si autorganizzano nelle scuole, nel lavoro, nei gruppi di consumo e per la difesa del territorio da rendita e speculazioni.
La crisi morde anche nella benestante provincia rossa. Le piccole aziende chiudono, gli operai si ritrovano disoccupati o in cassa integrazione. Aumentano gli sfratti e le file davanti alla Caritas. Le scuole delle frazioni sono chiuse e gli insegnati tagliati. I precari, beh loro continuano a fare lavori di merda.
La finanziaria del Governo Berlusconi con i suoi tagli agli enti locali non ha fatto altro che togliere le risorse per le politiche sociali. Gli enti pubblici senza più soldi sono diventati ostaggi dei grandi capitali o addirittura pignorati, gli spazi pubblici sono stati svenduti a ditte “amiche”, e a colpi di varianti e piani particolareggiati l’urbanistica è stata completamente deregolamentata. La conseguenza è l’accentuazione della dispersione urbana e cioè – per dirla nuda e cruda - la cacciata dei senigalliesi – soprattutto i giovani e precari – dal centro città.
L’arvultura comincia da qui, dal porre un freno alla svendita della nostra città. Ciò che è pubblico è amministrato dallo Stato ma appartiene a tutti: è comune, e in quanto tale deve essere sottratto alle logiche del profitto privato. Oggi più che mai.
Oggi, nasce lo “Spazio Occupato Arvultùra” come unione di due realtà sociali e politiche cittadine.
Un’occupazione che non vuole essere un centro sociale, ma uno spazio comune che possa fungere da luogo di aggregazione e di ritrovo, da laboratorio culturale e soprattutto da organizzazione politica autonoma. Uno spazio comune nella città, per la città e della città.
Oggi, il Collettivo Studentesco e il Mezza Canaja hanno occupato uno degli ultimi spazi comunali rimasti in città. Uno spazio in pieno centro, abbandonato da più di tre anni e che lunedì 7 novembre sarà messo all’asta e svenduto. Non è un’occupazione simbolica, siamo entrati per restare.
Alla Giunta chiediamo un contratto in comodato ad uso gratuito. Non chiediamo nessun finanziamento in quanto riteniamo che i soldi pubblici debbano essere investiti per i servizi sociali. Saremo noi a ristrutturarlo, a sistemarlo, a farlo vivere, ad aprirlo alla città e tramite l’autofinanziamento pagheremo le normali utenze (luce, acqua, gas).
All’Amministrazione Comunale diciamo che è il momento di valorizzare ciò che è pubblico e che vuole diventare comune e non il privato e i suoi profitti.
Al Sindaco Mangialardi, al PD, all’IdV, a SeL, ai Verdi e al PdCI resta la responsabilità politica di assumere una posizione chiara e trasparente di fronte alla cittadinanza tutta.

Spazio Occupato Arvultùra
(Mezza Canaja – Collettivo Studentesco)