sabato 27 maggio 2006

30 Anni di ronde per non dimenticare

Dopo l'incontro con il popolo Mapuche in lotta contro la repressione delle popolazioni indigene cilene, continua il reportage sul viaggio della delegazione dell'ass. Ya Basta!
in Argentina BUENOS AIRES
Per non dimenticare Trent'anni di lotta in Plaza de Mayo Il regime e la guerra delle Malvinas. Le rivendicazioni dei reduci
Dalla delegazione dell'associazione Ya Basta!

Giovedì 27 aprile ha avuto luogo una "ronda" speciale per tutte le Madres de Plaza de Mayo.
Come ogni giovedì le "Madres" scendono in strada con la storica "ronda", intorno al monumento della piazza, che le caratterizza da 29 anni per questa forma di denuncia pubblica della dittatura argentina che le ha fatte conoscere in tutto il mondo.
Per questo il 27 aprile hanno messo in pratica delle iniziative speciali, perché il 30 dello stesso mese ricorreva l’anniversario dalla prima "ronda" intorno alla piazza.
E' stato allestito un palco dove si è tenuto anche un concerto finale, ma l'evento che ha caratterizzato la giornata di anniversario è stata la partecipazione all'iniziativa dei veterani di guerra, che nel 1982 hanno combattuto nelle Isole Malvinas, in Europa meglio conosciute come Falkland.
Gli ex-combattenti hanno fatto un sit-in, giorno e notte, per 26 giorni.
Hanno raccontano all'associazione Ya Basta! che lo scopo di questo "acampe" era quello di dare visibilità alle rivendicazioni che i veterani di guerra e altre organizzazioni in tutto il paese portano avanti ormai da tempo rifiutando la soluzione di compromesso (la cosiddetta "Carta Verde") proposta dal Ministero dell'Interno in ordine alla questione degli ex-combattenti delle Falkland.
Al fine di ottenere un reale risarcimento morale ed economico si sono organizzati in un coordinamento avviando una forte campagna di mobilitazione.
La dittatura ne ha uccisi 649 - la democrazia 350, recitavano gli striscioni e i volantini, facendo riferimento ai morti in combattimento e ai suicidi dei soldati rientrati a casa.
Un risarcimento economico e morale, dicono, che in qualche modo possa dare un sostegno per i segni lasciati dalla guerra, lo stress post/traumatico e l’abbandono subito da parte dello stato dal 1982 al 1992, periodo dove gli ex-soldati di leva spediti alla guerra, sono stati lasciati al loro destino, senza assistenza sanitaria, assicurazione, pensione, senza lavoro e senza politiche sociali di reinserimento adeguate.
Niente restituirà i sogni perduti e gli anni persi dal 1982, quando sono stati strappati alla loro vita, ad appena diciotto anni, con la scusa di dover compiere il servizio militare obbligatorio.
Sommersi in un incubo di sangue, morte e confusione.
Niente potrà cancellare dalla mente dei sopravvissuti gli orrori della guerra, nè il tempo rubato.
Oggi la rivendicazione è quella della necessità di rimediare, di poter migliorare la qualità della vita degli ex-combattenti.
La giornata di iniziative si è conclusa con la lettura pubblica di una lettera degli ex-combattenti, da parte delle Madres de Plaza de Mayo.

27/05/2006 | Viaggi Ya Basta! - 30 anni di ronde per non dimenticare


Dopo l'incontro con popolo Mapuche in lotta contro la repressione delle popolazioni indigene cilene, continua il reportage sul viaggio della delegazione dell'ass. Ya Basta! in Argentina BUENOS AIRES - Per non dimenticare Trent'anni di lotta in Plaza de Mayo Il regime e la guerra delle Malvinas. Le rivendicazioni dei reduci - Dalla delegazione dell'associazione Ya Basta! Giovedì 27 aprile ha avuto luogo una "ronda" speciale per tutte le Madres de Plaza de Mayo. Come ogni giovedì le "Madres" scendono in strada con la storica "ronda" (girotondo), intorno al monumento della piazza, che le caratterizza da 29 anni per questa forma di denuncia pubblica della dittatura argentina che le ha fatte conoscere in tutto il mondo. Per questo il 27 aprile hanno messo in pratica delle iniziative speciali, perché il 30 dello stesso mese ricorreva l’anniversario dalla prima "ronda" intorno alla piazza. E' stato allestito un palco dove si è tenuto anche un concerto finale, ma l'evento che ha caratterizzato la giornata di anniversario è stata la partecipazione all'iniziativa dei veterani di guerra, che nel 1982 hanno combattuto nelle Isole Malvinas, in Europa meglio conosciute come Falkland. Gli ex-combattenti hanno fatto un sit-in, giorno e notte, per 26 giorni. Hanno raccontano all'associazione Ya Basta! che lo scopo di questo "acampe" era quello di dare visibilità alle rivendicazioni che i veterani di guerra e altre organizzazioni in tutto il paese portano avanti ormai da tempo rifiutando la soluzione di compromesso (la cosiddetta "Carta Verde") proposta dal Ministero dell'Interno in ordine alla questione degli ex-combattenti delle Falkland. Al fine di ottenere un reale risarcimento morale ed economico si sono organizzati in un coordinamento avviando una forte campagna di mobilitazione. La dittatura ne ha uccisi 649 - la democrazia 350, recitavano gli striscioni e i volantini, facendo riferimento ai morti in combattimento e ai suicidi dei soldati rientrati a casa. Un risarcimento economico e morale, dicono, che in qualche modo possa dare un sostegno per i segni lasciati dalla guerra, lo stress post/traumatico e l’abbandono subito da parte dello stato dal 1982 al 1992, periodo dove gli ex-soldati di leva spediti alla guerra, sono stati lasciati al loro destino, senza assistenza sanitaria, assicurazione, pensione, senza lavoro e senza politiche sociali di reinserimento adeguate. Niente restituirà i sogni perduti e gli anni persi dal 1982, quando sono stati strappati alla loro vita, ad appena diciotto anni, con la scusa di dover compiere il servizio militare obbligatorio. Sommersi in un incubo di sangue, morte e confusione. Niente potrà cancellare dalla mente dei sopravvissuti gli orrori della guerra, nè il tempo rubato. Oggi la rivendicazione è quella della necessità di rimediare, di poter migliorare la qualità della vita degli ex-combattenti. La giornata di iniziative si è conclusa con la lettura pubblica di una lettera degli ex-combattenti, da parte delle Madres de Plaza de Mayo. - La lettera dei veterani della guerra delle Malvinas " [...] Conseguenze dei decenni infami degli anni '70 e '80, come lo sono state le vittime dirette, coloro che erano parte della resistenza alla dittatura, i 30.000 desaparecidos, lo sono stati anche i 649 caduti nei combattimenti delle Malvinas che deliberatamente sono stati abbandonati, logisticamente e militarmente, al loro destino, soldati di leva ridotti alla servitù, all'umiliazione e alle torture psichiche che avvenivano nelle isole per mano dei militari di carriera; come lo sono stati anche i 10.000 soldati di leva che sono ritornati, nascondendo loro che avrebbero subito patologie psichiche di stress post-traumatico di guerra, conseguenza tragica, che portò a 350 suicidi di ex combattenti in democrazia. Oggi, dopo 24 anni di pieno vigore dei diritti umani, ancora non si riesce a capire perchè non si materializzi il risarcimento per tutti i danni subiti. Questo periodo democratico sembrerebbe dominato da un doppio discorso, quello presidenziale che parla e ammonisce sulla "memoria e giustizia contro la dittatura militare" ma parallelamente privilegia quegli stessi militari di carriera, sostenendo che per essere stati alle Malvinas gli verrà concesso al momento del ritiro, una pensione "onoraria" per decreto di necessità ed urgenza N° 886/05, che premia disonestamente quei militari, come il General Menendez ed altri repressori Ritirati e Veterani di guerra, senza che sia stato fatto nessun accertamento sulle loro responsabilità, nei confronti degli ex soldati di leva nelle Malvinas che sono stati le loro vittime sulle isole [...]" La dittatura ne ha uccisi 649 - la democrazia più di 350