venerdì 8 luglio 2011

ADE'BASTA! dall'assemblea No Rigassificatori della spiaggia di Falconara di domenica 17 luglio

Falconara - Tra bandiere e striscioni e sulle note di Caparezza si è tenuta ieri presso uno stabilimento balneare dei bagnini della Falcomar della spiaggia di Falconara Marittima la prima assemblea pubblica del Coordinamento NoRigassificatori dopo la contestazione del consiglio regionale del 6 luglio scorso...
Oltre duecento persone in costume hanno partecipato all'assemblea. Decine di interventi di attivisti, cittadini, bagnanti si sono susseguiti mentre materiale informativo veniva distribuito lungo la spiaggia. Presenti anche alcuni esponenti del locale PD e di altri partiti contrari al rigassificatore, nonchè di delegati sindacali della FIOM della Fincantieri Ancona. Tanti giovani, tante famiglie...

Gli interventi hanno difeso la giustezza della contestazione del Consiglio regionale del 6 luglio scorso e analizzato l'accordo tra API e Regione, si sono vagliati gli aspetti legali dei ricorsi già inoltrati da alcuni comitati, da Italia Nostra e da Legambiente e la necessità di un nuovo esposto per bloccate l'iter del procedimento, le possibilità di un referendum locale sulla materia e i prossimi appuntamenti di mobilitazione e sensibilizzazione per l'estate.

Il rigassificatore API oltre ad essere un ecomostro rappresenta una grande speculazione finaziaria: un impianto inutile dal punto di vista energetico, incapace di garantire un'occupazione sicura e stabile e una riconversione del sito sostenibile, nociva per il bene comune e l'interesse generale (la pesca, il turismo, lo sviluppo delle rinnovabili), che si alimenta di contributi pubblici (a prescindere dal suo funzionamento oltre il 70% del ricavato annuale viene garantito deviando risorse dalle nostre bollette...), spartendone una parte con la casta regionale di Spacca (la regione Marche sarà partnership del progetto per un 30% degli utili).
Mentre il "partito degli affari" marchigiani, quella struttura trasversale che va dalla Giunta regionale alla sua opposizione, dall'Api ai rappresentanti della ritrovata unità sindacale, e comprende anche i grandi media ufficiali, assomiglia sempre più alla casta nazionale che vota unanimemente una finanziaria di lacrime e sangue per tutti, salvo la riproduzione degli sprechi e dei privilegi (la Tav, i cip6 per i petrolieri e i loro compari, il peso parassitario della burocrazia politica).
L'assemblea si è conclusa ricordando una citazione di una sentenza del Consiglio di Stato del lontano 2003, che richiama uno dei prossimi imprescindibili obiettivi del movimento: "La Regione Marche non ha ancora sottoscritto l’Accordo di Programma con lo Stato per il trasferimento delle competenze che gli conferirebbero la possibilità di sanzionare qualsiasi industria a rischio di incidente rilevante che non rispetti la normativa sulla sicurezza del Decreto Seveso (334/99), e dunque anche API raffineria.
Questa gravissima inadempienza getta un’ombra sconcertante su 8 anni di inadempienza della Regione Marche che ha reso mero esercizio di stile una parte delle prescrizioni e dei “provvedimenti consequenziali” del Decreto Regionale di Rinnovo della concessione alla raffinazione all’API del giugno 2003.
Non è responsabile stipulare un nuovo Accordo per un altro impianto a rischio di incidente rilevante quando dopo 8 anni non si è ancora stipulato quello con lo Stato che interessa la sicurezza di lavoratori e cittadini per gli impianti esistenti." Il Governatore Spacca resta tutt'ora inadempiente". Adè Basta!

Segui e approfondisci la vicenda su:

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http://www.comitati-cittadini.org/

http://www.rigassificatorenograzie.com/

giovedì 7 luglio 2011

Ancona – No Rigassificatore! Assedio alla regione, interrotto il consiglio






 



Bandiere No Api e No Tav insieme ai 500 manifestanti che hanno bloccato
a ripetizione l'assise regionale

6 / 7 / 2011

In un'aula di consiglio regionale blindata la giunta di centro sinistra delle Marche ha inscenato una seduta farsa intenzionata a dare il via libera all'impianto di rigassificazione dell'API, un impianto pericolosissimo per l'ambiente e la salute, posto a soli 16 Km dalla Raffineria Api e a soli 13 Km dal porto di Ancona.

Oltre cinquecento persone sono arrivate da tutta la regione per prender parte al presidio convocato dal Coordinamento No Rigassificatori. E'
stato chiaro fin da subito che l'intenzione della Regione era quella di impedire il dissenso all'interno dell'assemblea: una gravissima limitazione della libertà di espressione che i manifestanti non hanno accettato. Così mentre solo a pochi veniva concesso di entrare, la maggior parte dei manifestanti, costretta all'esterno, ha aggirato il blocco imposto dalla polizia, rifiutando l'inaccettabile divieto di poter assistere alla discussione.
Momenti di forte tensione quando gli agenti hanno tentato di fermare gli attivisti, bloccando dall'interno la
porta di accesso.
Iniziano i lavori del consiglio regionale, ma vengono ripetutamente interrotti da parte dei manifestanti: prima dalla pressione degli attivisti bloccati e dei presenti in aula che richiedono ed ottengono il libero accesso all'aula; poi dall'ingresso dei rappresentanti della Fiom Fincantieri che stanchi di essere strumentalizzati dal Governatore Spacca hanno chiesto garanzie sul lavoro, rispetto dell'ambiente e un'alternativa a un modello di sviluppo insostenibile per il territorio.
Noncurante di ciò, l'assemblea ha tentato di proseguire con la relazione all'aula del presidente Spacca: una pioggia di banconote raffiguranti il cavallo dell'API è caduta sulle teste dei consiglieri regionali, al culmine di una contestazione crescente che ha completamente sovrastato le parole del governatore costringendo all'interruzione dei lavori.
Dopo un'ora e mezzo di sospensione un'assemblea ormai completamente delegittimata ha comunque dato l'assenso alla costruzione del rigassificatore tra assordanti proteste, decine di bandiere No Centrali Api e No Tav.
La costruzione del rigassificatore è una vergognosa operazione finanziaria, slegata dal fabbisogno energetico del territorio, ma volta solamente ad acquisire una posizione dominante sul mercato del gas. A questo banchetto parteciperà anche la Regione Marche con una quota del 30%, sacrificando sia un territorio stanco di essere asservito alle multinazionali dell'energia, sia i lavoratori stessi della raffineria che – con la graduale dismissione della raffinazione – non saranno necessari per il funzionamento del nuovo impianto.
Con l'approvazione del progetto del rigassificatore è stata scritta una pagina nera nella vita democratica della nostra regione. Una decisione che segna la completa esautorazione e sottomissione della politica agli interessi privati di pochi e sancisce la distanza ormai incolmabile tra i bisogni di un territorio e istituzioni ormai incapaci di rappresentarlo.
Ma quella di oggi è stata anche una straordinaria giornata di mobilitazione, dove la grande partecipazione e la determinazione dei cittadini sta a dimostrare come l'esito di questa vicenda non si concluderà con questo voto farsa.
Sta a dimostrare che la battaglia per i beni comuni, dalla Val Susa alle Marche, non è finita.
Sta a dimostrare come le popolazioni non accettino oltre decisioni calate sopra le loro teste, ma desiderino riappropriarsi del diritto a scegliere sul futuro del proprio territorio.

"Perchè il tempo delle imposizioni autoritarie è finito, la democrazia ce la riprendiamo dal basso"

lunedì 4 luglio 2011

LA PARTE CIVILE DI ISRAELE SI MOBILITA A FAVORE DELLA FREEDOM FLOTILLA,


Anche da Israele si leva alta la voce di protesta contro il governo israeliano. Dieci associazioni pacifiste (Alternative Information Center (AIC) * Coalition of Women for Peace * Combatants for Peace * Gush Shalom * Hithabrut-Tarabut * Israeli Committee against House Demolitions (ICAHD) * New Profile *Rabbis for Human Rights* Ta’ayush: Arab-Jewish Partnership * Yesh Gvul) hanno espresso una dura condanna per “la campagna di diffamazione che il governo israeliano sta conducendo contro la flottiglia” e hanno dichiarato di avere fondati motivi di credere che questa campagna sia il pretesto del loro governo per giustificare ulteriori atti di violenza contro gli attivisti che partecipano a un “legittimo atto politico di protesta”. I pacifisti israeliani, dopo aver definito “un coraggioso atto di protesta politica” la missione Stay Human e ribadito che lo stato di Israele è obbligato, ai sensi della legge internazionale, a porre fine al suo controllo sulla Striscia di Gaza, denunciano “una pressione senza precedenti sui giornalisti internazionali, in modo da impedire loro di coprire mediaticamente la flottiglia “.

Oltre al proprio governo, le associazioni pacifiste israeliane condannano “ fermamente il governo della Grecia” per aver ceduto alle richieste israeliane violando il diritto internazionale in materia di “Freedom of the Seas”.
Il comunicato si conclude con la richiesta “al governo di Israele di porre immediatamente fine all’ assedio e al blocco di Gaza.” La dichiarazione dei pacifisti israeliani non è rivolta al proprio governo, di cui sanno bene le intenzioni, ma alla stampa internazionale che si definisce democratica e libera affinché non fornisca a Israele la possibilità di commettere un altro crimine col suo appoggio silente.

domenica 3 luglio 2011

Val di Susa: Manifestazione NO TAV: un assedio per il bene comune. La testimonianza di chi c’era.CSOA TNT Merc. 6 luglio ore 21,00


CSOA TNT - JESI  MERCOLEDI' 6 LUGLIO ORE 21,00

La verità dei Tg (tutti) è ben distante dalla verità dei fatti!

Dopo 10 anni dalle manifestazioni NO G8 di Genova si ripete la stessa formula:
praticare la violenza contro i manifestanti facendo passare i manifestanti per “violenti”.


Ma noi in Val di Susa c’eravamo (più di 100 i marchigiani che sono partiti), e possiamo raccontare come decine di migliaia di persone, fin dalla mattina presto, muovendosi verso i cantieri della TAV, sono state attaccate con una pioggia di lacrimogeni, parecchi lanciati ad altezza d’uomo.
Alcuni attivisti colpiti sono rimasti gravemente feriti.
Ormai è confermato da più fonti l’uso di gas “fuorilegge”.

In Val Susa come in Vallesina, a difesa dell’acqua pubblica come contro la costruzione del Rigassificatore API, si diffonde la consapevolezza della necessità di mettersi in gioco in prima persona per difendere il territorio e le sue risorse dalle speculazioni dei profittatori senza scrupoli.


Il movimento a difesa dei beni comuni, per la giustizia sociale e ambientale, sta crescendo in tutta Italia e non si arresta: anche se il Tg non lo dice….. il vento è cambiato!


La testimonianza di chi c’era.Csa tnt

Nicola Mancini – Mezza Canaja, Senigallia
Emanuele Mancinelli – Tnt, Jesi

Fermare i violenti in divisa

Libertà immediata per gli attivisti fermati


Chi ha guardato il telegiornali (tutti, nessuno escluso) della straordinaria giornata di lotta in val Susa non ha potuto sapere nulla. Se non la versione dei comandi dei carabinieri, della finanza, della polizia.

Chi ha visto i tg non ha saputo che tre nostri fratelli sono stati tra i molti aggrediti, picchiati, feriti gravemente e sottoposti a torture.
Jacopo, studente veneziano di 19 anni, è tuttora in ospedale con traumi gravissimi ed in condizioni molto serie. Il poliziotto che gli ha sparato una granata lacrimogena da guerra lanciata ad alzo zero lo ha fatto volontariamente e sapendo di poter uccidere.
Fabiano, del Centro sociale TPO ed attivista per la giustizia ambientale e sociale -non “un pregiudicato” come riportato dai lanci di agenzia- è stato ferito gravemente riportando traumi lacero-contusi al capo, il setto nasale fratturato ed ha una mano spaccata.
Fabiano è stato picchiato per ore, anche con un tubo di metallo, e sottoposto a torture dopo il suo fermo, fino a rendere necessario il suo trasporto d'urgenza con elicottero in ospedale.
Gianluca, attivista del Centro sociale Rivolta è stato fermato e trasportato in ospedale per le botte ricevute.
Agli arrestati è stato riservato un trattamento violento e privazione delle cure mediche (tant'è che posti di blocco hanno più volte tentato di impedire il passaggio dell'ambulanza per soccorrere i feriti). Chi lo ha fatto è un torturatore in concorso con altri, che vestono la stessa divisa.
A distanza di 10 anni da Bolzaneto, le pratiche dei reparti mobili italiani non sono cambiate per nulla.

Noi stiamo con Fabiano, con Jacopo, con Gianluca e staremo con loro per denunciare quello che hanno subito, per ottenere giustizia e facciamo appello ai giornalisti che non hanno smesso di pensare affinchè diano spazio e visibilità a questa altra verità che il can can mediatico di queste ore occulta completamente.
Chi si dissocia da “comportamenti violenti” si rivolga al Ministro Maroni e reclami le sue dimissioni, invece di confondersi nel gioco di distinzione tra manifestanti buoni e cattivi.
Ribellarsi ha significato costruire una giornata di indignazione generale, enorme e non ignorabile, con un assedio di massa di decine di migliaia di persone che hanno bloccato i cantieri accogliendo l'appello dei comitati no tav.
Noi eravamo a Chiomonte ed in Val Susa. E siamo felici di esserci stati. Perchè né Cota né Fassino possono fermare il vento che è cambiato.

Tutti liberi! Liberi tutti!
i compagni e le compagne del RIVOLTA e del TPO