lunedì 6 marzo 2006

06/03/2006 | "Malati di Niente" lancia la sesta edizione


JESI - Partirà mercoledì 8 marzo la sesta edizione di "Malati di Niente". Maturata negli anni attraverso il confronto con esperienze provenienti da ogni parte del mondo come "L'atelier du non faire" di Parigi, "Radio La Colifata" di Buenos Aires, la rassegna è ormai realtà consolidata di intervento socio-culturale nella lotta al pregiudizio e allo stigma sociale che la scorsa estate si è vista riconoscere il Premio nazionale per l'innovazione nei servizi sociali. Malati di Niente 2006 Valorizziamo le diversità per combattere lo stigma - Vai al programma della rassegna La Rassegna “Malati di niente” lancia la sua VI edizione 2006 “Il progetto promuove una riflessione contro il pregiudizio verso il diverso con un approccio culturale il cui punto centrale è la rassegna, durante la quale tutta la città di Jesi diventa un enorme teatro e luogo di confronto. L’intreccio tra arte, progetto terapeutico, promozione culturale e della tolleranza e convivenza civile ha valorizzato e valutato non solo un percorso socio-assistenziale, ma un’idea di diritto di cittadinanza e di diritto del cittadino alla fiducia e alla serenità” Con queste parole e motivazione “Malati di niente” è stato premiato, nel giugno 2005, come vincitore del Premio nazionale per l’innovazione nei servizi sociali. Parole che fanno bene, parole grandi come il mare, parole che incoraggiano a intraprendere nuovi viaggi e rinnovate responsabilità. “Diamo un’opportunità alla parola” è stato il nostro slogan, e le parole possono essere leggere come una piuma, o pesanti come montagne. In tutti questi anni di "Malati di niente" il confronto con esperienze di altre parti del mondo è stato uno degli arricchimenti della rassegna. Provare a confrontarsi, a inquinarsi ad imparare mutuamente è stato ciò che ha portato a creare anche una rete solidale . Nel 2004 “L’atelier du non faire” di Parigi, nel 2005 “Radio La Colifata” di Buenos Aires hanno lasciato la ricchezza dello scambio di esperienze e conoscenze. "Indietro non si ritorna, e non ci saranno più esseri umani dietro a delle sbarre, sporchi e impauriti, che guardano con i loro occhi “persi”, bellissimi parchi vuoti e ordinati. L’erba cresce per essere calpestata… I muri crescono per separare… Calpestiamo ancora l’erba e buttiamo giù i nuovi muri del pregiudizio, dell’intolleranza e della paura." - Pubblichiamo di seguito l'articolo e l'intervista a firma di Rachele Mancinelli della redazione di Capo Horn al coordinatore della rasegna “Malati di Niente” Gilberto Maiolatesi sull'edizione 2005. Tramite l’intervista che ho fatto recentemente a Gilberto Maiolatesi, vorrei chiedere di non dimenticare quanto Hugo Lopez ed Alfredo Olivera di Radio “La Colifata” ci hanno trasmesso. Le dimenticanze fanno parte di una sorta di lenta agonia per chi crede fermamente in ciò per cui lotta, e per chi per un attimo si trova sotto le luci dei riflettori come protagonista e poi piomba nel buio, il buio del silenzio. Non voglio dilungarmi troppo, quindi mi permetto di sintetizzare brevemente l’intervista che recentemente ho fatto a Gilberto Maiolatesi. Le sue parole dovrebbero veramente essere ricordate, Da chi? Da tutti…dai cittadini, dai mezzi d’informazione, dai politici. Il perché si sintetizza nella frase con la quale Maiolatesi fa capire che la malattia mentale oggettivizza.Penso che questa sia una frase emblematica perché tutti noi abbiamo il diritto di essere sempre considerati uomini. I nostri amici argentini lottano per questo in un contesto austero come quello manicomiale. Lo fanno parlando ad un microfono di una radio, quando per loro non è ammesso parlare in quanto nei manicomi non si hanno diritti. Lì i diritti te li prendono in cambio di una diagnosi. Ma la realtà umana, emotiva è assai più complessa di una istituzionale. Come mi ha ricordato Maiolatesi, l’intervento di Hugo al dibattito della scorsa edizione della rassegna “Malati di Niente” fa capire benissimo quanta ignoranza orbiti attorno alla malattia mentale. E senza dubbio l’ignoranza, che altro non significa che ignorare, non essere a conoscenza di, é un male universale, molto più deleterio della malattia mentale. In questo purtroppo i mezzi di comunicazione non fanno altro che alimentare l’ignoranza generale al riguardo, strumentalizzando il disturbo mentale facendo leva sulla paura che essa scaturisce nel gran marasma di leggende metropolitane che le orbitano attorno…o semplicemente perché come mi disse Maiolatesi nell’intervista: chi ha paura della malattia mentale forse è solo perché ha paura lui stesso di ammalarsi… Ricordiamoci sempre il significato primordiale d’essere umano, ricordiamo che ognuno di noi è un soggetto, non un oggetto, che la libertà da un’identità ma soprattutto che privane qualcuno la toglie. Ricordiamoci che la malattia mentale non è sinonimo di massacri, stragi, violenza …ma che in verità lo è più l’ignoranza nei riguardi di chi soffre di certi disturbi, perché dare giudizi a priori su questo tema ha contribuito all’emarginazione dalla società di persone ridotte ad oggetti…ricordiamoci della rassegna “Malati di Niente” e dei “Colifati” di Buenos Aires, perché se un problema come questo non ci tocca in prima persona non significa che ciò ci dà il diritto di distruggere la dignità di chi invece il problema lo vive…inteso io sono veramente una “Colifata”… Ringrazio Gilberto Maiolatesi, il Comune di Jesi, l’Associazione Ya Basta!, il dipartimento di salute mentale, Radio “La Colifata”, Hugo Lopez, Alfredo Olivera, tutti quelli che hanno contribuito alla riuscita della rassegna “Malati di Niente”,chi vi è intervenuto e chi è venuto ad ascoltare…ma soprattutto ringrazio chi non dimenticherà che anche il malato mentale è una persona… Rachele Mancinelli Questa intervista con Gilberto Maiolatesi ci ricorda i momenti e i temi centrali dell’intervento dei rappresentanti di “Radio La Colifata” alla scorsa edizione della rassegna “Malati di Niente”. Qualsiasi evento significativo deve essere tenuto ben in mente, soprattutto se esso si batte a favore dei diritti umani… il primo fra tutti quello di essere considerati come persone e non come oggetti… - Su quali principi si basa la collaborazione tra “malati di niente” e Radio “la Colifata”? Essenzialmente è la stessa visione rispetto la lotta allo stigma rispetto il disagio mentale, ossia che la dignità, la libertà, e i diritti sono egualmente terapeutici quanto la psicoterapia o la farmacoterapia. - Cosa ha portato a Jesi l’arrivo dei rappresentanti di Radio “la Colifata”? Ha portato molto. Innanzi tutto ci ha permesso di uscire dai confini della nostra piccola città. Loro arrivano da Buenos Aaires con un’esperienza molto drammatica. Hanno aperto questa radio all’interno del “Borda” che è uno dei manicomi più grandi dell’Argentina, quindi hanno portato molta esperienza facendoci riflettere, dandoci la prova che non siamo soli nel credere in una psichiatria diversa. - Cosa hanno potuto cogliere le persone non operanti nel settore psichiatrico? Penso che chi ha partecipato agli incontri con i nostri amici Hugo ed Alfredo lo psicologo, si siano commossi ed emozionati, Questo sia quando abbiamo visto il video che ci hanno portato sulla radio, ma sopratutto quando Hugo ha parlato. Hugo è una persona estremamente tenera sensibile, intelligente e molto altro, ma è anche un “Colifato” e questo hanno dato molto più valore alle sue parole, aldilà dell’interesse della politica psichiatrica. - Una frase in particolare di ciò che Hugo ha raccontato che ti ha colpito particolarmente? Senza dubbio quando durante il convegno Hugo prende la parola e dice: -mi sento a casa mia perché ho origini italiane e voi mi avete fatto rivivere quelle atmosfere. Poi si commuove e ci chiede scusa. Questo non me lo aspettavo, ha trasmesso gran forza e tanta tenerezza. E’ Senza dubbio una bella persona. - Quale elemento portante ci hanno voluto trasmettere e secondo te perché non dovremmo dimenticarlo? Due elementi meno emotivi rispetto ai precedenti.Motivi concettuali, teorici che ci devono portare immediatamente all’agire pratico nella nostra realtà. Uno è il tema della comunicazione. Tema importante. Anche adesso che rispondo alle tue domande e le mie risposte saranno usate in modo ché l’opinione pubblica possa leggere e quindi conoscere, è alla base della lotta che abbiamo intrapreso, perché purtroppo l’informazione sul disagio psichico è estremamente distorta e strumentalizzata. E’ importante parlare tramite giornali, televisioni, radio, aprirne noi per comunicare con la gente. A tal proposito c’è qui a Jesi il progetto di aprire una radio, ma questo è un progetto da perseguire con tenacia. L’altro invece è un discorso basato sulla soggettività. Argomento che abbiamo discusso a lungo con Alfredo Olivera, arrivando alla conclusione che una persona sta bene se recupera la sua soggettività poiché la malattia oggettivizza.Quando noi non siamo più noi stessi ma, subiamo delle alienazioni, depersolizzazione, siamo alienati non solo dal mondo ma anche da noi stessi, subiamo un processo d’oggettivazione. Credo che ogni essere umano nel momento che diventa oggetto e non più soggetto perde la capacita di critica, di scelta, di avere diritti elementari e la capacità di avere un giudizio su se stesso e sul mondo, Il disagio psichico in alcuni momenti più portare a questa situazione,.E’ anche vero però che questo stato lo amplifichiamo e lo rendiamo cronico noi operatori psichiatrici quando non siamo capaci di arginare quest’andamento. Il manicomio è stato l’apice nel produrre oggettivizzazione dell’essere umano. Molto spesso nei nostri servizi può succedere questo. Per spiegarmi meglio ti faccio un esempio: se io ti parlo di un ragazzo e penso che sia un uomo e lo chiamo per nome è diverso dal fatto se io mi riferisca, parlando di lui con un’etichetta diagnostica. In questo caso noi operatori stiamo attuando un’oggettivizzazione di un essere umano. Tornando all’esperienza di Radio “la Colifata” con le loro votazioni simboliche (in Argentina chi è in manicomio perde ogni diritto come per esempio quello del voto) nelle quali non solo hanno votato ma anche discusso, è stato un passo importante per divenire soggetti. Ti devo dire che mi ha colpito molto questo fatto delle elezioni simboliche, non tanto per il riconoscimento della validità del voto ma per il fatto di poter dire: - anche io esisto in questo contesto, anche se poi la mia opinione a livello politico non è rilevante io faccio sentire la mia voce. - Credo che questo sia molto simile al progetto portato avanti dalla rassegna “Malati di Niente”, tu che ne pensi? Sì ci sono molte similitudini.Con le elezioni simboliche in Argentina è stata aperta una discussione. Noi con la rassegna“Malati di Niente” cerchiamo di comunicare con la cittadinanza, con chi a volte non comprende bene cosa sia il disagio psichico essenzialmente perché ne ha paura, o ha paura lui stesso di ammalarsi. La differenza sta che qui da noi non ci sono più strutture manicomiali e in un certo senso in questo lavoro di comunicazione siamo avvantaggiati rispetto agli operatori psichiatrici Argentini. - Puoi sintetizzare lo scopo di quest’incontro? Vorrei risponderti con il titolo dell’iniziativa dal nome: Prove tecniche di rivoluzione. Credo che sia un’esperienza veramente rivoluzionaria nel contesto dell’Argentina. Per certi versi il modo in cui abbiamo posto la Rassegna Malati Di Niente è ugualmente rivoluzionario. E’ passato diverso tempo dall’ultima edizione della rassegna “Malati di Niente”. Malati di Niente 2006 Valorizziamo le diversità per combattere lo stigma Programma Mercoledì 8 marzo 2006 ore 10.00 - Teatro studio “V. Moriconi” RECINTI Spettacolo Teatrale di e con Dina Mogianesi Monologo a tre voci Scritto e diretto da: Dina Mogianesi Interpretato da: Dina Mogianesi, Elisabetta Santarelli (soprano), Giulia Copparoni. Musiche originali di: “Nirmalam” Prima di essere uno spettacolo, è stata una ricerca appassionata, la voglia di stabilire un contatto oltre il tempo e lo spazio con l'elemento femminile, con esperienze uniche, personali, eppure tutte unite da un solido legame, tutte chiuse in un cerchio senza principio ne fine. Tante donne evocate, tante voci che qui possono parlare: ciascuna narra di sé, il tempo vissuto, la vita vissuta, i recinti accettati o quelli superati, alcuni trasformati, altri subiti, ma tutte accumunate dalle stesse radici di genere. Dire di loro è stato un “tornare a casa”… Martedì 21 marzo 2006 ore 16.30 - Sala AVIS Moie di Maiolati "PREVENZIONE E COMUNITA’: LA FAMIGLIA COME RISORSA" Con Massimo Mari (direttore DSM Jesi) e Gilberto Maiolatesi (resp. Comunità Alloggio Soteria) Sabato 25 marzo 2006 ore 22.30 – Centro sociale TNT Concerto "THE GENTLEMENS" Mostra espositiva Atelier “Sollievo” Ingresso gratuito Lunedì 3 aprile 2006 ore 21.30 – Teatro Pergolesi In collaborazione con la rassegna “teatro giovani” “La pecora nera. Elogio funebre del manicomio elettrico” Spettacolo Teatrale di e con Ascanio Celestini Ascanio Celestini ha lavorato per 4 anni, come è nel suo stile, attorno ad un argomento che gli premeva raccontare, quello della follia... E' un elogio funebre del manicomio elettrico frutto di un laboratorio di “storie da legare”, una memoria di stagioni passate di psichiatria, terapia, farmaci e contenzione fisica, un riversamento in scena di vicende di ex degenti ed ex addetti …un racconto intimo, delicato e tormentatissimo… BIGLIETTI: Ridotto (fino a 25 anni e Universitari) €.8,00 - Intero €.12,00 i biglietti saranno in vendita dal martedì al sabato 9:30-12:30 / 17:00-19:30. Il lunedì 3 aprile la biglietteria sarà aperta dalle 17:00 fino all’inizio spettacolo. Tel. biglietteria 0731 206888 Per informazioni Teatro Pirata tel.0731 56590. Sabato 8 aprile 2006 ore 17.30 – Palazzo dei Convegni “Siamo fuori dal tunnel?” Dibattito/incontro con il regista e gli attori della “Compagnia della fortezza” sul tema del carcere e dell’inclusione sociale del detenuto Il ribaltamento delle prospettive, la sovversione dei valori, la rimozione delle certezze, la ricerca di un senso più autentico e di un dissenso autenticamente pasoliniano. La negazione di una visione manicheistica come frattura del mondo in ciò che è bene e ciò che è male, sono alcuni punti fermi della poetica di Armando Punzo e della sua compagnia teatrale. Dal 3 al 6 maggio 2006 ore 9.00/18.00 - Teatro studio “V. Moriconi” SALUTE MENTALE E COMPLESSITA’ SOCIALE Percorso formativo intensivo con la partecipazione del prof. Edgar Morin (Filosofo-Sociologo-Saggista) e del prof. Armando Bauleo (Psichiatra-Psicanalista-Didatta) Sabato 6 maggio ore 16:30 Incontro Pubblico. Per informazioni telefonare al: 0731 534882 / 0731 534045 ELOGIO ALLA LIBERTA’ Mostra fotografica a cura di Stefano Vaja (fotografo ufficiale della “Compagnia della Fortezza”) Domenica 14 maggio 2006 ore 21.00 – Teatro Pergolesi “L’ultimo metrò” Spettacolo teatrale in collaborazione con il Teatro Pirata Regia del Teatro Pirata In collaborazione con Centro Socio-riabilitativo “Un mondo a colori” Istituto Tecnico Statale Commerciale e per Geometri “G. Morea” Lo spettacolo è la conclusione di un laboratorio, durato un anno, tenuto con i ragazzi frequentanti l'Istituto Tecnico “G. Morea” e con gli ospiti del Centro Sociale “Un mondo a colori”. Liberamente ispirato al romanzo “Ambaraba” di G. Culicchia, “L'ultimo metrò” mette in scena la solitudine e la paura che ognuno ha dell'altro e del diverso, nel tempo sospeso dell'attesa in un posto chiuso qual' è la fermata di una metropolitana. Ogni personaggio rappresenta un individuo chiuso in se stesso che non si fida dell'altro. Personaggi come autoritratti della solitudine. E tutto potrebbe continuare cosi, fino all'arrivo del metrò. Ma il metrò non arriva e un fatto inatteso (una bomba , un attentato) costringerà tutti a prendere coscienza che solo la solidarietà, la paura condivisa possono spaccare il muro di silenzio che ci impedisce di vedere in ogni persona un amico, un fratello. Regia: Teatro Pirata. Con: Andrea, Bruno, Caterina, Chiara, Dario, Elisa, Elisabetta, Eloisa, Fabio, Fernando, Francesca, Francesco, Giacomo, Giulia, Irma, Marianna, Martina, Maria Teresa, Paola, Sara, Sergio, Teodora. Durata: 40 minuti. Domenica 21 maggio 2006 ore 15.00 – SRR Asiamente “Sulle tracce dell’inaudito e dell’invisto” Grande festa finale della rassegna con musica, teatro, atelier di pittura... Con la partecipazione straordinaria del “Teatro due mondi” di Faenza Dall' 8 al 16 aprile 2006 Palazzo dei Convegni ELOGIO ALLA LIBERTA’ Mostra fotografica a cura di Stefano Vaja (fotografo ufficiale della “Compagnia della Fortezza”) Dal 22 aprile al 2 maggio 2006 Palazzo dei Convegni MOSTRA di PITTURA a cura dell'Atelier del Centro Aggregazione Sociale “Sollievo” Febbraio/Aprile Csa TNT LABORATORIO ARTETERAPIA Partecipano gli studenti del Liceo S.Sociali, ITAS Galilei, Ist. d’Arte Mannucci e alcuni pazienti DSM di Jesi. Per maggiori informazioni: tel 0731 290003 - Fax 0731 290218 Comunità Alloggio Soteria, Via Tabano, 51 - Jesi (AN) e-mail c.soteria@libero.it Coo.s.s. Marche tel 0731 213660