martedì 26 febbraio 2008

26/02/2008 | Solidarietà in Palestina. Un appello alla Regione Marche


MARCHE - Dalle associazioni e dai gruppi attivi nella solidarietà internazionale parte un appello alla Regione Marche sul finanziamento di 180.000 euro al "Centro Peres per la Pace" per la creazione di un'unità pediatrica nell'ospedale di Gerusalemme Est. Si chiede chiarezza su un progetto di cooperazione che vede coinvolta una figura di primo piano nella politica israeliana di occupazione senza offrire garanzie che il progetto possa essere realmente di aiuto al popolo palestinese in un momento di estrema difficoltà, in particolare per l'insostenibile isolamento forzato della Striscia di Gaza. Per aderire alla campagna è possibile inviare un'email al seguente indirizzo: - info@glomeda.org - Il testo dell'appello alla Regione Marche Al Presidente della Regione Marche All'Assessore alla Cooperazione Internazionale Al Comitato per la Cooperazione e la Solidarietà Internazionale A proposito del progetto di cooperazione internazionale della Regione Marche con il "Centro Peres per la Pace" per la "Creazione dell'Unità emato-oncologica del Victoria Augusta Hospital" Gerusalemme est. Come associazioni e gruppi attivi nella solidarietà internazionale e in particolare con il popolo palestinese, partecipiamo da tempo al dibattito che si è aperto nella società civile sul ruolo degli organismi governativi preposti alla cooperazione internazionale, delle ONG e della cooperazione decentrata degli enti locali. In Italia e nel mondo sono tante le voci che hanno evidenziato come troppo spesso i progetti di cooperazione non portano nessun beneficio alle popolazioni a cui sono dirette. Alcune ONG hanno così scelto di non accettare finanziamenti pubblici, altre hanno apertamente contestato i criteri adottati per finanziare progetti di cooperazione, inoltre forti critiche sono state rivolte alla commistione tra cooperazione e organismi militari. Nello specifico in Israele/Palestina molte associazioni operanti in loco hanno evidenziato come spesso il denaro della cooperazione internazionale finisce per perpetuare l'occupazione israeliana di Cisgiordania e Gaza, illegale secondo la legislazione internazionale. Attivisti e intellettuali israeliani e palestinesi come Jeff Halper, Michel Warschaswki, Jamal Juma, Mustafa Barghouti ed altri hanno espresso la loro preoccupazione per un sistema di finanziamento internazionale che finisce per perpetuare la situazione odierna e contribuisce a mantenere la società palestinese in uno stato di dipendenza e sudditanza dall'occupante israeliano. Partendo da questi presupposti e alla luce di recenti informazioni apparse sui media regionali circa il finanziamento di un progetto da 180.000 euro per la realizzazione di un'unità emato-oncologica pediatrica presso l'ospedale Victoria Augusta di Gerusalemme est, che vede come soggetto attuatore il "Centro Peres per la Pace", chiediamo alcuni chiarimenti in merito. Vorremmo sapere se l'Ospedale Victoria Augusta è una struttura pubblica o privata, se sia riconducibile a qualche organismo istituzionale e con quali finanziamenti si regge. Vorremmo anche appurare se corrisponde a verità la notizia che le autorità israeliane hanno revocato le esenzioni fiscali di cui quest'ospedale godeva, mettendone così a rischio l'attività. Chiediamo se questo progetto sia nato dalle reali esigenze mediche della popolazione palestinese, se sono stati fatti studi per appurarne la reale necessità e se a queste ricerche ha partecipato un qualsiasi ente del settore sanitario palestinese. Vorremmo inoltre sapere se tra i firmatari del progetto "Creazione dell'Unità emato-oncologica del Victoria Augusta Hospital" redatto dal "Centro Peres per la Pace" è inclusa l'Autorità Palestinese o altri organismi che possano rappresentare la parte palestinese e se il progetto è gestito con la collaborazione del Ministero della Sanità palestinese o unicamente concordato con organizzazioni israeliane. I dati di vari organismi locali e internazionali e d'agenzie delle Nazioni Unite per le questioni umanitarie dicono che negli ultimi anni l'affluenza dei pazienti palestinesi provenienti da fuori Gerusalemme est all'ospedale Augusta Victoria è diminuita di oltre il 30% a causa delle restrizioni di movimento poste dalle autorità israeliane e questo nonostante sia l'unico ospedale della zona ad avere un reparto d'oncologia pediatrica. Così la negazione del diritto alla libertà di movimento costringe medici e pazienti palestinesi a servirsi di un autobus particolare, il solo autorizzato dalle autorità israeliane, per raggiungere l'ospedale Augusta Victoria. Ci chiediamo così se, a fronte delle centinaia di checkpoints disseminati in tutto il territorio, la totale chiusura di Gerusalemme est ai non residenti e delle strade utilizzabili unicamente dai soli israeliani, la Regione Marche abbia ottenuto formali garanzie dal governo israeliano affinché malati e medici palestinesi possano accedere agevolmente all'ospedale in questione. Vi domandiamo anche perché, visto che negli interventi per la promozione delle attività di cooperazione e partenariato internazionale è fondamentale la valorizzazione delle risorse umane disponibili nell'area d'intervento e il contributo ai processi di sviluppo endogeno, non si è pensato di coinvolgere ONG mediche palestinesi, preferendo scegliere come esecutore del progetto il "Centro Peres per la Pace" presieduto da Shimon Peres. Quest'ultimo ha sempre svolto un ruolo di primo piano nella politica israeliana ed è quindi direttamente responsabile nell'occupazione e nella colonizzazione dei territori palestinesi occupati. Ci sembra inoltre poco opportuno, visto che Israele non può considerarsi un paese in via di sviluppo, finanziare infrastrutture per mezzo di un'ONG israeliana, dimenticando che la IV Convenzione di Ginevra prevede che tutti i trattamenti a tutela della salute della popolazione di un territorio occupato devono essere a completo carico della nazione occupante e dunque d'Israele. Nella consapevolezza che la popolazione palestinese sta attraversando una fase estremamente difficile e piena di sofferenze e senza voler ostacolare le poche cose che a livello internazionale sono messe in campo per salvaguardare i diritti fondamentali di questo popolo, Vi saremmo grati se vorrete rispondere ai dubbi che abbiamo espresso in questa lettera. Certi di una Vostra risposta porgiamo cordiali saluti. Fano, febbraio 2008 Campagna Palestina Solidarietà Adesioni: (collettive) Ya Basta! Marche Onlus Resistenza Solidale Onlus - Pesaro Centro Sociale Autogestito Oltrefrontiera - Pesaro Gruppo Fuoritempo - S.Michele al Fiume (Pu) A ruota libera - Monteporzio (Pu) Bottega di Resistenza Globale - Pesaro Comunità Resistenti delle Marche Ambasciata dei Diritti Onlus - Marche Polisportiva Antirazzista Assata Shakur - Ancona Centro Sociale Autogestito Kontatto - Falconara Centro Sociale Occupato Autogestito MezzaCanaja - Senigallia Collettivo Squola spa - Pergola Centro Sociale Autogestito Tnt - Jesi Associazione XX Giugno - Jesi Collettivo Autonomo di Resistenza Sociale - Civitanova Marche Centro Sociale Autogestito Sisma - Macerata Ass. Cult. "Punto Rosso" - Jesi Sinistra Critica - Jesi Circolo Rosso&Verde - Pesaro Lupo - Osimo (individuali) Ruggeri Marino Alberto Milazzo - Pesaro Luciano Baffioni Venturi - Pesaro Chiara Panzieri Maria Teresa Cecchini Sara Guzzini - Recanati Giovanna Olivieri - Fano Paolo Albucci - Macerata Alessandro Fedeli Agostino Regnicoli - Montecassiano (Mc) Doriana Sandroni - Falconara M.ma Zeno Leoni - Osimo

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