lunedì 25 maggio 2009

Boicottaggio dell'economia di guerra israeliana


Ipotesi di lavoro sul boicottaggio dell’economia di guerra israeliana
Sosteniamo la Bds Campaign
Marche - Venerdì 6 marzo 2009
Premessa
Sessant’anni dopo la nakba del 1948 e 41 anni dopo l’occupazione dei territori da parte d’Israele, il massacro dell’operazione Piombo Fuso e la chiusura della Striscia di Gaza non hanno fatto che ulteriormente aggravare la condizione di oppressione che lo Stato israeliano impone al popolo palestinese.
Una politica di segregazione e discriminazione sviluppata in modo da impedire ai palestinesi l’autodeterminazione e con il fine di portare a termine la colonizzazione e dominazione in tutta l’area denominata “Palestina”.
Un sistema unico al mondo, che combina apartheid e neocolonialismo per mezzo d’insediamenti e occupazione armata.
Le Nazioni Unite e l’Unione hanno fallito nel riconoscere il sistematico e persistente sforzo israeliano nel colonizzare la terra palestinese, nell'opprimere, spossessare, dislocare e dominare il popolo palestinese.
Solamente ristabilendo giustizia e dignità per il popolo palestinese potrà essere restaurata la pace duratura in Medio Oriente.
Nei Territori Palestinesi Occupati l’attività coloniale israeliana continua implacabile.
Più di 600 chek-points israeliani impediscono la libertà di movimento dei palestinesi e migliaia di piani per la costruzione di unità abitative esclusive per ebrei sono stati annunciati negli ultimi due anni.
Nella sola area di Gerusalemme Est occupata la colonizzazione procede, nuovi piani sono stati annunciati per la costruzione di 13.000 unità abitative all’incirca a partire dal dicembre 2007 mentre la demolizione di case palestinesi procede senza sosta.
Israele ha demolito all’incirca 19.000 case nei Territori Palestinesi Occupati tra il 1967 e il 2006, 1.600 tra il gennaio 2000 e il settembre 2007.
In presenza di questa realtà ampi settori della società civile palestinese in collaborazione con numerose associazioni di solidarietà internazionale hanno fatto appello affinché si sviluppi e si rafforzi una campagna per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni come mezzo di contrasto della politica coloniale israeliana (BDS campaign).
30 Marzo giornata d’azione globale BDS
Nel dicembre 2008, Israele ha deciso di segnare il 60 ° anniversario della sua esistenza uccidendo in 23 giorni più di 1300 palestinesi a Gaza e ferendone oltre 5000.
Gli abitanti di Gaza sono i palestinesi, insieme ai loro discendenti, che Israele ha espulso dalle loro case nel 1948.
Con Gaza isolata dal resto del mondo da quasi due anni, la Palestina oggi è diventata il banco di prova della nostra umanità.
In occasione del WSF 2009 a Belém è stata lanciata una “Giornata d’azione globale in solidarietà con il popolo palestinese e per Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni” (BDS) contro Israele.
La mobilitazione coincide con il “Giorno della terra”, commemorazione della strage del 1976 avvenuta in Galilea durante le lotte dei palestinesi contro la massiccia espropriazione delle terre.
La mobilitazione ha come obiettivi:
- il boicottaggio d’aziende israeliane e internazionali che sostengono l’occupazione israeliana e l’apartheid
- la fine delle collaborazioni con enti, università e istituti di ricerca israeliani
- l’annullamento di progetti di cooperazione che le vedono ONG israeliane in funzione di “mediazione” tra la comunità internazionale e le strutture civili (ospedali, scuole, ONG, ecc.) palestinesi
- azioni legali per porre fine all’impunità dei dirigenti politici e militari israeliani e per perseguire i crimini di guerra da loro commessi in conformità con la legislazione internazionale
- annullamento d’accordi preferenziali con Israele e l’imposizione di un embargo sulla vendita d’armi
Due casi concreti per una campagna di boicottaggio
Nell’individuare un percorso di boicottaggio degli interessi israeliani si è posta l’attenzione sulla costruzione del metrò a Gerusalemme e sull’attività produttiva della multinazionale Agrexco.
Veolia, Alstom e il metrò di Gerusalemme
Veolia e Alstom sono le multinazionali che stanno costruendo il metrò di Gerusalemme e che con questa operazione stanno violando le disposizioni internazionali che vietano la modifica della composizione demografica
culturale–sociale di Gerusalemme Est e della Cisgiordania.
La Veolia
Veolia Environnement è una multinazionale francese e fa parte del consorzio CityPass, che si occupa di costruire un sistema di ferrovia leggera tra Gerusalemme ovest e vari insediamenti ebraici illegali come Pisgat Ze’ev, French Hill, Neve Ya’akov Gilo e Gerusalemme est occupata.
Una volta costruito, il sistema ferroviario permetterà ad Israele di legare in maniera sempre più definitiva Gerusalemme est e gli insediamenti illegali allo Stato d’Israele.
Il sistema ferroviario diventerà inoltre un punto nodale della mobilità da e per i grandi insediamenti di Gerusamemme e della Valle del Giordano.
Il completamento del sistema è previsto per il 2020 e la prima linea dovrebbe essere aperta nel 2010.
Con il suo coinvolgimento in questo progetto, Veolia è direttamente coinvolta nell’occupazione israeliana dei territori palestinesi e sta giocando un ruolo fondamentale nel tentativo d’Israele di rendere irreversibile l’annessione di Gerusalemme est e d’altre aree della Cisgiordania.
Questa azienda, con questa operazione, sta minando le possibilità di una pace giusta per il popolo palestinese.
Oltre a Veolia partecipa alla costruzione del sistema ferroviario di Gerusalemme la multinazionale dei trasporti Alstom.
[ Info su bigcampaign.org ]
Carmel Agrexco
Carmel Agrexco è il maggiore esportatore ortofrutticolo israeliano, un vero colosso multinazionale, uno dei protagonisti della colonizzazione dei territori occupati.
Agrexco è per il 50% di proprietà dello Stato Israeliano.
Esporta in tutto il nord Europa, in particolare la Gran Bretagna, frutta fresca, verdure ed erbe aromatiche.
Agrexco opera con tre marchi: Carmel, Jaffa e Coral.
Agrexco è inoltre coinvolta nello sfruttamento della manodopera palestinese a basso costo e nel commercio di prodotti agricoli con i territori palestinesi occupati, tanto che alcune comunità e villaggi palestinesi si rifiutano di comprare o vendere prodotti agli israeliani.
[ Info su bigcampaign.org ]
Sostenere la campagna globale per il disinvestimento e boicottaggio (BDS)
Sostenere e sviluppare la campagna globale per il disinvestimento e boicottaggio contro Israele, lanciata dalla società civile palestinese nel 2005, è un modo per solidarizzare con le comunità palestinesi in lotta contro il muro, per sostenere i contadini palestinesi che difendono la loro terra e le loro case, per sostenere la popolazione di Gaza costretta a vivere in una prigione a cielo aperto, per chiedere la liberazione dei prigionieri politici palestinesi e sostenere le legittime aspirazioni di tutto il popolo palestinese.
[ Info sulla Bds Campaign: http://www.bdsmovement.net/ info[at]bdsmovement.net]

Ya Basta! Marche
Campagna Palestina Solidarietà - Marche
Glomeda Comunicazione
http://www.glomeda.org/

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