Domenica 28 giugno, elezioni in Argentina per il parlamento.
Il prossimo 28 giugno, in Argentina si tengono le elezioni per il rinnovo della camera dei deputati, per il parlamento nazionale e provinciale, il governo di Cristina Fernandez è in difficoltà
Nel mese di maggio nel nostro viaggio in Argentina abbiamo fatto l’intervista che riportiamo di seguito, cercando di capire com'è oggi la situazione politica.
Josè: "bisogna considerare, che siamo in presenza di una crisi di multiple dimensioni , una crisi sociale, come ovvia conseguenza del sistema capitalista in termini di depapeurizzazione, sfruttamento , una crisi che viene da lontano, che ha avuto un relativo ricupero fra il 2003 e il 2007, anche se già alla fine del 2006 - anche per i più privilegiati , coloro che avevano una buona stabilità economica e lavorativa - quando la crescita dell'inflazione ha cominciato a superare la crescita dei salari, questo di conseguenza trascina una crisi sociale che si aggrava.
Poi c'è la crisi economica che è espressione della crisi a livello internazionale e che ha conseguenze particolarmente sulla disoccupazione, sui licenziamenti, con aumento della precarietà dei lavoratori - sia quelli già precari, sia coloro che avevano un posto di lavoro stabile ottenuto nella fase di crescita - che vedono minacciati il posto di lavoro o la riduzione del salario senza riduzione delle ore lavorative .
Poi c'è una terza dimensione della crisi che è quella dell' ambiente, il modello di crescita che si è consolidato nell'Argentina, particolarmente dopo il 2002, è un modello basato sullo sfruttamento dei beni collettivi della natura, da parte privata e soprattutto transnazionale, come nell' espansione della coltivazione della soia che comporta anche uno spostamento di popolazione contadina , che colpisce le popolazioni urbane dei lavoratori che vivono nelle zone che vengono fumigate con pesticidi o nelle zone dove avvengono le appropriazioni di minerali, dove si sviluppa il problema delle miniere nelle zone della cordigliera ; e c'è un'altro volto della crisi, che è quello di una crisi politica che ancora non si esprime totalmente, di cui ci sono grandi segnali sin dall'inizio del 2008 e che prende la forma, in questo anno, di un conflitto fra settori agrari e la politica governativa, ma che in realtà esprime le tensioni all'interno del blocco dominante sull' orizzonte politico da seguire, fra i settori più conservatori, più veicolati al mercato internazionale, gli esportatori della soia e di altri beni collettivi della natura in generale, e tra quei settori più vincolati alle attività industriali; con questo non voglio dire che sono progressisti, ma semplicemente voglio dire che c'è una differenza, e come dicevo, questo si è espresso con molta forza in questo conflitto fra "il campo e il governo" -come lo chiamano qui - anche se dire campo è utilizzare una parola molto ambigua perché anche se il campo comprende diversi tipi di produttori, in qualche modo è omogeneizzato dagli esportatori della soia e rivela qual'è stata la trasformazione dell'agricoltura nell'argentina, a partire dagli anni '90 con l'estensione del coltivo di soia e la colonizzazione dei piccoli produttori sotto il monocoltivo "sojero".
Questo si esprime oggi, come crisi dello scenario politico nelle elezioni del 28 giugno, dove il governo disputa la possibilità di conservare la maggioranza dei parlamentari o no, e l'opposizione che ha l'aspettativa di far indebolire il governo con la perdita della maggioranza dei parlamentari, aprendo uno scenario di maggior confronto sul terreno delle politiche statali (pubbliche)".
Queste quattro crisi, permettono di vedere il panorama che oggi affrontano la società e i movimenti sociali del paese" .
Puoi spiegare un po' meglio questo conflitto del "campo e il governo"? :
"quello del campo è una questione complessa che non c'entra tanto con la proprietà terriera se non con il cambio di coltivazione, ciò che è successo è che il rapporto dei prezzi internazionali della soia è cresciuto - considerando gli anni passati - quella di soia è diventata la coltivazione più redditizia, anche per i piccoli produttori.
Diciamo che c'è stato un processo di soiazizzazione (OGM ovviamente) dei piccoli produttori che smettono di produrre per il mercato interno - come era abituale - e cominciano a farlo per il mercato esterno; o un'altro fenomeno che diventa l'affitto delle piccole terre a grandi produttori che - non sono proprietari - ma che concentrano l'uso della terra, questa mutazione è quello che rappresenta il fronte unito dei piccoli, medi e grandi produttori, c'entra con questo orientamento vincolato alla esportazione di soia, cioè al mercato esterno e non a quello interno.
Il governo proponeva un incremento delle tasse agrarie - che lo stato impone alla esportazione di certi prodotti agricoli - questa proposta aveva un senso fiscale in uno scenario dove il prezzo della soia tendeva ad aumentare sempre di più e in qualche modo conteneva i prezzi interni -perché la ritenzione fiscale ha un ruolo di controllore dei prezzi interni - , il limite della legge proposta dal governo era che non differenziava la quantità di produzione , non differenziava il tipo di coltivazione , penalizzava tutti nello stesso modo e l'altro grave limite è il fatto che colpiva i produttori e non le reti di commercializzazione, se uno analizza la struttura delle produzioni e la commercializzazione agricola, riesce a vedere che sono fondamentalmente piccoli e medi produttori che vendono il loro prodotto alle grandi reti di commercializzazione - che non sono più di quattro o cinque in tutto - fondamentalmente transnazionali che comprano e vendono al mercato mondiale , e il governo con la sua proposta andava a penalizzare i produttori senza toccare la grande commercializzazione, perciò non colpiva il cuore degli interessi del sojero ne dell'agrobisness - o colpiva soltanto un certo settore e non a tutti - in questo senso era disuguale , comunque questa è un logica che il governo ha portato avanti durante tutta la sua gestione, cioè quella di colpire qualche settore e privilegiarne altri, non faceva differenza fra piccoli e grandi , questo determinava che la proposta (pdl 125) sia questionabile.
Ovviamente la reazione si è tradotta con un senso molto conservatore, ha espresso l'apparizione pubblica del settore più conservatore del blocco dominante , con capacità di mobilizzare settori medi , medi urbani e con capacità di impatto elettorale, cioè è stata una proposta di blocchi di strade, picchetti , caserolazo, se uno guarda bene questo va in sintonia con altri processi che si stanno vivendo in america latina; come quello di colonizzare le forme di lotta che sono state il simbolo del ciclo di resistenza del 2001 e 2002 ( il tema dei caserolazo, le assemblee, i picchetti ). Queste forme di lotta, hanno assunto un nuovo significato con i conservatori, che riuscivano a riappropriarsi delle piazze con all'interno frazioni di settori medi urbani e settori popolari, che ha una rassomiglianza, con il ciclo di conflitti emersi con Evo Morales, in una delle province dell'oriente della Bolivia, che assumevano il tema dell'autonomia, quando il tema dell'autonomia era l' asse principale dei movimenti indigeni; o in Venezuela , dove il blocco dominante riesce a conquistare le strade e le piazze, con la stessa logica della mobilizzazione popolare e perfino con la stessa simbologia, il conflitto è stato così forte, che ha percorso tutto il 2008 e ha diviso la società argentina, compresa la divisione della sinistra: una parte si è schierata con il governo e un'altra con il campo, pochi settori hanno cercato di mantenere una posizione equidistante cercando di formulare un'alternativa che permettesse di costruire una posizione diversa da quella del governo e da quella che è stata chiamata la protesta del campo.
Questa polarizzazione è simile a quella che si vuole ricreare per le prossime elezioni del 28 giugno , la destra del blocco che ha vinto nelle strade nel 2008 cerca adesso di costruire una maggioranza parlamentare , in questo senso la situazione , soprattutto per i movimenti sociali è molto complessa , tutto dipenderà da come saranno i risultati delle elezioni - e lo scenario più realistico è che il governo ne esca indebolito - la cosa più probabile è che dopo questo risultato elettorale si approfondisca un'agenda di norme ( ajustes) di carattere regressivo che è gia in marcia.
Come dicevamo parte delle risposte alla crisi sono state i licenziamenti, il rifiuto degli aumenti salariali, la precarizzazione del lavoro, ma dopo il 28 giugno tutto ciò, tenderà ad approfondirsi, io visualizzo nel futuro un ciclo dove si aggraveranno le condizioni sociali , una crisi politica (larvada) che si prolungherà e uno scenario di criminalizzazione del movimento che viene sviluppandosi da diversi anni, che ha subito l'offensiva dei settori più conservatori , a ciò che alcuni hanno chiamato la colonizzazione del dolore, strumentalizzando il dolore delle persone per imporre il tema della sicurezza, utilizzando il rinforzamento della capacità punitiva dello stato come unica risposta al problema della sicurezza, la questione della sicurezza e la criminalizzazione si aggraverà ancora di più, dopo queste le elezioni, una situazione molto complessa dove cresceranno le resistenze sociali in una situazione molto più difficile".
e i movimenti ?
"al momento, i movimenti hanno attraversato una fase negativa, i settori più critici sono stati fortemente colpiti, sono stati messi da parte con le politiche sociali e sono stati criminalizzati, c'è stato un processo di cooptazione di quei settori che si sono avvicinati di più al governo, fatto che ha finito per disintegrare le organizzazioni e in nessun caso il movimento sociale è riuscito a conservare una forza capace di incidere in maniera forte.
Questa è la parte negativa .. invece c'è una parte positiva dove si può vedere che è in atto una "attività" frutto di una grande esperienza sviluppatasi dal 2001 in poi e che oggi ha consolidato esperienze, organizzazioni , pratiche; esiste una rete di organizzazioni, di artisti , di esperienze, che è viva , che lavora , che fanno sperare che questo nuovo ciclo di conflitti di resistenza trovi questi gruppi organizzati in una situazione ancora più matura e molto più formata ed organizzata per affrontare la nuova sfida che verrà.
L'esperienza dell'UAC (Unione Asseblee Citadine) esprime questo processo di confronto nella logica dell'appropriazione privata e transnazionale sotto la logica del lucro, i beni comuni della natura (idrico, minerario e gassifero); è una esperienza che è riuscita a nutrire un insieme di lotte (particolarmente nelle provincie andine) , come l'UAC, anche le esperienze delle organizzazioni pichetere che non sono sparite, anzi al contrario, anche se hanno avuto un processo di frammentazione, di riconversione, processi di confluenza , che hanno dato vita a nuove organizzazioni che in questo momento sono in un ciclo di conflittualità, di azione, di riflessione, di rafforzamento, e poi ci sono le esperienze ( nel terreno dei lavoratori asalariati) che non sono di massa ma che durante il ciclo dal 2003 al 2005 si era creato un coordinamento di sindacati di base ( che non sono all'interno dei sindacati confederati) e anche all'interno dei sindacati confederati ci sono delle correnti che hanno fatto il tentativo di fare un confronto perchè c'è una percezione che in qualche modo il kirchnerismo è finito, almeno la fase della crescita economica , tutto ciò che il kirchnerismo offriva a certi segmenti della società in termini di miglioramento della qualità della vita ( anche se non è stato molto ) era vincolato al ciclo della crescita economica e non a una ridistribuzione del reddito, e finito il ciclo della crescita economica il rapporto fra la distribuzione della richezza e la produzione sarà più assimetrica , perciò c'è la percezione che ci sarà una situazione che si aggraverà in termini sociali e questo ha anche portato a che, molte di quelle organizzazione pichetere che hanno avuto una convergenza con il kirchnerismo nella prima fase, oggi si stanno allontanando.
Tutta questa risorgenza, questo nuovo attivismo e certi processi di ricomposizione, di riorganizzazione, e il sorgere di nuove forme del movimento, nuovi collettivi e la loro sopravvivenza, possono renderci relativamente ottimisti nelle inziative che di fatto ci sono.
Il ciclo di confronto del 2008 anche se si è espresso con le iniziative del blocco dominante - campo -governo - provocò anche una politicizzazione della società e ha fatto si, che si riattivassero esperienze territoriali , la stessa UAC , l'esperienza delle "scuole superiore popolari" che sono molto interessanti, che mano a mano sono cresciute durante gli ultimi anni , che funzionano in sedi ricuperate, o in scuole che mettono a disposizione degli spazi, che hanno un programma pubblico ma che lo prendono anche in mano, con un percorso di battaglie politiche, organizzazioni territoriali vincolate ad organizzazioni pichetere , molto simile a quella del MST ma senza avere quella unità organizzativa che ha il MST ovviamente".
....le fabbriche ricuperate?
"anche se non seguo tanto specificatamente questa parte posso dire che anche se non sono mai sparite, ovviamente, c'è un ritorno a quelle esperienze , aldilà che il periodo più intenso dell'occupazione delle fabbriche è stato il 2001-2002 , molte si sono mantenute , qualcun'altra si è persa ,qualcuna si è burocratizzata, sono rimaste installate nella memoria storica, si è visto molto chiaramente che di fronte alla crisi economica dove ci sono stati settori industriali che hanno abbandonato l'attività, chiuso e mandato a casa i lavoratori, è insorta molto velocemente questa logica del recupero delle fabbriche, che tra l'altro ha creato una grande corrente di solidarietà popolare.
Anche all'interno della rete studentesca è insorta una specie di sinistra indipendente molto più vincolata alla rete di movimento, meno vincolata alla sinistra di partito o di partito di centro come era tradizione, con la costruzione anche di seminari con i temi del movimento, come quello dello zapatismo e dei Sem Terra".
articolo tratto da un intervista a:
Josè Seoane sociologo militante GEAL (Grupo Estudios America Latina)
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