lunedì 6 luglio 2009

Giovedì 9 luglio diamo il benvenuto al G8!


Da Vicenza all’Aquila, da Roma ad Ancona, dal 2 al 10 luglio a contestare il G8 della crisi saranno le comunità che difendono i beni comuni dalla devastazione ambientale e dalle basi di guerra, che si battono per il reddito, il diritto alla casa, per estendere spazi di libertà contro i dispositivi autoritari.
Quelle comunità che vogliono riprendersi il diritto di decidere sul loro futuro, e rivendicare indipendenza e autonomia.
Quelle comunità che hanno intessuto reti solidali con le popolazioni abruzzesi colpite dal sisma che in quei giorni protesteranno contro la militarizzazione della gestione dell'emergenza e per un progetto di ricostruzione sociale dal basso.
Nelle Marche l'appuntamento é al Porto di Ancona, alle porte d'oriente dei nostri territori.
Porte che si vorrebbero chiuse al bisogno di libertà e dignità affidato al mare da migliaia di migranti.
Chiuse dalla frontiera della guerra all'umanità in fuga dall'oppressione e dalla disperazione.
Nel porto di Ancona ogni giorno si violano i più elementari diritti umani, si nega sistematicamente il diritto di asilo.
Ogni giorno, profughi e richiedenti asilo, uomini e donne che scappano dall'Afghanistan o dall'Iraq, vengono direttamente respinti dalla polizia di frontiera e reimbarcati nel viaggio di ritorno verso l'inferno del campo profughi di Patrasso. Uomini e donne che, come Amir, incontrano la morte soffocati nei container o schiacciati dai tir.
Giovedì 9 luglio vogliamo una Giornata Senza Frontiere:
una giornata per liberare il porto di Ancona dalle barriere e dalle gabbie dove si infrangono quei desideri di libertà e dignità che vengono dal mare.
Una Giornata Senza Frontiere per aprire alla cittadinanza senza confini lo spazio negato del porto, perché ritorni ad essere un bene comune di tutta la città.
Una Giornata Senza Frontiere per rivendicare l'indipendenza e l'autonomia delle comunità che vogliono rovesciare la crisi in opportunità di decisione comune sulla trasformazione del presente.
Una Giornata Senza Frontiere per dire basta alla vergogna dei respingimenti, per abbattere l'infrastruttura securitaria del nuovo razzismo aprendo le porte d'oriente alla libertà e ai diritti.
Ancona - Giovedì 9 luglio
Una Giornata Senza Frontiere
la Giornata Senza Frontiere avrà inizio con il concentramento della manifestazione alle ore 19.00 in Piazza Roma ad Ancona.
Comunità Resistenti delle Marche contro il G8
Ambasciata dei Diritti
Associazione Ya Basta! Marche
Il comunicato delle Comunità Resistenti delle Marche
Ancona, 9 luglio.
Per l'immediata liberazione di Marco, Anton e di tutti gli arrestati
La vasta operazione di polizia e magistratura che ha portato a perquisizioni in tutta Italia e a 21 arresti a carico di studenti e militanti dei centri sociali, ha colpito anche Marco e Anton, attivisti del Csa Oltrefrontiera di Pesaro, realtà storica delle reti di movimento nelle Marche.
Anton è attualmente agli arresti domiciliari, Marco è tutt'ora rinchiuso nel carcere delle Vallette.
Il salto di qualità nell'offensiva giudiziaria contro i movimenti offre la misura del restringimento dell'agibilità sociale delle garanzie democratiche in questo paese.
Un teorema insostenibile e un inconsistente impianto accusatorio, quelli costruiti dalla Procura di Torino sulle contestazioni studentesche del maggio scorso, per produrre arresti preventivi in relazione alla mobilitazione diffusa contro il G8.
Dove risulta evidente come la composizione dei soggetti individuati come responsabili ricalchi la mappa delle realtà sociali e studentesche protagoniste dei percorsi di mobilitazione.
Nelle università come nelle città e nei nostri territori, sono in tanti, studenti, precari, migranti, intere comunità che, contro la crisi, hanno scelto di difendere i beni comuni, hanno scelto di resistere e di riaffermare indipendenza e autonomia.
Chi crede che provocazioni e intimidazioni possano fermare tutto questo commette un grossolano errore di valutazione.
Lo dimostra la tempestiva reazione agli arresti in tutte le università italiane, lo dimostra la determinazione del percorso di contestazione diffusa al G8 inaugurato con la giornata dell'indipendenza di Vicenza.
Lo dimostrerà la stessa determinazione che le Comunità resistenti, gli attivisti dei centri sociali, gli studenti dell'Onda, porteranno in piazza anche ad Ancona giovedì 9 luglio per dare il benvenuto al G8 costruendo insieme la Giornata Senza Frontiere, contro la politica dei respingimenti e dei pacchetti sicurezza.
Per l'immediata liberazione di Marco, Anton e di tutti gli arrestati.
Comunità Resistenti delle Marche
Ambasciata dei Diritti
Ya Basta! Marche
Per costruire città senza frontiere, dall'Emilia Romagna ad Ancona
Contro il G8, stop ai respingimenti e al pacchetto sicurezza
Manifestazione ad Ancona, 9 luglio ore 19
Il 9 luglio la città di Ancona esprimerà la propria indignazione e rifiuto verso la violenza dei respingimenti illegali contro i migranti in fuga da terre martoriate da conflitti e povertà.
Il porto di Ancona, come altri luoghi che si affacciano sull'Adriatico, rappresenta oggi un nuovo territorio di quella guerra ai migranti che già si dispiega nelle acque del Mediterraneo e della Manica, nei deserti dell'Africa, nelle carceri della Libia e ovunque donne e uomini mettano in gioco le loro vite per sottrarsi ad ingiustizie ed affermare il diritto ad una esistenza degna.
Sulle navi provenienti da Patrasso arrivano ogni giorno ad Ancona migranti, spesso poco più che bambini, costretti a cercare in Italia uno spiraglio di umanità e futuro garantito dal diritto di asilo.
Convenzioni internazionali e qualche articolo di legge enunciano infatti tutele e diritti per chi cerca un luogo sicuro dove ripararsi da guerre, dittature ed occupazioni.
Ma anziché trovare accoglienza e protezione, i migranti sono accolti dai manganelli e dalla violenza della polizia di frontiera che li respinge in manette in Grecia, un paese che nega sistematicamente il riconoscimento dello status di rifugiato ed esegue deportazioni collettive verso la Turchia e verso l'Afghanistan, dove queste persone subiranno nuove torture e nuove violenze.
E' per sfuggire a questa crudeltà che i migranti sono disposti a legarsi sotto i tir, rischiando di finire sfracellati sull'asfalto, come è successo a Zaher, Amir e a tanti altri senza nome.
E mentre alle nostre frontiere si sbriciolano così gli ultimi brandelli del diritto di asilo, nei nostri territori facciamo i conti ogni giorno con il continuo restringimento dei diritti e delle libertà dei migranti, fino all'introduzione del reato di clandestinità che colpisce gli individui per una condizione subita ed imposta dalle leggi che, come la Bossi-Fini, impediscono di ottenere il permesso di soggiorno.
L'approvazione del Pacchetto Sicurezza interviene infatti in un contesto di enorme precarietà e sfruttamento delle vite dei migranti per sancire senza ambiguità che ogni presupposto di uguaglianza e democrazia è sospeso a discrezione del potere e dei suoi interessi, sostituito oggi con forme moderne ed articolate di apartheid, introdotte con abili campagne per aumentare la paura collettiva.
Restringimenti nell'accesso a diritti civili e servizi, permessi a punti, tasse di soggiorno, inasprimento dei criteri di ottenimento della cittadinanza italiana e ricongiungimenti familiari, insieme ad altri perversi ostacoli ad una serena vita quotidiana vanno a peggiorare ulteriormente la qualità dell'esistenza dei migranti, in una fase di crisi che espelle dal lavoro migliaia di persone privandole di reddito e di forme di tutela sociale.
Al contempo vediamo potenziato il sistema della detenzione amministrativa dei CPT/CIE - dove oggi i tempi di reclusione sono triplicati - anello strategico di una catena di controllo attraverso la quale gestire e governare i corpi in esubero, la manodopera divenuta inutile per il mercato ma preziosa per costruire l'immaginario della paura e del nemico su cui scaricare i costi della crisi.
Di ritorno dall'Independence Day di Vicenza, vediamo nella Giornata Senza frontiere di Ancona una risposta ai regimi di regolamentazione della mobilità delle persone teorizzati e praticati dai G8 e dai loro eserciti.
Contro le morti per frontiera, la proliferazione delle forme di controllo, la militarizzazione dei mari e delle città saremo alla manifestazione di Ancona per portare le lotte quotidiane che conduciamo nei nostri territori insieme ai migranti per l'accesso al reddito, alla casa, ai diritti, ai servizi, all'accoglienza reale e dignitosa per tutti, oltre che una pratica quotidiana di solidarietà e scambio su cui costruire comunità che sperimentano la nuova cittadinanza globale.
Stop ai respingimenti, chiusura dei CIE, libertà di movimento e diritti per tutti/e!
Gli Sportelli Migranti e le scuole di Italiano per migranti di Bologna, Reggio Emilia, Rimini e Parma*

*Centro Sociale TPO Bologna, Associazione Città Migrante Reggio Emilia, Lab Paz Rimini, Casa Cantoniera Autogestita Parma

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