domenica 25 settembre 2005

25/09/2005 | Don Vitaliano e l'ex "prete piquetero"


JESI - In occasione della VI° Assemblea dell'ONU dei Popoli e della Marcia per la Giustizia e la Pace Perugia-Assisi tenutasi dall'8 all'11 settembre 2005, il Comune di Jesi e la Consulta per la Pace, all’interno dell’iniziativa "Adotta un Popolo" si sono impegnati ad ospitare un rappresentante dell'America Latina, particolarmente impegnato all'interno del Movimento dei Lavoratori Disoccupati (MTD) e nella lotta per i diritti umani in Argentina: Alberto Spagnolo. L'invito a questo ex-sacerdote è stato proposto dall'associazione Ya Basta! Marche che da alcuni anni, ha un forte legame con il movimento piquetero e collabora nella promozione di un centro di salute autogestito a Buenos Aires. Tra ottobre e novembre del 2004 la carovana di Ya Basta! ha conosciuto la potenza dei "cortes de ruta" (blocchi stradali), delle assemblee di barrios e il dramma della disoccupazione e della crisi economica, il lavoro delle fabbriche recuperate e la dignità delle moltituidini argentine. Venerdì 16 settembre, al Teatro Studio San Floriano di Jesi si è svolto un incontro pubblico al quale con Alberto Spagnolo ha partecipato anche Don Vitaliano della Sala. I percorsi di Alberto e Don Vitaliano hanno molte similitudini tra loro. Alberto Spagnolo, portavoce del Movimiento Trabajadores Desocupados (MTD) di Solano, movimento che in origine si radicalizza sull’esperienza dell’occupazione della chiesa parrocchiale, ubicata nel quartiere (barrio) San Martin, da parte di famiglie indigenti e sfrattate, col consenso del sacerdote stesso, Alberto Spagnolo. Dopo avere ricevuto l'ordine di sgomberarla, questo sacerdote “rebelde” si rifiuta ed organizza un assemblea con tutta la comunità di Solano dove partecipano più 1.500 persone per chiedere al vescovo di ascoltare la propria comunità. Dopo 2 anni la Chiesa viene sgomberata con la forza dalla polizia e Spagnolo allontanato dai vertici ecclesiastici nazionali, ma il movimento continua a diffondersi. Don Vitaliano della Sala, prete non-global, prete rosso, prete ribelle, prete zapatista, prete barricadiero. I giornali e la televisione parlano di lui molto spesso etichettandolo nei modi più colorati. E' uno dei preti più conosciuti in Italia non solo per il suo impegno di pacifista attivo dentro il movimento no-global, ma anche per la sua battaglia per la ricostruzione dell'Irpinia dopo il terremoto, per la solidarietà portata al movimento gay, per l'azione di dissobedienza civile condotta con grande risonanza mass-medianica durante il G8 a Genova. Nella serata la discussione ha affrontato diversi temi, dalla guerra globale permanente, al precariato, dall’antiproibizionismo alla solidarietà con i popoli che combattono il neoliberismo. Soprattutto ha colpito l’evidente similitudine tra il movimento italiano e quello argentino; in special modo nell’agire politico che esprime la lotta di resistenza alla violenza del capitale globalizzato, che quotidianamente elimina diritti e dignità, regalando miseria, fame e lutti. Gli stessi concetti di autogestione, autorganizzazione sociale e comunità resistenti, di rappresentanza e forme di autogoverno, hanno trovato spazio di confronto nella riflessione comune e immediatamente si è colto il piano strategico delle lotte di resistenza in atto: dalla spontaneità difensiva popolare, alla costruzione di “società altra”, di nuove organizzazioni sociali solidali e comunitarie. L’Argentina come officina dell’autorganizzazione sociale con le sue assemblee popolari di quartiere e le fabbriche occupate e autogestite; l’Italia come laboratorio esperenziale di movimenti sociali che nella Genova del G8 del 2001 ha espresso il massimo livello di conflittualità e antagonismo alla globalizzazione neoliberista, ma contemporaneamente quel movimento dei movimenti disobbediente, quella gioiosa e ribelle moltitudine, ha subito la più efferrata repressione militare degli ultimi decenni, premessa e primo esperimento sul campo della guerra globale permanente nel nostro paese. Oltre alle iniziative in programma nelle Marche, Alberto Spagnolo proseguirà il suo viaggio in altre realtà della penisola, come a Genova, Roma, Bologna, Reggio Emilia, Rimini e nel Nord-Est. - Vai al calendario aggiornato di tutti gli appuntamenti - Il movimento argentino e il "prete piquetero" Vai allo speciale a cura di Ya Basta! Marche e Glomeda Comunicazione

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