giovedì 19 gennaio 2012

ANCONA - PORTO BENE COMUNE...torna il lavoro al cantiere navale!

Ancona - Gli operai Fincantieri vincono la battaglia contro la chiusura







E finalmente un cancello si apre! E’ quello dei lavoratori del cantiere navale di Ancona, che dopo una lunghissima trattativa durata 12 ore nella sede di Confindustria, hanno siglato un’ accordo che allontana l’incubo degli esuberi forzati e riporta il lavoro nell’ arsenale dorico.

La giornata è trascorsa con un presidio di circa 400 lavoratori che hanno assediato i cancelli della sede degli industriali, con lo striscione “Siamo solo lavoratori, siamo lavoratori soli”. Questa mattina i lavoratori

hanno approvato l’accordo con unanimità ed hanno festeggiato davanti allo stabilimento, togliendo il presidio che durava da circa 3 mesi, riaprendo il cancello per riprendersi la dignità e il lavoro, calpestati con l’inizio della crisi nell’ottobre 2009, con l’annuncio della cassa integrazione.
Ora che si è aperto il cancello del cantiere navale, il porto di Ancona ha bisogno di un rilancio a partire da questa straordinaria vittoria sul lavoro. Aprire il porto alla dignità, aprire il porto ai diritti umani, aprire fin da subito le reti metalliche che soffocano il nostro bene comune, quel bene che i lavoratori del cantiere navale oggi si sono ripresi.

- da Rassegna.it
Fincantieri, ad Ancona riaprono i cancelli
Sottoscritta un'intesa unitaria sulla falsariga di quella di Palermo. Nel cantiere marchigiano, dopo otto mesi, si tornerà a costruire navi. Per la Fiom si tratta di un "risultato straordinario" che supera l’accordo separato del 21 dicembre

“Grazie alle lotte dei lavoratori e alla loro determinazione, nel confronto con Fincantieri è stato fatto un altro passo avanti per la modifica e per il miglioramento dei contenuti dell’accordo separato del 21 dicembre 2011”. La Fiom nazionale commenta così l’intesa unitaria sottoscritta ad Ancona nella serata del 17 gennaio, che definisce miglioramenti delle condizioni di gestione del processo di riorganizzazione, sulla scia di quanto già avvenuto a Palermo, e assegna al cantiere marchigiano la costruzione della nave ordinata a Fincantieri dalla compagnia Du Ponant, che sarà avviata nei prossimi giorni. A questa si potrà aggiungere un’altra nave, in continuità con le recenti costruzioni del cantiere, per la quale è in via di definizione il finanziamento.

“Un risultato straordinario – prosegue la Fiom – che consentirà, al contrario di quanto previsto dall’accordo separato del 21 dicembre, la riapertura dei cancelli del cantiere, chiusi da oltre otto mesi, e il riavvio dell’attività produttiva”. Per quanto riguarda il merito dell’intesa, questa stabilisce che l’azienda non licenzierà in nessun caso, in maniera forzosa, i lavoratori coinvolti dal processo di riorganizzazione e dallo scarico di lavoro, prevedendo il ricorso alla mobilità solo per coloro che matureranno i requisiti pensionistici nel corso della vigenza degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione e mobilità), sulla base della volontarietà.
Per quanto riguarda la cassa integrazione, vengono individuati criteri di rotazione equi che escludono le zero ore e che riguarderanno tutti i lavoratori in essa coinvolti. Non solo. Si limita a 60 il numero massimo di lavoratori che, previa loro esplicita accettazione, potranno essere posti in mobilità. Il rispetto dei criteri di equa rotazione degli addetti sarà monitorato in incontri quindicinali con le Rsu del cantiere. “Viene in questo modo scongiurato il drastico ridimensionamento dell’organico del cantiere, sancito dall’accordo separato del 21 dicembre”, commentano in casa Fiom. L’accordo prevede inoltre l’impiego prioritario del personale interno e il ridimensionamento del ricorso agli appalti, a partire da quelli in deroga. “Nell’assemblea tenutasi stamattina davanti ai cancelli del cantiere, i lavoratori hanno votato all’unanimità in favore dell’accordo unitario raggiunto”, fa sapere la federazione di categoria della Cgil. Che aggiunge: “La conclusione positiva di questo confronto dimostra, una volta di più, che attraverso il coinvolgimento diretto dei lavoratori e rispettando il loro mandato, si possono trovare soluzioni positive e unitarie anche in situazioni di dura crisi come quella che colpisce da tempo l’azienda e l’intero settore, superando anche le divisioni sindacali”.








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