Mobilitazione dell'Assemblea Permanente Movimenti Marche
Ancona - NoTav. Cariche a freddo fuori dalla stazione fs
Il presidio di 200 manifestanti si sposta sulla statale, traffico bloccato
1 / 3 / 2012
Raccogliendo l'appello lanciato dall'assemblea NoTav di Bussoleno ieri notte, anche nelle Marche l'appuntamento di mobilitazione era fissato attorno alle 18.00 davanti alla stazione fs.
Il piazzale antistante lo snodo ferroviario aveva già ospitato lunedì il presidio convocato dall'Assemblea Permanente Movimenti Marche in solidarietà alla ValSusa, al fianco di Luca Abbà.
Sono bastati solo pochi secondi per comprendere oggi le diverse intenzioni da parte dei tutori dell'ordine pubblico.
Stavolta sono state le manganellate ad aspettare i manifestanti alla stazione.
Una carica a freddo che ha atteso gli attivisti prima che riuscissero a raggiungere l'ingresso della stazione.
Almeno 4 i feriti, diversi i contusi. Nonostante l'accoglienza brutale della polizia, le oltre 200 persone presenti hanno resistito mantenendosi davanti all'entrata della sede ferroviaria.
Con determinazione gli attivisti hanno voluto sostenere la parola d'ordine che arrivava dalla ValSusa: blocchiamo tutto!
Dopo la carica, blocco totale del traffico nell'ora di punta sulla statale Flaminia, arteria fondamentale della circolazione cittadina.
Un blocco portato avanti per 2 ore, che si è concluso con un corteo non autorizzato. I manifestanti si sono diretti verso il centro, continuando a paralizzare la viabilità fino a raggiungere la sede dell'Ambasciata dei Diritti per riunirsi insieme all'Assemblea Permanente dei Movimenti.
Quando cala la sera la luna scopre il vero volto della gestione dell'ordine pubblico al tempo del governo tecnico: lo sgombero violento del blocco dell'A 32 a Chianocco come le manganellate preventive a vietare un presidio annunciato pubblicamente.
La giornata di oggi ha dimostrato come sia fallito il tentativo di isolamento mediatico e di forzatura sul piano militare ai danni del movimento NoTav.
Siamo tutti e ovunque No Tav. La Valle non si arrende!
Ancona NoTav - Minivideo carica polizia
dona il 5 x 1000 della dichiarazione dei redditi all'Ass.ne YA BASTA! MARCHE (nella dichiarazione dei redditi o nel CUD, nel riquadro "sostegno al volontariato") firma e scrivi il CF: 91023410425 Per Contributi: c/c Ass.ne Ya Basta! Marche Banca Popolare Etica Ancona IBAN : IT82P0501802600000000112064
venerdì 2 marzo 2012
martedì 28 febbraio 2012
"CeNa RaDiO aTtIvA": cena autofinanziamento per il progetto "Radio senza muri"
"CeNa RaDiO aTtIvA":
cena autofinanziamento per il progetto "Radio senza muri" http://www.facebook.com/events/262585447151771/
Venerdi 9 marzo ore 20.30 all' Ostello Villa Borgognioni Via Crivelli, 1 JESI (An)
L'iniziativa è gestita dell'attività "cucina" della Comunità Soteria
menu:
antipasto : crostini misti
primo: lasagna rosa (e bianca vegetariana)
secondo: roastbeaf , tre salse (verde, tonnè e rucola pomodorini e parmigiano) falafel (vegetariano)
contorni: spinaci ed insalata
acqua (OVVIAMENTE PUBBLICA..... E NON SI TOCCA!!!)..... e vino
dolci misti o frutta
caffè rebelde zapatista
posti limitati
contributo 15 euro
prenotazione obbligatoria entro, e non oltre, il 5 marzo al cellulare 3345804775
IMPORTANTE: LA PRENOTAZIONE BISOGNA FARLA SOLO TRAMITE CELLULARE.
NON E' CONSIDERATA PRENOTAZIONE IL" PARTECIPERO'" DELL'EVENTO FACEBOOK
TI ASPETTIAMO!!!!!
AFFRETTATI!!!!!
Pagina FB http://www.facebook.com/radiosenzamuri
Sito Web http://radiosenzamuri.blogspot.com/
TWITTER: @Radiosenzamuri
mail radiocomunitariajesi@gmail.com
Ancona - No Tav, 2 ore di blocco del traffico
28 / 2 / 2012
Nonostante la partecipatissima manifestazione NoTav di sabato scorso 25 febbraio, sono iniziate, con un giorno di anticipo le operazioni di esproprio dei terreni e lo sgombero della baita Clarea. Ancora una volta i fatti odierni in Valsusa ci informano sullo stato malato della nostra democrazia: un esercito in divisa a difesa degli interessi economici di pochi, e nemmeno un’ambulanza a prestare il primo soccorso a quanti difendono con il proprio corpo i beni comuni.
Durante lo sgombero della baita Clarea Luca Abbà, conosciuto attivista No Tav, era salito su un pilone e pressato dalle forze dell’ordine è caduto.
L’aggressione al diritto di espressione e di protesta contro la TAV, la Grande Opera utile solo alla voracità finanziaria degli appetiti delle lobbies economiche e mafiose, dei professionisti del consumo del terriorio e dei privatizzatori dei beni comuni, degli amici del presidente Berlusconi come del professor Monti, dopo i fatti della stazione di Porta Nuova a Torino, insegue il diritto al dissenso fino sulla vetta di un traliccio…
Forte e immediata l’azione di mobilitazione e solidarietà in tutta la penisola.
"Siamo tutti NoTav! Stop espropri": anche davanti alla stazione ferroviaria di Ancona si sono concentrate un centinaio di persone che hanno risposto all'appello dell'Assemblea Permanente Movimenti Marche.
Una mobilitazione immediata per testimoniare come la bandiera NoTAV rappresenti oggi il simbolo migliore della costruzione dell’alternativa alla crisi, della democrazia dei beni comuni. E se la grande dimostrazione democratica di sabato 25 non è bastata, andremo oltre, andremo avanti, ne costruiremo di nuove.
Stasera, ancora, sono in diverse centinaia i no tav ai blocchi in alta valle..
la valle non si arrende.. Forza Luca! Siamo tutti, ma proprio tutti NoTav.
mercoledì 15 febbraio 2012
Jesi (An) - Il tetto del Csoa Tnt crolla sotto la neve. Da subito l'alternativa
“Wow, ha davvero nevicato stanotte! Non è fantastico? Tutto ciò che era familiare è scomparso e il mondo sembra nuovo di zecca! Un nuovo anno… un nuovo inizio! E’ come avere una gigantesca pagina bianca su cui disegnare. Un giorno pieno di possibilità! E’ come un magico mondo, Hobbes, vecchio amico mio… andiamo ad esplorarlo!”
Bill Watterson, E’ un magico mondo, Calvin & Hobbes
Comunicato stampa CSOA TNT
Neve: una parola che si associa con soffice, fiocco, ovatta, bianco, silenzio, risa di bambini che giocano liberi e grandi che si ritrovano bambini...
Con la neve tutto si ferma e assume un altro ritmo, ci fa camminare a piedi o restare dentro casa al calduccio.Ma quando la neve cade a metri in un territorio come quello delle Marche, accumulandosi per giorni e giorni, allora diventa tragedia.
E così, sotto un monte di macerie di tegole, mattoni e neve, cade il TNT, Centro Sociale storico delle Marche, dopo 26 anni di storia: un accumulo di cooperazione sociale, autogestione, impegno sociale, autorganizzazione di lotte di movimento, battaglie di resistenza, aggregazione giovanile, cultura underground, azione costante, ricerca e sperimentazione di forme alternative del vivere in comune… un mondo distrutto dalla NEVE!
Alla vista del crollo rimaniamo senza parole... sono rimasti solo i muri esterni, come una scatola senza coperchio: unici a resistere i meravigliosi murales di “Blu”, uno dei più grandi artisti viventi della nostra terra. Come se la forza dell’arte prodotta dal TNT sia stata l’unica in grado di opporsi al peso del disastro.
In questo momento non riusciamo neanche a entrare per vedere se qualcosa del tanto materiale che avevamo all’interno si sia salvato: un valore inestimabile visto che ogni più piccola cosa, dall’amplificazione al bicchierino di caffè è il frutto di un lavoro collettivo di generazioni che si sonno susseguite nella gestione del Centro in tutti questi anni!
E ci sentiamo immedesimati nei volti di chi ha perso tutto: gli anziani rimasti isolati in mezzo alla neve, i piccoli imprenditori artigiani, vicini di casa, che hanno subito tutti identici crolli, i senza tetto terremotati, tutti coloro che hanno vissuto sotto i bombardamenti…
E il ricordo va ai tanti momenti magici che il TNT ha prodotto. La perdita del TNT è la perdita di un pezzo di città, e per questo non possiamo rassegnarci. Oggi proviamo un grande senso di rabbia!Ma la storia non si cancella, e la neve si scioglie con la Primavera che è alle porte.
Dopo un primo momento di shock, in una riunione assembleare straordinaria, abbiamo subito reagito con la volontà di proseguire il nostro percorso. Abbiamo resistito a tutto, non siamo disposti ad arrenderci ora!
L’Amministrazione deve trovare da subito una soluzione all’emergenza: il TNT è un bene pubblico che va salvato!La neve è adesso, per noi, una pagina bianca su cui riscrivere il nostro futuro. E il futuro lo pensiamo sempre migliore del presente!
Centro Sociale TNT
Bill Watterson, E’ un magico mondo, Calvin & Hobbes
Comunicato stampa CSOA TNT
Neve: una parola che si associa con soffice, fiocco, ovatta, bianco, silenzio, risa di bambini che giocano liberi e grandi che si ritrovano bambini...
Con la neve tutto si ferma e assume un altro ritmo, ci fa camminare a piedi o restare dentro casa al calduccio.Ma quando la neve cade a metri in un territorio come quello delle Marche, accumulandosi per giorni e giorni, allora diventa tragedia.
E così, sotto un monte di macerie di tegole, mattoni e neve, cade il TNT, Centro Sociale storico delle Marche, dopo 26 anni di storia: un accumulo di cooperazione sociale, autogestione, impegno sociale, autorganizzazione di lotte di movimento, battaglie di resistenza, aggregazione giovanile, cultura underground, azione costante, ricerca e sperimentazione di forme alternative del vivere in comune… un mondo distrutto dalla NEVE!
Alla vista del crollo rimaniamo senza parole... sono rimasti solo i muri esterni, come una scatola senza coperchio: unici a resistere i meravigliosi murales di “Blu”, uno dei più grandi artisti viventi della nostra terra. Come se la forza dell’arte prodotta dal TNT sia stata l’unica in grado di opporsi al peso del disastro.
In questo momento non riusciamo neanche a entrare per vedere se qualcosa del tanto materiale che avevamo all’interno si sia salvato: un valore inestimabile visto che ogni più piccola cosa, dall’amplificazione al bicchierino di caffè è il frutto di un lavoro collettivo di generazioni che si sonno susseguite nella gestione del Centro in tutti questi anni!
E ci sentiamo immedesimati nei volti di chi ha perso tutto: gli anziani rimasti isolati in mezzo alla neve, i piccoli imprenditori artigiani, vicini di casa, che hanno subito tutti identici crolli, i senza tetto terremotati, tutti coloro che hanno vissuto sotto i bombardamenti…
E il ricordo va ai tanti momenti magici che il TNT ha prodotto. La perdita del TNT è la perdita di un pezzo di città, e per questo non possiamo rassegnarci. Oggi proviamo un grande senso di rabbia!Ma la storia non si cancella, e la neve si scioglie con la Primavera che è alle porte.
Dopo un primo momento di shock, in una riunione assembleare straordinaria, abbiamo subito reagito con la volontà di proseguire il nostro percorso. Abbiamo resistito a tutto, non siamo disposti ad arrenderci ora!
L’Amministrazione deve trovare da subito una soluzione all’emergenza: il TNT è un bene pubblico che va salvato!La neve è adesso, per noi, una pagina bianca su cui riscrivere il nostro futuro. E il futuro lo pensiamo sempre migliore del presente!
Centro Sociale TNT
sabato 28 gennaio 2012
Gli studenti marchigiani a fianco degli attivisti No Tav arrestati
Gli studenti marchigiani a fianco degli attivisti No Tav arrestati
Ieri all’alba sono stati effettuati decine di arresti contro attivisti del movimento NoTav. Come studenti medi e universitari delle Marche diamo la nostra solidarietà a tutti gli arrestati. La politica continua a gestire la questione Tav solo sul piano dell’ordine pubblico e della repressione incurante del fatto che oltre quelle reti del NonCantiere c’è una popolazione che si oppone ad un’opera inutile, costosa e dannosa per l’ambiente.
Il movimento NoTav è un laboratorio di resistenza contro le logiche del profitto e degli interessi di pochi per la difesa della valle bene comune. Il movimento non si è arreso di fronte alla militarizzazione della valle e siamo sicuri che non si arrenderà proprio ora. In Valle, infatti, abbiamo conosciuto e apprezzato la determinazione dei NoTav a preservare questo territorio.
Come studenti medi e universitari, da sempre vicini e partecipi alla lotta dei valsusini, respingiamo ogni tentativo di criminalizzazione del movimento.
La valle non si arresta! liber* tutt*!
Studenti marchigiani contro la Tav
Movimento Studenti Macerata
Assemblea Permanente Urbino
Collettivo Studentesco 70C Fabriano
Collettivo Studentesco OPS Ancona
Collettivo Zenit Senigallia
Collettivo Studentesco Corto Circuito Jesi
venerdì 27 gennaio 2012
Marche - NoTav, libera la Valle, liberi tutti, subito!
Comunicati Centri Sociali Marche / Assemblea Permanente Movimenti Marche
Questa mattina, su ordine della Procura di Torino, è stata condotta da parte delle forze di polizia un'azione di natura repressiva in relazione alle mobilitazioni contro la realizzazione della linea ferroviaria Tav Torino-Lione del giugno e luglio scorsi, azione che ha colpito un attivista civitanovese della rete dei Centri Sociali delle Marche, raggiunto da un provvedimento di obbligo di dimora.
Consideriamo gravissimo quanto compiuto da parte della magistratura torinese attraverso l'adozione di provvedimenti di arresto e misure restrittive della libertà personale, che a sei mesi di distanza dagli eventi, tradiscono la loro natura intimidatoria.
Assistiamo ancora una volta al tentativo di trasferire forzatamente su un piano giudiziario e di ordine pubblico questioni di ordine politico e sociale decisive per la vita democratica del paese, come quelle rappresentate dal movimento NoTav nella battaglia contro la devastazione ambientale e a difesa dei beni comuni.
Respingeremo questo tentativo con la stessa determinazione che il popolo NoTav oppone alla militarizzazione della Val di Susa.
Liberi tutti. Liberi subito. A sarà dura!
Centri Sociali Marche
- Comunicato Assemblea Permanente Movimenti Marche
A fianco dei No Tav
L’Assemblea Permanente Movimenti Marche esprime la sua totale solidarietà al Movimento No Tav così gravemente attaccato con i 25 provvedimenti di “custodia cautelare”.
In questo modo si vuole colpire un movimento che negli anni è diventato un imprescindibile punto di riferimento per tutti coloro che si battono contro la distruzione dei loro territori da parte dei potentati economici e politici, i quali in nome del profitto e di un falso “progresso” esautorano intere comunità dal loro sacrosanto diritto di poter decidere su scelte che li riguardano direttamente.
Con questi arresti si vuole criminalizzare un grande movimento facendolo passare per una “frangia di estremisti” o di “infiltrati”. Nell’esprimere la nostra vicinanza ai colpiti dai provvedimenti cautelari che hanno coinvolto anche un attivista marchigiano, l’Assemblea Permanente Movimenti Marche ribadisce il suo appoggio nei confronti di una mobilitazione che dal 1992 i cittadini della Val di Susa portano avanti contro un progetto faraonico, quanto inutile e distruttivo.
La lotta dei valsusini è la nostra lotta, è il simbolo di chi vuole affermare un modello sociale, economico e politico basato sulla difesa dei beni comuni, la democrazia partecipata, e un’economia non nemica dell’ambiente.
Assemblea Permanente Movimenti Marche
lunedì 23 gennaio 2012
Forum dei Comuni per i Beni Comuni
Il Comune di Napoli ha promosso, per il 28 gennaio, il Forum dei Comuni per i beni comuni.
Protagonisti della giornata saranno amministratori, movimenti, associazioni, cittadine e cittadini.
Location dell'evento: Teatro Politeama e Maschio Angioino.
Una giornata, quella che si svolgerà a Napoli il 28 gennaio, che vorremmo fosse dedicata al tema della difesa dei beni comuni, fondamento irrinunciabile dei diritti, ma anche pilastro della democrazia partecipativa.
Programma
Ore 9-10,00: Registrazione presso il Teatro Politeama, via Monte di Dio
Ore 11,00: apertura dei lavori:
Norma Rangieri (Il manifesto)
Alberto Lucarelli (Assessore ai beni comuni e democrazia partecipativa del Comune di Napoli)
Ore 12-17,30: presso il Maschio Angioino, svolgimento dei quattro tavoli tematici:
1. Autonomia finanziaria degli enti locali
2. Beni comuni, partecipazione e servizi pubblici
3. Politiche del welfare, diritti, politiche dei migranti e del lavoro
4. Nuovo modello urbano e sviluppo sostenibile
Ore 13,30: light lunch presso il Maschio Angioino
Ore 17,30: pausa caffè presso il Maschio Angioino
Ore 18-19,00: presso il teatro Politeama, in via Monte di Dio: Report dei quattro tavoli tematici
Interventi di: Nichi Vendola (Presidente della Regione Puglia), Massimo Zedda (Sindaco di Cagliari), Giuliano Pisapia (Sindaco di Milano), Michele Emiliano (Sindaco di Bari), Giorgio Orsoni (Sindaco di Venezia), Virginio Merola (Sindaco di Bologna), Nicola Zingaretti (presidente della Provincia di Roma)
Conclusioni di Luigi de Magistris (Sindaco di Napoli)
http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/16512
Protagonisti della giornata saranno amministratori, movimenti, associazioni, cittadine e cittadini.
Location dell'evento: Teatro Politeama e Maschio Angioino.
Una giornata, quella che si svolgerà a Napoli il 28 gennaio, che vorremmo fosse dedicata al tema della difesa dei beni comuni, fondamento irrinunciabile dei diritti, ma anche pilastro della democrazia partecipativa.
Programma
Ore 9-10,00: Registrazione presso il Teatro Politeama, via Monte di Dio
Ore 11,00: apertura dei lavori:
Norma Rangieri (Il manifesto)
Alberto Lucarelli (Assessore ai beni comuni e democrazia partecipativa del Comune di Napoli)
Ore 12-17,30: presso il Maschio Angioino, svolgimento dei quattro tavoli tematici:
1. Autonomia finanziaria degli enti locali
2. Beni comuni, partecipazione e servizi pubblici
3. Politiche del welfare, diritti, politiche dei migranti e del lavoro
4. Nuovo modello urbano e sviluppo sostenibile
Ore 13,30: light lunch presso il Maschio Angioino
Ore 17,30: pausa caffè presso il Maschio Angioino
Ore 18-19,00: presso il teatro Politeama, in via Monte di Dio: Report dei quattro tavoli tematici
Interventi di: Nichi Vendola (Presidente della Regione Puglia), Massimo Zedda (Sindaco di Cagliari), Giuliano Pisapia (Sindaco di Milano), Michele Emiliano (Sindaco di Bari), Giorgio Orsoni (Sindaco di Venezia), Virginio Merola (Sindaco di Bologna), Nicola Zingaretti (presidente della Provincia di Roma)
Conclusioni di Luigi de Magistris (Sindaco di Napoli)
http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/16512
venerdì 20 gennaio 2012
Acqua, Monti fa marcia indietro
Acqua, Monti fa marcia indietro
http://www.acquabenecomune.org/
Comunicato stampa
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
La mobilitazione paga: il popolo dell'acqua ha costretto il Governo a ritirare il provvedimento che vietava la gestione del servizio idrico attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali.
È una vittoria dei cittadini e dei comitati che in tutto il paese hanno fatto sentire forte la loro voce in difesa del voto referendario.
Rimane ampiamente negativo il giudizio del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua sul decreto liberalizzazioni che, a dispregio voto del giugno scorso, peggiora le già pessime misure del precedente Governo sulla privatizzazione degli altri servizi pubblici locali.
La mobilitazione del popolo dell'acqua continua per la piena attuazione del risultato referendario: avanti tutta con la ripubblicizzazione del servizio idrico e la campagna di obbedienza civile per una tariffa corretta e coerente coi referendum. Si scrive acqua, si legge democrazia.
Roma, 20 gennaio 2012
Ancona
Il 13 Giugno 2011 ci siamo ritrovati in tutte le piazze marchigiane a festeggiare l’esito referendario e il risultato storico che tutto il popolo dell’acqua era riuscito a conquistare dopo anni di battaglie. La vittoria referendaria ha sancito che l’acqua è un bene comune e che di conseguenza la sua gestione non può che essere pubblica e partecipata.
Il Governo Monti con il decreto che verrà presentato domani ripropone di fatto la privatizzazione dell’acqua. L’art. 20 afferma che il servizio idrico - considerato servizio di interesse economico generale - potrebbe essere gestito solo tramite gara o da società per azioni, eliminando la possibilità di una gestione pubblica del servizio idrico. A quanto pare gli interessi economici sono più importanti del voto referendario di 27 milioni di cittadini/e italiani che hanno affermato che l’acqua deve rimanere fuori dalle logiche di profitto.
Oggi, con il presidio in Piazza Roma, come in tante città italiane, sono di nuovo i cittadini/e a manifestare il proprio dissenso e a chiedere ai propri sindaci e a tutte le istituzioni di disobbedire alla privatizzazione dell’acqua.
Noi chiediamo con determinazione al Governo Monti di interrompere da subito la strada intrapresa, chiediamo a tutti i partiti, a tutte le forze sociali e sindacali di prendere immediata posizione per il rispetto del voto democratico del popolo italiano e chiediamo alle donne e agli uomini di questo paese di prepararsi alla mobilitazione per la difesa del voto referendario. Se il governo Monti continuerà in questa direzione avremo di fatto un “tradimento” del referendum, un “tradimento” della democrazia. Più volte abbiamo ribadito che il popolo dell’acqua non si sarebbe fermato fino a quando non fosse avvenuta la completa applicazione degli esiti referendari.
Il voto – come si legge nell’appello pubblicato su www.acquabenecomune.org - ha posto il nuovo linguaggio dei beni comuni e della partecipazione democratica come base fondamentale di un possibile nuovo modello sociale capace di rispondere alle drammatiche contraddizioni di una crisi economico-finanziaria sociale ed ecologica senza precedenti. Nessuna esigenza di qualsivoglia mercato può impunemente violare l’esito di una consultazione democratica, garantita dalla Costituzione, nella quale si è espressa senza equivoci la maggioranza assoluta del popolo italiano.
Oggi più che mai si scrive acqua e si legge democrazia.
giovedì 19 gennaio 2012
ANCONA - PORTO BENE COMUNE...torna il lavoro al cantiere navale!

E finalmente un cancello si apre! E’ quello dei lavoratori del cantiere navale di Ancona, che dopo una lunghissima trattativa durata 12 ore nella sede di Confindustria, hanno siglato un’ accordo che allontana l’incubo degli esuberi forzati e riporta il lavoro nell’ arsenale dorico.
La giornata è trascorsa con un presidio di circa 400 lavoratori che hanno assediato i cancelli della sede degli industriali, con lo striscione “Siamo solo lavoratori, siamo lavoratori soli”. Questa mattina i lavoratori

hanno approvato l’accordo con unanimità ed hanno festeggiato davanti allo stabilimento, togliendo il presidio che durava da circa 3 mesi, riaprendo il cancello per riprendersi la dignità e il lavoro, calpestati con l’inizio della crisi nell’ottobre 2009, con l’annuncio della cassa integrazione.
Ora che si è aperto il cancello del cantiere navale, il porto di Ancona ha bisogno di un rilancio a partire da questa straordinaria vittoria sul lavoro. Aprire il porto alla dignità, aprire il porto ai diritti umani, aprire fin da subito le reti metalliche che soffocano il nostro bene comune, quel bene che i lavoratori del cantiere navale oggi si sono ripresi.
- da Rassegna.it
Fincantieri, ad Ancona riaprono i cancelli
Sottoscritta un'intesa unitaria sulla falsariga di quella di Palermo. Nel cantiere marchigiano, dopo otto mesi, si tornerà a costruire navi. Per la Fiom si tratta di un "risultato straordinario" che supera l’accordo separato del 21 dicembre
“Grazie alle lotte dei lavoratori e alla loro determinazione, nel confronto con Fincantieri è stato fatto un altro passo avanti per la modifica e per il miglioramento dei contenuti dell’accordo separato del 21 dicembre 2011”. La Fiom nazionale commenta così l’intesa unitaria sottoscritta ad Ancona nella serata del 17 gennaio, che definisce miglioramenti delle condizioni di gestione del processo di riorganizzazione, sulla scia di quanto già avvenuto a Palermo, e assegna al cantiere marchigiano la costruzione della nave ordinata a Fincantieri dalla compagnia Du Ponant, che sarà avviata nei prossimi giorni. A questa si potrà aggiungere un’altra nave, in continuità con le recenti costruzioni del cantiere, per la quale è in via di definizione il finanziamento.
“Un risultato straordinario – prosegue la Fiom – che consentirà, al contrario di quanto previsto dall’accordo separato del 21 dicembre, la riapertura dei cancelli del cantiere, chiusi da oltre otto mesi, e il riavvio dell’attività produttiva”. Per quanto riguarda il merito dell’intesa, questa stabilisce che l’azienda non licenzierà in nessun caso, in maniera forzosa, i lavoratori coinvolti dal processo di riorganizzazione e dallo scarico di lavoro, prevedendo il ricorso alla mobilità solo per coloro che matureranno i requisiti pensionistici nel corso della vigenza degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione e mobilità), sulla base della volontarietà.
Per quanto riguarda la cassa integrazione, vengono individuati criteri di rotazione equi che escludono le zero ore e che riguarderanno tutti i lavoratori in essa coinvolti. Non solo. Si limita a 60 il numero massimo di lavoratori che, previa loro esplicita accettazione, potranno essere posti in mobilità. Il rispetto dei criteri di equa rotazione degli addetti sarà monitorato in incontri quindicinali con le Rsu del cantiere. “Viene in questo modo scongiurato il drastico ridimensionamento dell’organico del cantiere, sancito dall’accordo separato del 21 dicembre”, commentano in casa Fiom. L’accordo prevede inoltre l’impiego prioritario del personale interno e il ridimensionamento del ricorso agli appalti, a partire da quelli in deroga. “Nell’assemblea tenutasi stamattina davanti ai cancelli del cantiere, i lavoratori hanno votato all’unanimità in favore dell’accordo unitario raggiunto”, fa sapere la federazione di categoria della Cgil. Che aggiunge: “La conclusione positiva di questo confronto dimostra, una volta di più, che attraverso il coinvolgimento diretto dei lavoratori e rispettando il loro mandato, si possono trovare soluzioni positive e unitarie anche in situazioni di dura crisi come quella che colpisce da tempo l’azienda e l’intero settore, superando anche le divisioni sindacali”.
lunedì 16 gennaio 2012
Por la tierra, la vida y la libertad 1
Bici-carovana in terra Mapuche
Prime notizie dalla bici-carovana in Patagonia
6-10 gennaio 2012
Ci incontriamo a San Carlos di Bariloche e subito partiamo verso la citta’ di El Bolson, con l’intento di attraversare buona parte delle province del Rio Negro e del Chubut con le nostre biciclette.
Lungo la strada, ci sembra di essere finiti in una tormenta di neve, non fosse per il fatto che la temperatura supera, insolitamente, i 40 gradi. E in effetti, quella che vediamo cadere non e’ neve ma cenere.
Ceneri e polveri di un vulcano cileno in eruzione che, da sette mesi, affligge questa zona delle Ande.
Ci lasciamo alle spalle un paesaggio ricoperto di cenere bianca.
A El Bolson, ci accolgono come sempre gli attivisti della storica radio indipendente del luogo: Radio Alas.
Qui tutti sono molto preoccupati e da giorni ci sono lunghe dirette radiofoniche. Non a causa del vulcano ma di un grande incendio che sta devastando oltre duemila ettari di meravigliosi boschi, a pochi chilometri dal centro cittadino.
Sta bruciando una delle zone piu’ ambite dagli speculatori e nella quale, nell’ultimo anno, diverse comunita’ mapuche, in forma auotorganizzata, hanno “recuperato” la terra.
Abbandoniamo le ceneri vulcaniche per entrare in una enorme nube di fumo .
Per chi, come noi, conosce questa regione, lo scenario che appare e’ decisamente preoccupante: non si vedono le montagne che circondano questa verde vallata famosa nel mondo per le infinite distese di coltivazioni di gustosissimi frutti di bosco e l’aria e’ impregnata da un fortissimo odore di fumo. La gente si organizza per difendere le proprie abitazioni dalle fiamme che si espandono con grande velocita’, a causa del forte vento e della siccita’. Il governo locale ha messo a disposizione un’unico mezzo aereo antincendio. Si tratta del secondo grande incendio che in pochi mesi ha distrutto buona parte dei boschi locali.
Parlando con gli abitanti, scopriamo che nella zona colpita dal fuoco e’ prevista la costruzione di un grande resort. L’ennesima cementificazione selvaggia, con conseguenze devastanti dal punto di vista dell’impatto ambientale.
martedì 10 gennaio 2012
Messico – San Cristobal - “…planeta tierra: movimientos antisistémicos…” - Riflessioni
Al CIDECI-Unitierra di San Cristobal de las Casas, in Chiapas, si è tenuto per 4 giorni un seminario-incontro per discutere della attuale crisi globale ed i movimenti antitistema.
Importanti intellettuali del Messico e l'America Latina, insieme a rappresentanti di movimenti indigeni, rurali e urbani del continente hanno raccontato le proprie esperienze e riflessioni ad un pubblico di alcune centinaia di persone, soprattutto giovani, attivisti messicani e di altri paesi. Si sono alternati momenti di narrazione di esperienze di lotta con momenti di analisi e riflessione.
E' stata anche l'occasione per festeggiare i 18 anni dell'insurrezione dell'EZLN; San Cristobal fu una delle città occupate dagli indigeni armati il primo gennaio 1994, che da allora stanno costruendo “l'autonomia”, come loro la chiamano, cioè un processo di costruzione di una nuova società, sulle terre occupate ai latifondisti e con proprie forme di governo assembleari e dal basso. Tutti i partecipanti hanno ricordato di come la lotta zapatista è stata, ed è tuttora, un referente ed uno stimolo agli attuali movimenti sociali.
I racconti e le riflessioni collettive ci hanno parlato di come l'attuale fase del capitalismo neoliberista, nonostante la sua crisi, procura ogni giorno sempre più disuguaglianze e povertà, in un contesto in cui i movimenti si trovano in difficoltà nell'immaginare e proporre alternative. Allo stesso tempo, però, l'indignazione in tanti angoli del mondo si sta diffondendo. Come ci hanno raccontato gli studenti cileni, che in questi mesi hanno lottato contro il sistema educativo neolibersita e privatizzato del loro paese, il loro movimento ha risvegliato una società ancora anestetizzata dopo gli anni della dittatura, riuscendo a coinvolgere grosse fette della società, che hanno visto nella loro lotta una lotta per cambiarte un sistema ingiusto e insostenibile.
Qualcosa di molto simile ci hanno raccontato i rappresentanti di OccupyWallStreet, che fino a pochi giorni fa hanno tenuto una accampada nel cuore del potere finanziario, che il loro movimento ha risvegliato la gente negli Stati Uniti, molti cittadini andavano all'accampata anche solo per portare cibo e soldi per continuare, e in poche settimane si sono moltiplicate le occupy in decine di città.
Inoltre hanno partecipato rappresentanti di comunità indigene del Congresso Nazionale Indigeno, molte delle quali stanno lottando per difendere il proprio territorio dall'interesse di transnazionali e dai gruppi criminali. Un processo importante è quello che è in corso in questi mesi a Cheran, una comunità del centro del Messico che ad aprile si è scontrata, utilizzando bastoni e i fuochi d'artificio usati durante le feste, contro i gruppi criminali che da alcuni anni saccheggiano i loro boschi per il commercio della legna. Da allora la comunità è presidiata da barricate fatte dai cittadini, i quali hanno messo in moto un processo di autodifesa ed autogoverno. Hanno chiuso le sedi dei partiti e a novembre hanno impedito l'istallazione dei seggi elettorali, ed in questi mesi attraverso le assemblee hanno riorganizzato un proprio consiglio con il quale si autogovernano secondo le proprie forme organizzative.
Attivisti ed intellettuali hanno riflettuto sull'attuale difficoltà di costruire alternative al sistema capitalista e alla crisi. Si sono confrontate varie posizioni e proposte, a volte diverse tra loro, ma utili ad alimentare la comprensione e il dibattito su cosa fare. Autori come Jean Robert, o rappresentanti della Via Campesina vedono una via di uscita al capitalismo e alla crisi ambientale ed alimentare attraverso la promozione e la difesa della piccola produzione contadina e la sovranità alimentare, fortemente minacciati dalle grandi monocoltivazioni che producono combustibili o alimenti per l'esportazione.
Alcuni studiosi messicani ci hanno parlato della necessità di “de-colonizzare” le nostre menti e i nostri pensieri politici; con questa curiosa parola ci ricordano come il contributo dei movimenti indigeni e quello zapatista è stato molto utile, innanzitutto a ridare dignità a modi di vita e di pensiero considerati inutili e arretrati dal pensiero dominante del progresso e della modernità. Per noi “occidentali”, questi movimenti ci hanno fatto riflettere sui limiti delle nostre tradizionali teorie. Non solo gli indigeni sono apparsi come uno tra i nuovi soggetti che lottano e resistono, come nei nostri paesi i giovani, le donne, le diverse sessualità etc..; ma dalle esperienze indigene emergono importanti spunti riguardo per esempio all'idea di comunità, alla gestione sostenibile delle risorse e nuove forme di organizzaizone.
Gustavo Esteva ha citato Raul Zibechi che ha scritto recentemente che i tradizionali movimenti sociali “sembrano paralizzati perchè il mondo in cui nacquero e crescerono sta scomparendo rapidamente”.
Inoltre, parlando del contesto messicano in cui ogni giorno cresce il numero dei poveri e quello dei morti della violenza, ha definito la situazione attuale dicendo: “non siamo sull'orlo del baratro, ma siamo già caduti dentro, e non vediamo il fondo”.
Sottolineando come viene proposta solo l'opzione elettorale.
Esteva ci ricorda invece dell'indignazione diffusa che si sta espandendo in tutto il mondo verso i governanti, un “risveglirsi caotico”, lo ha definito; non si riferisce solamente alla dimesnione delle mobilitazioni nei paesi arabi e nell'occidente, ma anche ad una miriade di esperienze che nella pratica di tutti i giorni costruiscono alternative al sistema e cominciano ad “immaginare l'impossibile” in America Latina, ma anche in altre parti del mondo, come ad esempio in Italia... Per fare alcuni esempi, Esteva parla di esperienze nei contesti urbani dove i cittadini si organizzano per comprare cibo direttamente ai piccoli produttori (pensiamo ai g.a.s.) o promuovono direttamente loro degli orti urbani per cui la tradizionale lotta per la terra si trasforma in una lotta per il territorio anche nelle città; le lotte per un educazione alternativa, come le numerose esperienze di educazione autonoma e comunitaria molte le quali le abbiamo conosciute in questi anni in Messico e tante altre nascono in America Latina (ma anche l'esperienze dell'autoformazione degli studenti italiani, o i numerosi seminari promossi nei nostri spazi sociali); la lotta per la casa, attraverso progetti di autocostruzione o le occupazioni (come in tante città italiane). Esteva ci dice che “molte sono reazioni alla necessità di uscire dalla pura sopravvivenza, ma altre sono reazioni eretiche al feticismo della merce e la religione del denaro”.
Torniamo da questo seminario con nuove domande e con la consapevolezza che le soluzioni probabilmente non si trovano in un unica ricetta. Esteva ci ricorda che “la nostra proposta è vaga e disarticolata”, ma ci ha mostrato come l'indignazione verso questo sistema si sta espandendo.
C'è solo da continuare, a lottare, a costruire, non da soli ma con i tanti e diversi che dappertutto vogliono un futuro diverso e di dignità.
A cura di Associazione Ya Basta
Articolo redatto da Daniele Fini e Annalisa Vanni
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http://www.globalproject.info/it/mondi/Messico-San-Cristobal-planeta-tierra-movimientos-antisistemicos-Seconda-giornata/10397
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Grande partecipazione alla presentazione del Progetto “Radio Senza Muri"
Lo scorso 28 dicembre al Palazzo die Convegni di Jesi (all'interno della Rasegna Malati di niente) si è tenuta la presentazione del progetto Radio Senza Muri. L'incontro ha visto una grande partecipazione, interesse e curiosità da parte della cittadinanza che ha seguito con estrema attenzione il film sui "Colifatos" di Buenos Aires.
LT 22 Radio la Colifata è il titolo del film documentario di Carlos Larrondo uscito nel 2008 con musiche di Manu Chao, film che narra l'esperienza dalla quale prende spunto il progetto radio jesino.
Nel luglio del 2011 l’ Associazione Ya Basta Marche ha partecipato al bando a scadenza unica del CSV (Centro Servizio per il Volontariato) delle Marche, presentando un progetto che aveva come obiettivo la creazione di una Radio Comunitaria nel territorio jesino.
Il progetto ha ottenuto il finanziamento richiesto ed ora Ya Basta! Marche insieme ad altre associazioni, enti locali e cooperative del territorio ma anche a livello nazionale è pronta per iniziare questa avventura.
Perchè fare una Radio Comunitaria? La Radio Comunitaria è intesa come luogo di incontro, di relazione nel territorio, dove, chi ne senta la necessità, può esprimere le proprie idee, i propri sentimenti e creare un vero confronto con la comunità. La Radio vuole avere una piena funzione sociale, far conoscere e stimolare la riflessione sui diversi temi che ci riguardano tutti e che ci fanno sentire appartenenti alla stessa condizione umana. La Radio vuole essere un punto di incontro per persone che sono normalmente definite "aventi un disagio sociale" e persone che si usa definire "normali".
La radio ha dato così la possibilità di far sentire fuori dalle mura del nosocomio le difficoltà di tante persone che vi erano e vi sono tuttora ricoverate rompendo metaforicamente i muri creati dallo stigma sociale. I "normali", ovvero la comunità ha avuto modo così di conoscere e sperimentare la ricchezza dei contenuti e la profonda sensibilità di chi viene considerato "diverso", "matto", "difficile", e perciò emarginato, sviluppando così, attraverso un dialogo, un rapporto di conoscenza, fiducia e rispetto. La Radio assume quindi una valenza terapeutica sia per chi la fa sia per chi la ascolta. Il nome La Colifata deriva dalla parola “colifato”, che nel dialetto della capitale argentina significa matto, suonato.L’avventura nasce nel 1991 quando Alfredo Olivera, specializzando in psichiatria, decide di disinteressarsi dell’usuale terapia farmacologica per sperimentare una cura totalmente diversa, il coinvolgimento degli ospiti del manicomio nella gestione di una radio. Dal 1992 ogni sabato i “colifatos” si riuniscono nel colorato giardino dell’imponente manicomio e ciascuno di essi si esprime attraverso il proprio spazio radiofonico.
Mentre i farmaci relegavano i pazienti alla reclusione sociale ed affettiva, attraverso i programmi radiofonici gli irresistibili protagonisti riacquistano la libertà ed instaurano un legame diretto con i radioascoltatori, stabilendo un contatto con il mondo esterno dal quale erano esclusi. I numerosi interventi degli ascoltatori rappresentano il materiale riscontro di come l’energia dei “colifatos” abbia abbattuto i muri del manicomio, contagiando la città con la voglia di vivere e di essere felici dei personaggi.
Ya Basta! Marche ha avuto la possibilità di conoscere da vicino Radio la Colifata stringendo amicizia con Alfredo e gli altri colifatos. Sarà proprio Alfredo insieme ad altri componenti della Radio che verrà a marzo a Jesi a tenere un corso di formazione per far partire il progetto anche in questa regione.
Tanti partners provenienti da realtà diverse. Al progetto della Radio parteciperanno: Ambasciata dei diritti Marche, Falkatraz Onlus, Casa delle Culture Jesi, Coop. Soc. Cooss Marche, Associazione Polisposrtiva Asiamente, Libera Jesi, Comune di Jesi, Dipartimento di Salute Mentale di Jesi, C.S.O.A. TnT Jesi, Associazione Arci Comitato Jesi-Fabriano, Associazione Culturale Radio Incredibilie Grottammare, Associazione Antigone Marche, Radio Aut Marche.
Tra i partners fuori regione ci sono : Radio Fragola Trieste, Radio Sherwood Padova, Radio Collega-menti Pisa, Radio Stella 180 L'Aquila, Radio Ondattiva Bari , Psicoradio Bologna, Radio Aut Fermo, Caffè Basaglia di Torino e la Fondazione Franca e Franco Basaglia Venezia-Roma.
Chi fosse interessato a sapere di più riguardo al progetto o a partecipare alla formazione con Alfredo Olivera che si terrà dal 17 al 25 marzo 2012 all'Ostello villa Borgognoni può scrivere a radiocomunitariajesi@gmail.com o contattare Ya Basta! Marche tramite facebook (Ya Basta! Marche).
da Ya Basta! Marche
yabastamarche.blogspot.com
LT 22 Radio la Colifata è il titolo del film documentario di Carlos Larrondo uscito nel 2008 con musiche di Manu Chao, film che narra l'esperienza dalla quale prende spunto il progetto radio jesino.
Nel luglio del 2011 l’ Associazione Ya Basta Marche ha partecipato al bando a scadenza unica del CSV (Centro Servizio per il Volontariato) delle Marche, presentando un progetto che aveva come obiettivo la creazione di una Radio Comunitaria nel territorio jesino.
Il progetto ha ottenuto il finanziamento richiesto ed ora Ya Basta! Marche insieme ad altre associazioni, enti locali e cooperative del territorio ma anche a livello nazionale è pronta per iniziare questa avventura.
Perchè fare una Radio Comunitaria? La Radio Comunitaria è intesa come luogo di incontro, di relazione nel territorio, dove, chi ne senta la necessità, può esprimere le proprie idee, i propri sentimenti e creare un vero confronto con la comunità. La Radio vuole avere una piena funzione sociale, far conoscere e stimolare la riflessione sui diversi temi che ci riguardano tutti e che ci fanno sentire appartenenti alla stessa condizione umana. La Radio vuole essere un punto di incontro per persone che sono normalmente definite "aventi un disagio sociale" e persone che si usa definire "normali".
La radio ha dato così la possibilità di far sentire fuori dalle mura del nosocomio le difficoltà di tante persone che vi erano e vi sono tuttora ricoverate rompendo metaforicamente i muri creati dallo stigma sociale. I "normali", ovvero la comunità ha avuto modo così di conoscere e sperimentare la ricchezza dei contenuti e la profonda sensibilità di chi viene considerato "diverso", "matto", "difficile", e perciò emarginato, sviluppando così, attraverso un dialogo, un rapporto di conoscenza, fiducia e rispetto. La Radio assume quindi una valenza terapeutica sia per chi la fa sia per chi la ascolta. Il nome La Colifata deriva dalla parola “colifato”, che nel dialetto della capitale argentina significa matto, suonato.L’avventura nasce nel 1991 quando Alfredo Olivera, specializzando in psichiatria, decide di disinteressarsi dell’usuale terapia farmacologica per sperimentare una cura totalmente diversa, il coinvolgimento degli ospiti del manicomio nella gestione di una radio. Dal 1992 ogni sabato i “colifatos” si riuniscono nel colorato giardino dell’imponente manicomio e ciascuno di essi si esprime attraverso il proprio spazio radiofonico.
Mentre i farmaci relegavano i pazienti alla reclusione sociale ed affettiva, attraverso i programmi radiofonici gli irresistibili protagonisti riacquistano la libertà ed instaurano un legame diretto con i radioascoltatori, stabilendo un contatto con il mondo esterno dal quale erano esclusi. I numerosi interventi degli ascoltatori rappresentano il materiale riscontro di come l’energia dei “colifatos” abbia abbattuto i muri del manicomio, contagiando la città con la voglia di vivere e di essere felici dei personaggi.
Ya Basta! Marche ha avuto la possibilità di conoscere da vicino Radio la Colifata stringendo amicizia con Alfredo e gli altri colifatos. Sarà proprio Alfredo insieme ad altri componenti della Radio che verrà a marzo a Jesi a tenere un corso di formazione per far partire il progetto anche in questa regione.
Tanti partners provenienti da realtà diverse. Al progetto della Radio parteciperanno: Ambasciata dei diritti Marche, Falkatraz Onlus, Casa delle Culture Jesi, Coop. Soc. Cooss Marche, Associazione Polisposrtiva Asiamente, Libera Jesi, Comune di Jesi, Dipartimento di Salute Mentale di Jesi, C.S.O.A. TnT Jesi, Associazione Arci Comitato Jesi-Fabriano, Associazione Culturale Radio Incredibilie Grottammare, Associazione Antigone Marche, Radio Aut Marche.
Tra i partners fuori regione ci sono : Radio Fragola Trieste, Radio Sherwood Padova, Radio Collega-menti Pisa, Radio Stella 180 L'Aquila, Radio Ondattiva Bari , Psicoradio Bologna, Radio Aut Fermo, Caffè Basaglia di Torino e la Fondazione Franca e Franco Basaglia Venezia-Roma.
Chi fosse interessato a sapere di più riguardo al progetto o a partecipare alla formazione con Alfredo Olivera che si terrà dal 17 al 25 marzo 2012 all'Ostello villa Borgognoni può scrivere a radiocomunitariajesi@gmail.com o contattare Ya Basta! Marche tramite facebook (Ya Basta! Marche).
da Ya Basta! Marche
yabastamarche.blogspot.com
giovedì 29 dicembre 2011
Argentina - Bici carovana in Patagonia con il popolo Mapuche dal 5 al 20 gennaio 2012 a cura dell'Associazione Ya Basta
PER LA TERRA LA VITA E LA LIBERTA'
PER CONOSCERE IL PROGETTO DI UNA “CASA COMUNE” REALIZZATA PER LE ATTIVITA’ DI FORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE AMBIENTALE. UNO SPAZIO DI AGGREGAZIONE DELLE COMUNITA’ MAPUCHE DELLE REGIONI DEL CHUBUT E RIO NEGRO NELLA PATAGONIA ARGENTINA
Dal 5 al 20 Gennaio 2012 l’Associazione Ya Basta sarà in Patagonia Argentina per visitare la “Casa Comune” e la Radio Comunitaria a El Maiten.
In Patagonia, come in moltissimi luoghi del nostro pianeta, la gente si oppone ad uno sfruttamento continuo e incontrollato delle risorse naturali.
Le comunità locali si organizzano per la difesa della terra, dell’acqua, dei ghiacciai e delle montagne di questo straordinario angolo del mondo.
Per millenni l’uomo ha vissuto in questo territorio in armonia con l’ecosistema, ma le politiche economiche degli ultimi decenni hanno permes- so e incentivato la svendita e lo sfruttamento di un luogo unico al mondo, caratterizzato da un’incredibile biodiversità.
Il prezioso e fragile ecosi- stema è oggi sempre più minacciato dallo sfruttamento forestale e idroelettrico, dall’estrazione di idrocarburi e minerali e dagli allevamenti intensivi.
C’è chi, come il popolo Mapuche, resiste da anni per non essere sgomberato dalla terra natìa, si autorganizza per promuovere la propria cultura d’origine, la propria lingua e per valorizzare le proprie origini.
La “gente della terra” non ha nessuna intenzione di arrendersi, di vedersi spogliata della terra senza la quale non sa, non può e non vuole vivere.
Dal 2004 l’Associazione Ya Basta sostiene le comunità locali attraverso il progetto di realizzazione di una Radio Comunitaria inaugurata nel 2009 e il successivo ampliamento con la costruzione del S.U.M. (sala polifunzionale): una “Casa Comune” per le attività di formazione, sensibilizzazione ambientale e aggregazione delle comunità Mapuche e non, delle regioni del Chubut e Rio Negro.
Il viaggio di Gennaio 2012 sarà l’occasione per vedere la conclusione di questo progetto e l’inaugurazione della struttura che potrà accogliere i viaggiatori sensibili e attenti alle tematiche ambientali e sociali.
lunedì 19 dicembre 2011
"RADIO SENZA MURI"
Mercoledì 28 dicembre al Palazzo dei Convegni di Jesi presenteremo il progetto
"Radio senza muri" all'interno della Rassegna “Malati di Niente"
Il progetto verrà avviato nei primi mesi del 2012, la prima fase consisterà nella formazione degli operatori della radio e sarà curata da Radio la Colifata (Buenos Aires), già ospite della Rassegna “Malati di Niente” (2004 e 2009)
ore 17 presentazione del progetto a cura di Ya Basta! Marche
ore 17.30 visione del film "LT 22 Radio La Colifata" di Carlos Larrondo (sottotitolato italiano)
Link di approfondimento: La Colifata- Malati di niente - Ya Basta
29/12/2004 Carovana Ya Basta! Una visita a Radio La Colifata
http://www.glomeda.altervista.org/documenti.php?id=349
13/04/2004 Ricostruiamo l'Atelier du Non-faire a Jesi
http://www.glomeda.altervista.org/documenti.php?id=168
29/04/2005 Radio La Colifata alla Rassegna “Malati di Niente"
http://www.glomeda.altervista.org/documenti.php?id=391
04/04/2005 Rassegna "Malati di Niente"
http://www.glomeda.altervista.org/documenti.php?id=386
06/03/2006 "Malati di Niente" lancia la sesta edizione
http://www.glomeda.altervista.org/documenti.php?id=515
28/02/2008 Ya Basta! e Manu Chao a Radio La Colifata
http://www.glomeda.altervista.org/documenti.php?id=672
VI PRESENTIAMO IL PROGETTO "RADIO SENZA MURI"
"RADIO SENZA MURI"
progetto presentato da Ya Basta! Marche - Jesi
L’ Associazione Ya Basta Marche, ha partecipato al bando del CSV (Centro Servizio Volontariato) Marche, presentando un progetto inerente la creazione di una Radio Comunitaria.
Comunitaria, poichè intesa come luogo di incontro, di relazione, dove chi ne senta la necessità, possa esprimere le proprie idee, i propri sentimenti e creare un vero confronto che dia luogo alla comunità, per conoscere e riflettere sui diversi temi che appartengono alla stessa condizione umana.
Il progetto si rivolge a persone e categorie con disaggio, e non.
Il progetto prende spunto dall’ eccezionale esperienza di Radio la Colifata, che è in onda da 20 anni e trasmette dai giardini dell’ Ospedale Borda di Buenos Aires; la radio, ha dato la possibilità di fare sentire fuori dalle mura le difficoltà di tante persone che da anni sono ricoverate in questo nosocomio.
La radio diventa uno strumento terapeutico, dove i soggetti coinvolti vedono affiorare la consapevolezza di essere in grado di assumere una funzione politica nella propria comunità di riferimento e contestualmente una piazza aperta dove riflettere, discutere, organizzarsi e costruire un rapporto dialogico con la comunità la quale viene posta nella situazione di interagire ed esprimersi.
Inoltre la creazione di una radio nella quale sono coinvolte realtà associative diverse che operano sul territorio contribuisce all’opera di stimolo delle realtà di volontariato esistenti e alla creazione di reti e nuovi rapporti di collaborazione.
Il progetto è stato scelto dalla commissione esaminatrice del CSV Marche, nel mese di ottobre e da quel momento stiamo lavorando per portarlo avanti.
Si inizierà con un corso di formazione gestito dallo Psicologo Alfredo Olivera, fondatore di Radio la Colifata, e proseguirà con la realizzazione della radio, avendo come appoggio la già esistente Radio TLT, del Centro di Aggregazione Giovanile di Jesi, gestito dalla Cooperativa Sociale Costess.
Il progetto ha come capo fila l’associazione Ya Basta, con la partecipazione di 20 partner, che hanno aderito a questa idea, e sono espressione del mondo dell’ associazionismo, delle radio della salute mentale e non. di diverse città italiane, ed enti del territorio jesino: Ass.ne Falcatraz Falconara Marittima, Ambasciata dei Diritti Ancona, csa TNT Jesi, Ass.ne Libera Jesi, Asiamente Jesi, Casa delle Culture e Arci Jesi, Ass.ne Antigona, DSM jesi, Comune di Jesi, Ambito Territoriale Sociale IX, COOSS Marche, Radio Incredibile Grottammare, Radio Fragola Trieste, Radio Sherwood Padova, Radio Collegamenti Pisa, Radio Stella 180 dell'Aquila, Radio Ondattiva Bari , Psicoradio Bologna, Radio Aut Fermo, Caffè Basaglia di Torino e la Fondazione Franca e Franco Basaglia Venezia-Roma.
Con l’intenzione di lavorare in rete, siamo pronti insieme a partecipare alle giornate di incontri, che le radio alternative organizzano durante l'anno.
Esperienze molto importanti per la piena funzionalità della comunicazione di rete, come è stato al convegno della salute mentale svoltosi a Trieste, dove abbiamo avuto la possibilità di partecipare in diretta insieme a tutte le radio presenti, alla trasmissione di Radio Fragola, importante anche far parte dell' Assemblea Nazionale, nonchè aver partecipato a un incontro organizzato da Psicoradio Bologna nel giorno del loro 5° anniversario.
Tutto questo ci ha dato modo di conoscere le esperienze di tante realtà che lavorano in tutta Italia sul disagio; giornate di dibattiti e confronto tra operatori radiali, utenti, e operatori sociali , con la necessità di costruire insieme un modo diverso di comunicare e relazionarsi, e cominciare a lavorare insieme per un mondo nel quale tutti possiamo avere uno spazio vitale nella terra che ci ospita.
Mercoledì 28 dicembre, a Jesi nel Palazzo dei Convegni, presenteremo il progetto "Radio senza muri" all'interno della mostra di pitture organizzata dal Sollievo di Jesi all'interno della "Rassegna Malati di niente".
Il progetto verrà avviato nei primi mesi del 2012, la prima fase consisterà nella formazione degli operatori della radio e sarà curata da Radio la Colifata (Buenos Aires), già ospite della Rassegna Malati di niente (2004 e 2009)
ore 17 presentazione del progetto a cura di Ya Basta! Marche
ore 17.30 visione del film "LT 22 Radio La Colifata" di Carlos Larrondo (sottotitolato in italiano)
YA BASTA MARCHE
martedì 13 dicembre 2011
LA REGIONE MARCHE AUMENTERA' LE TARIFFE DELL'ACQUA
luca.acacia.scarpetti@assemblea.marche.it; francesco.acquaroli@assemblea.marche.it; fabio.badiali@assemblea.marche.it; massimo.binci@assemblea.marche.it; raffaele.bucciarelli@assemblea.marche.it; giacomo.bugaro@assemblea.marche.it; gianluca.busilacchi@assemblea.marche.it; valeriano.camela@assemblea.marche.it; antonio.canzian@regione.marche.it; adriano.cardogna@assemblea.marche.it; mirco.carloni@assemblea.marche.it; graziella.ciriaci@assemblea.marche.it; francesco.comi@assemblea.marche.it; giancarlo.danna@assemblea.marche.it; sandro.donati@regione.marche.it;
paolo.eusebi@assemblea.marche.it; elisabetta.foschi@assemblea.marche.it; enzo.giancarli@assemblea.marche.it; sara.giannini@regione.marche.it; paola.giorgi@assemblea.marche.it; dino.latini@assemblea.marche.it; marco.luchetti@regione.marche.it; maura.malaspina@assemblea.marche.it; enzo.marangoni@assemblea.marche.it; luca.marconi@regione.marche.it; erminio.marinelli@assemblea.marche.it; francesco.massi@regione.marche.it; almerino.mezzolani@regione.marche.it; giulio.natali@assemblea.marche.it; rosalba.ortenzi@assemblea.marche.it; paolo.perazzoli@assemblea.marche.it; paolo.petrini@regione.marche.it; moreno.pieroni@assemblea.marche.it; mirco.ricci@assemblea.marche.it; franca.romagnoli@assemblea.marche.it; angelo.sciapichetti@assemblea.marche.it; daniele.silvetti@assemblea.marche.it; vittoriano.solazzi@assemblea.marche.it; segreteria.presidenza@regione.marche.it; gino.traversini@assemblea.marche.it; umberto.trenta@assemblea.marche.it; roberto.zaffini@regione.marche.it; giovanni.zinni@consiglio.marche.it;
lunedì 12 dicembre 2011
Sabato 17 Dicembre ore 17:00 - Ancona, Piazza Roma *OCCUPY ANCONA
Da OccupyAncona a Firenze
Sabato in piazza ad Ancona Con Samb e Diop nel cuore! #chiuderecasapound!
Le interviste a cura dell'Ambasciata dei Diritti e dell'Associazione Shimabara
mercoledì 23 novembre 2011
VERSO UNA CITTA' DEI BENI COMUNI
VERSO UNA CITTA' DEI BENI COMUNI
Lettera aperta del Centro Sociale TNT sulle amministrative
Nonostante la gravità della crisi ed i pesantissimi riflessi sulle comunità territoriali, il dibattito intorno alle prossime elezioni amministrative risulta interamente confinato nel ceto politico ed avvitato intorno al tema delle alleanze e delle candidature. Programmi, contenuti e reali prospettive della città non hanno parola. Il momento che stiamo attraversando è troppo complesso e denso di implicazioni per lasciare che ancora una volta la ritualità elettoralistica prenda il sopravvento sulle idee e sulle reali istanze sociali. La crisi globale non è solo crisi economica: è crisi politica, crisi della democrazia, sottrazione di diritti e di risorse, impoverimento materiale, sociale e culturale. Amministrare una città significa oggi misurarsi con la problematica dei beni comuni, della precarietà, dei diktat imposti dalle istituzioni totali della finanza che penetrano a fondo i nostri territori e strangolano le nostre città. La prossima Amministrazione sarà necessariamente un' “amministrazione straordinaria”: o perchè accetterà, magari con qualche rimbrotto di circostanza, di essere strumento di una delle più grandi operazioni di espropriazione sociale, con privatizzazioni, dismissioni del patrimonio pubblico, demolizione del welfare territoriale, rinuncia a “pezzi” di sovranità; o perchè, al contrario sceglierà di essere parte di una più vasta “alleanza” sociale che vuole resistere alla cannibalizzazione della finanza e nel contempo immaginare un'alternativa possibile. Un'Amministrazione che sceglie di stare dalla parte della città oggi più che mai non può parlare solo il linguaggio del governo, ma deve misurarsi con una progettualità che si relaziona con i movimenti sociali e che contiene un tensione costituente capace di confliggere a difesa dei beni comuni, della democrazia, dei diritti, dell'equità e giustizia sociale. Al di fuori delle sartorie politiche dove si ritagliano i programmi a misura delle alleanze, è necessario costruire un aggregato programmatico sociale che rivendichi anche dentro la tornata delle amministrative la possibilità di un'alternativa che viene dal basso. Una piattaforma sociale che sia un working in progress aperto, multitudinario ma nel contempo concreto e deciso a dare battaglia su obiettivi programmatici già tracciati dai movimenti: tutela ed affermazione dei beni comuni, anche attraverso nuovi percorsi di normazione dal basso e di partecipazione sociale; ripubblicizzazione del servizio idrico integrato ed applicazione reale dei risultati referendari; opposizione ad ogni tentativo di privatizzazione dei servizi pubblici locali; lotta alla precarietà, costruzione di welfare territorializzato e politiche redistributive; lotta alla dismissione del patrimonio pubblico e delle municipalizzate; tutela del lavoro e dei diritti dei lavoratori anche attraverso l'assunzione delle iniziative referendarie volte alla difesa dell'art.18 dello Statuto dei Lavoratori; tutela e promozione degli spazi di produzione autonoma di cultura e di aggregazione sociale e giovanile; salvaguardia e ricostruzione dell'equilibrio eco-ambientale e della qualità dell'aria anche attraverso la definitiva chiusura della Turbogas; valorizzazione delle esperienze autogestionarie nei diversi ambiti del vivere associato; salvaguardia delle risorse destinate alla cultura contro il tentativo di ridurci alla mera riproduzione della vita materiale; salvaguardia e promozione della scuola pubblica; lotta alle discriminazioni e tutela dei diritti dei migranti.
Pensiamo che l'inestricabile intreccio tra crisi globale, governo della finanza e future politiche amministrative renda assolutamente necessario costruire un luogo di espressione unitaria in grado di rovesciare la straordinarietà della crisi e dei suoi esiti politici in una straordinaria presa di parola da parte dei movimenti che anche nel passaggio delle amministrative rivendicano la necessità un nuovo protagonismo sociale. Un protagonismo fuori della retorica populista, anti-politicista o ideologica, deciso a misurarsi con i problemi reali per costruire soluzioni alternative.
Crediamo che sia importante ed urgente avviare una riflessione comune tra le molteplici realtà sociali, politiche e di movimento che agiscono nella nostra città e che possono costruire insieme un nuovo spazio pubblico di proposta e di azione.
Proponiamo a tutti gli interessati di incontrarci per un primo momento di discussione e per valutare insieme i successivi passaggi nell'assemblea che si terrà al Centro Sociale TNT mercoledi 30 novembre alle ore 21.
CENTRO SOCIALE AUTOGESTITO TNT
venerdì 18 novembre 2011
MARCHE - SAVE SCHOOL NOT BANKS!
Profumo di crisi? #occupythefuture!
Marche - Save school not banks!
Giornata di mobilitazione studentesca diffusa anche nelle Marche quest'oggi.
Questa mattina ha iniziato il Collettivo Studentesco "Corto Circuito", organizzando lo sciopero in tutte le scuole della citta'.
Gli studenti si sono ritrovati in piazza della Repubblica dove ha preso via la manifestazione che ha percorso le vie del centro storico.

All'altezza del Viale della Vittoria il corteo composto da oltre 500 persone, si e' fermato e tutti si sono seduti per terra: assemblea e blocco del traffico per poi concludere la manifestazione nella piazza centrale della citta' rilanciando la mobilitazione per i prossimi giorni.
Gli studenti hanno circondato l'entrata della sede regionale con cavalli di cartone per chiedere interventi chiari sul terreno del diritto allo studio, su trasporti, edilizia scolastico, misure di nuovo welfare per precari e studenti.
Iniziativa riuscita, una delegazione dei manifestanti e' stata ricevuta dall'assessore competente e ottenuto l'apertura di un tavolo di confronto.
Nel pomeriggio la mobilitazione degli universitari.
Occupazione del palazzo del Rettorato a Macerata: "Profumo di crisi Save the school, not banks! #occupythefuture", questo lo striscione appeso alle finestre della sede universitaria.
Ribadita la contrarieta' all'aumento delle tasse, recentemente approvato, e l'opposizione a un nuovo governo che nasce nel segno degli interessi di quell' 1% che ha prodotto la crisi, nel segno dell'austerita' targata Bce e Fmi.
Sulla scia di un dragone ribelle, studenti e precari hanno invaso le strade della citta' e le facolta' dell'ateneo maceratese, portando avanti la campagna di comunicazione virale "Senza di noi la citta' muore" lanciata insieme agli universitari di Urbino.
domenica 13 novembre 2011
Messico - Prigionieri in Chiapas terminano lo sciopero della fame, ma continua la lotta per la loro liberazione
Indigeni dell’Altra Campagna
trasferiscono la protesta e bloccano le strade
10 / 11 / 2011
Tratto da La Jornada - Martedi 08 novembre 2011
Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis., 7 novembre.
A quasi 40 giorni di sciopero della fame, e di fronte alla sistematica assenza di risposte da parte del governo del Chiapas, i detenuti hanno deciso di sospendere l’azione per il rischio in cui erano le loro vite, ed il presidio dei familiari degli indigeni ha trasferito la sua protesta alle porte della prigione di questo municipio.
Oggi, a mezzogiorno circa, decine di indigeni hanno bloccato la strasa San Cristóbal-Ocosingo, di fronte al Carcere N. 5.
Su un grande striscione che occupava la carreggiata, dietro una linea di rami di pino, si riassume la domanda chiave: “Libertà immediata per i nostri prigionieri”.
Gli otto reclusi della Voz del Amate, Voces Inocentes e Solidarios de la Voz del Amate, aderenti all’Altra Campagna, hanno fatto sapere i motivi della loro nuova azione. Hanno decio ieri sera e questa mattina l’hanno resa pubblica. Ciò nonostante, il governo statale si è affrettato a diffondere la notizia lasciando intendere l’esistenza di un qualche accordo. Facciamo dire, per esempio, a Juan Collazo Jiménez, che partecipa alla protesta, che questa mattina è stato punito con la cella di isolamento, nudo, dal comandante della prigione di Motozintla, come ha denunciato suo padre, Salvador Collazo. “Adesso non sei più in sciopero”, gli hanno detto.
Il motivo per cui i detenuti hanno sospeso lo sciopero sono altre: “Per le complicazioni delle nostre condizioni di salute fisica dovute ai 39 giorni di sciopero della fame per esigere giustizia, mentre il governo ha ignorato le nostre richieste e le istanze del popolo, comunichiamo che ieri 6 novembre alle ore 20:00, a causa della gravità delle nostre condizioni di salute prima che si arrivasse all’irreparabile, abbiamo sospeso lo sciopero della fame, ma non vuole dire che desisteremo dalla lotta; al contrario, lotteremo con più forza fino a vincere questo sistema”.
E precisano: “Abbiamo desistito perché alcuni compagni stanno molto male ma non abbiamo sospeso lo sciopero della fame in cambio di quello che dice il governo, perché noi continueremo a lottare in vita, perché finché c’è vita ci sarà la possibilità di lottare per la giustizia e il benessere di tutti, ma non lo faremo come vorrebbe il malgoverno, continueremo invece ad esortare il governo ad intervenire al più presto per la nostra liberazione, per ridarci la libertà che ci il governo ci ha rubato”.
I reclusi del Carcere N. 5 insistono anche sulla liberazione di Collazo Jiménez ed Enrique Gómez Hernández, anche loro in sciopero a El Amate.
“Esortiamo inoltre il governo federale di Felipe Calderón Hinojosa ad agire per la liberazione immediata del compagno Alberto Patishtán Gómez, prigioniero politico della Voz del Amate”.
Infine, invitano le organizzazioni nazionali ed internazionali che li hanno appoggiati “a continuare a chiedere giustizia, perché la nostra lotta non è finita”.
Alle ore17 il blocco è stato tolto dagli stessi indigeni, che per tutto il giorno sono stati controllati, ad una certa distanza, dai veicoli della polizia statale e municipale, che non è intervenuta.
Questa notte, al presidio ancora in corso delle famiglie nella piazza della cattedrale, si discuteva sui passi da fare di fronte all’indifferenza del governo ed al “il tentativo di divisione che ha messo in atto annunciando di voler rivedere i casi di solo otto dei detenuti in sciopero, visto che sono 11; non cita Juan Collazo, Enrique Gómez né il professor Alberto Patishtán”.
Oggi è partita dal Chiapas per Guasave, Sinaloa, una commissione di familiari ed avvocati per fare visita al professore nella prigione federale, dove è in isolamento da due settimane fa, ha informato sua figlia Gabriela Patishtán Ruiz.
(Traduzione “Maribel” - Bergamo)
leggi la lettera dei prigionieri politici che annunciano la fine dello sciopero della fame su Enlace Zapatista
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