lunedì 29 settembre 2008

Café Rebelde Zapatista



Café Rebelde Zapatista
miscela di caffè organico, 100% arabica, non modificato geneticamente - Mexico, CHIAPAS - zona LOS ALTOS
Gusta l’aroma rebelde per appoggiare le piccole cooperative zapatiste
Il Progetto Café Rebelde si propone di distribuire il caffè organico prodotto dai contadini del Chiapas, organizzati nelle Cooperative zapatiste.Gustando questo caffè sostieni il cammino e la lotta zapatista.
Questo caffè ha il colore della terra, una terra ricca ed incontaminata, coltivata da milleni con metodi naturali dagli indios Maya.
Una terra che i latifondisti e le multinazionali, con l’appoggio del governo, vogliono sfruttare imponendo prezzi ingiusti.
Una terra insorta dove l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale si batte per la dignità. Una terra dove molti piccoli produttori si sono uniti per difendersi ed organizzati in cooperative per raccogliere il Cafè Rebelde Zapatista e distribuirlo a un prezzo giusto a gruppi solidali.
Anche un solo pacchetto di café rebelde è un aiuto importante, ma...
La formula che proponiamo è l’acquisto della Caffettiera Zapatista.
Una Caffettiera Zapatista 40 pacchetti da 250 grammi di caffè e costa 110.00 euro.
Un singolo pacchetto da 250 grammi costa 3,00 euro
La puoi trovare presso:
Associazione Ya Basta! Marche, via Colocci 11 - Jesi

Referente Cafè Rebelde: 3490768750 - yabastamarche@libero.it

… creiamo gruppi di acquisto, facciamo girare la voce, coinvolgiamo amici, parenti, conoscenti ….
Un po’ di racconto ...
Il caffè è, dopo il petrolio, il secondo prodotto sul mercato mondiale delle esportazioni, il volume del suo mercato è di circa 10 miliardi di dollari.Nella sua coltivazione, lavorazione e vendita sono occupati circa 25 milioni di persone nel sud del mondo. Queste basano la loro sopravvivenza su questa attività, dipendendo quotidianamente dall’andamento del prezzo determinato dalla Borsa di New York.
Il Messico produce uno dei migliori caffè del mondo, coltivato soprattutto nelle montagne. Il caffè è il primo prodotto che esporta, ne è infatti il quarto produttore mondiale ed il primo produttore mondiale di caffè biologico. In Messico più di tre milioni di persone vivono grazie alla sua coltivazione ed esportazione. Il 91,7% sono piccoli produttori con meno di 5 ettari di terreno e più del 60% sono indigeni.
Gli altri stanno su un piccolo numero di grandi latifondi di enorme estensione, frutto dell’occupazione delle terre delle comunità indigene, permessa e sostenuta del governo. Intere famiglie che basavano la propria precaria sussistenza su un piccolo appezzamento di terra sono così divenute braccianti costretti a lavorare in condizioni disumane al servizio del nuovo padrone il finquero.
Nei latifondi delle ricche famiglie dell’oligarchia nazionale e degli imprenditori stranieri si conta sugli alti rendimenti derivanti dalle tecnologie moderne e dal lavoro di un’ingente quantità di manodopera sottopagata. I piccoli produttori invece producono senza adeguate conoscenze tecniche e strumenti, e senza il necessario supporto creditizio, e naturalmente non riescono con le proprie forze a lavorare e commercializzare il prodotto finito.
Le coltivazioni si trovano spesso in zone isolate e, dopo un trasporto rudimentale e molto faticoso, arrivati alla strada più vicina, vendono il prodotto ai coyotes. Questi sono i primi della intricata e meschina rete commerciale di intermediari che grazie a bilance false e a menzogne sul reale prezzo di mercato lascia ai produttori solo le briciole di questo grande business.Le macropolitiche economiche globali del mercato del caffè, basate su nuovi soggetti e sovrapproduzione hanno determinato in questo ultimo anno il minimo storico del prezzo della borsa di New York.
Ma la dipendenza dei paesi del sud del mondo da un solo prodotto e l’impossibilità di incidere sul suo prezzo hanno causato una completa sottomissione alle politiche e alle strategie dei ricchi paesi importatori e delle grandi istituzioni finanziarie (FMI, BM, WTO ecc.)Concretamente questo ha significato la disperazione per non riuscire a coprire neanche i costi di produzione e lo sradicamento della cultura e dei legami comunitari delle popolazioni indigene.
La proposta zapatista
Anche per cambiare questa situazione l’EZLN ha sviluppato il suo progetto sociale e politico: costruire dal basso una società in cui la popolazione maya possa godere di una reale autonomia, tutelare la propria lingua e cultura e autorganizzare attraverso forme di democrazia diretta il proprio accesso all’educazione, alla salute, alla terra e a una vita degna.Le cooperative di piccoli produttori come quella che ha raccolto il cafè rebelde zapatista sono una delle forme di questo progetto. Nelle cooperative si uniscono le forze per migliorare le proprie forme di organizzazione, per difendere un più sicuro accesso alla terra, e per migliorare le proprie condizioni di vita.Per queste ragioni abbiamo sviluppato questo nuovo progetto di lotta comune insieme alle comunità ribelli in resistenza e distribuiamo con le garanzie del commercio equo internazionale questi primi chicchi di caffè ribelle.
L’obiettivo del nostro progetto è la costruzione e il rafforzamento di una rete di singoli e gruppi che sostengano con continuità il lavoro dei compagni e delle compagne in Chiapas.

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